di Barbara Guerra
Giusto dietro Piazza del Popolo, l’Hotel Locarno custodisce da un secolo un pezzo di storia di Roma. Inaugurato nel 1925 da una famiglia svizzera che gli diede il nome della propria città d’origine, l’albergo è oggi un piccolo monumento alla memoria, rimasto sospeso tra il lusso discreto e il fascino d’epoca. Oggi lo guida Caterina Valente, erede di Maria Teresa Celli, la donna che negli anni Sessanta salvò l’edificio acquistandolo pezzo dopo pezzo e restituendogli l’anima dei ruggenti anni Venti.
Il Locarno è un viaggio nel tempo. Dietro la facciata liberty si nasconde un universo di soffitti intagliati, boiserie, lampade originali, arredi Art Déco. Ogni stanza sembra raccontare una scena, ogni corridoio una storia. L’atmosfera è quella di un rifugio per spiriti liberi, con un bar d’altri tempi e una terrazza che guarda la città con la stessa eleganza di un film in bianco e nero.
E di film, in fondo, ce ne sono passati molti. Tra gli ospiti più celebri figurano Federico Fellini e Giulietta Masina, Alberto Moravia ed Elsa Morante, che abitavano poco distante e ne fecero il loro salotto letterario. Negli anni Cinquanta e Sessanta, tra i tavoli del giardino e del bar si mescolavano artisti della Scuola di Piazza del Popolo, scrittori della beat generation come Jack Kerouac e star di Hollywood in cerca di quiete. Oggi, al compimento dei cent’anni, l’Hotel Locarno resta fedele al suo spirito originario: un rifugio per chi ama la bellezza che non passa mai di moda. Nel 2025 l’Hotel Locarno infatti ha compiuto cent’anni, confermandosi come uno dei luoghi più iconici di Roma.
Tutto nasce da una visione femminile. Negli anni Sessanta Maria Teresa Celli, acquistò l’edificio un po’ alla volta restituendogli vita e identità. Era una donna sola, con due figli e una grande intuizione estetica: trasformare un albergo quasi distrutto in un rifugio per spiriti liberi. Attorno a lei, altre figure femminili hanno scritto la storia del Locarno, come Carmela, arrivata giovanissima dalla Puglia, incinta e senza un soldo, che divenne l’anima silenziosa dell’hotel.
Oggi Caterina Valente prosegue quella stessa filosofia: qui il lusso non è fatto di formalità, ma di autenticità e calore umano. L’obiettivo è far sentire chi arriva “a casa”, anche tra pareti ricche di storia e pavimenti di cera lucida che raccontano cento anni di vita.
Ogni restauro è curato come un gesto d’amore: nulla è standard, tutto è custodito con la pazienza di chi sa che la bellezza si conserva solo vivendola. È così che questo hotel, nato nel 1925, continua a essere un laboratorio di creatività e accoglienza, fedele al suo spirito originario e alla libertà di chi l’ha fondato.
Per celebrare i 100 anni di storia, l’Hotel Locarno ha ideato un cocktail esclusivo: “Grande Dame”. Evidentemente dedicato alla donna che lo ha fondato. Protagonista del drink è il glicine del giardino dell’hotel che è simbolo naturale dell’eleganza che da un secolo contraddistingue l’albergo. Un omaggio liquido alla memoria e all’accoglienza romana. La ricetta unisce champagne, gin, alloro, limone e polvere di visciole: una combinazione che fonde sentori floreali e accenti fruttati, sullo sfondo della storicità della struttura. Il risultato è quello di un sorso raffinato con una lieve effervescenza.
E se il fascino di questo hotel vi attrae è ora di prenotare per il brunch del fine settimana, quando al Locarno si serve il suo celebre Bloody Brunch, un rito che unisce la tradizione dell’hospitality d’altri tempi alla convivialità più contemporanea. Ogni sabato e domenica, a partire dalle 12:30, gli spazi più iconici dell’hotel, dal giardino segreto alla terrazza panoramica, fino ai salotti d’epoca, si trasformano in un luogo cosmopolita dove si incontrano romani, ospiti e habitué.
Il menu, firmato dallo chef Domenico Smargiassi insieme al mixologist Nicholas Pinna, reinterpreta i classici del brunch con ironia e leggerezza: Eggs Benedict, Maritozzi salati con uova strapazzate e funghi, “Carbonara Style Scrambled Eggs” o “Roman Fish & Chips”. Ma il vero protagonista resta il bicchiere: la formula “Bloody Mary all you can drink” consente di degustare versioni diverse del celebre cocktail, dalla classica alla Red Snapper a base gin, fino alla creativa Focu Meu, arricchita con ’nduja e finocchietto selvatico.
Più che un brunch, è un’esperienza che riflette lo spirito del Locarno: rilassata ma elegante, curata nei dettagli e sospesa nel tempo. Tra un piatto e un Bloody Mary, ci si ritrova immersi in quella stessa atmosfera che da un secolo rende l’hotel uno dei luoghi più amati della città.
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