Giardini Arimei 2003 vdt

Pubblicato in: Napoli

GIARDINI ARIMEI
Uva: biancolella, forastera, uva rilla, san Lunardo, coglionara
Fascia di prezzo: da 15 a 20 euro
Fermentazione e maturazione: legno

Difficile scegliere un bicchiere in una serata come quella organizzata al Parker’s per presentare la carta dei Vini: 28 produttori napoletani, Mastroberardino e Terredora con i loro Lacryma Christi e Pompeiani igt e un <pirata> casertano, Fattoria Selvanova, che si era perso l’appuntamento di Caserta, hanno offerto il meglio e la qualità di molti prodotti è in forte crescita. Devo dire che sono rimasto spiazzato dal Giardini Arimei: dei vini dolci amo l’eleganza e la mineralità non la frutta cotta e la Campania sta andando, come è giusto che sia, verso questa direzione in più di una versione. A latere osservo che i produttori irpini e cilentani cercano di stupire con i loro bicchieri dolci, spesso troppo barocchi, nel Napoletano e nel Casertano si punta ad intepretare meglio il carattere del vitigno cercando l’eleganza. Questa spremuta di uva bianca ischitana ci ha convinto per questo, più della prima versione: è questa la vocazione dell’azienda fondata dal Gruppo Fratelli Muratori nell’Isola Verde e lascio la parola all’enologo Francesco Iacono sulla tecnica di lavorazione.
Caro Luciano, mi piace parlarti della tecnica di vinificazione che utilizziamo perché è veramente una novità “storica” nel panorama enologico attuale. Infatti abbiamo recuperato una tecnica risalente alla cultura greca sviluppata soprattutto per mantenere dolce un vino, attraverso i ripetuti travasi che prevede. Noi, chiaramente, la applichiamo anche per altre ragioni che capirai. Si lavora sul filo di lana per circa 3 mesi con l’attenzione che si deve rivolgere verso un prodotto in continuo divenire sempre in bilico fra la fermentazione lenta e la macerazione pellicolare. Per farla breve: cominciamo a vendemmiare una parte delle uve a maturità fisiologica, diciamo all’inizio di ottobre. Le diraspiamo ed otteniamo il mosto che facciamo fermentare in legno. Dopo circa 10 gg raccogliamo altre uve e così via per almeno 3-4 volte fino, nel 2004, all’Immacolata o giù di lì. Le uve sempre più surmature vengono diraspate e lasciate macerare nel vino precedentemente creato, in maniera che le bacche si imbibiscano e cedano al liquido i loro sapori/odori sempre più particolari e differenti in funzione della varietà e del grado di surmaturazione e botritizzazione, nobile si intende. Così otteniamo, anche da varietà apparentemente neutre, odori di erbe mediterranee, agrumi, albicocca, per poi finire ai fichi, rabarbaro e quella che io definisco sapore di edera, cioè il senso di asciutto che accompagna la nota dolce di Giardini Arimei. Poi la maturazione in legno fa il resto, cera ed incenso.
Dal 2005 la parte di macerazione e fermentazione riusciremo a farla nei palmenti originali che stiamo restaurando. Con questo aggiungeremo un altro tassello al nostro concetto di recupero delle tradizioni più autentiche del territorio isolano.
Scusa la mia prolissità ma quando parlo di Giardini Arimei mi si riempie il cuore
Francesco Iacono

Sede a Capriolo, Brescia. Via palazzolo, 168
Tel. 030.76461599. Fax 030.7461652
Sito: http://www.fratellimuratori.com
Enologo: Francesco Iacono
Bottiglie prodotte: 5000
Ettari, 8 di proprietà
Vitigni: biancolella, forastera, uva rilla, San Lunardo, coglionara


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