Vini Francesca Fiasco – Nuove annate

Pubblicato in: Salerno
Vini Francesca Fiasco

di Enrico Malgi

Francesca Fiasco è una bella, giovane e caparbia produttrice di vini di Felitto, che, andando controcorrente, ha pensato bene di introdurre nella sua piccola vigna varietà alloctone come il Cabernet Sauvignon, la Barbera ed il Sangiovese (questi due ultimi retaggio dell’ex Cantina Sociale di San Lorenzo con cui Felitto confina), oltre che l’onnipresente Aglianico, il territoriale Aglianicone e gli autoctoni campani Fiano, Falanghina e Coda di Volpe.

Con questi emblematici vitigni e spalleggiato dal bravo enologo toscano Emiliano Falsini, Francesca ha tirato fuori quattro eccellenti bottiglie (una di bianco e tre di rossi) che da subito hanno incontrato il favore dei critici e degli appassionati. In questi giorni ho avuto l’occasione di incontrare Francesca, la quale mi ha fatto assaggiare le sue nuove annate.

Lapazio Bianco Paestum Igp 2022. Un mix di Fiano e di Falanghina all’80% e saldo di Coda di Volpe al 10% e di altri vitigni territoriali a bacca bianca contribuisce a formare il blend. Vendemmia effettuata il 9 ottobre 2022. Vinificazione in tonneaux. Affinamento sempre in tonneaux al 30% di primo passaggio e 70% di secondo passaggio per cinque mesi. Elevazione in vetro per due mesi. Tasso alcolico di tredici gradi. Prezzo finale dai 35,00 ai 38,00 euro in enoteca.

Nel calice traspare un luminoso e lineare colore giallo paglierino già abbastanza carico. Bouquet intensamente affastellato da ampi e promiscui profumi di mela renetta, pera coscia, pesca gialla, albicocca, agrumi, nocciola, mandorla, mango, avocado, biancospino, ginestra, gelsomino, camomilla e gradevoli connotazioni di macchia mediterranea. Successivamente emergono al naso anche umori balsamici e speziati, unitamente a credenziali terziarie di ottimo livello. L’impatto del sorso sulla lingua trasmette subito freschezza e morbidezza, seguito subito dopo da toni tattili sapidi, seducenti, eleganti, raffinati, succosi, scattanti, serrati e dinamici. Progressione palatale vibrante, sferzante, solida e ben ritmata. Longevità tutta da scoprire. Affondo finale gradevole e persistente Da abbinare ad un piatto di pasta, patate e provola e latticini freschi.

Ersa Rosso Paestum Igp 2019. Uvaggio di Aglianico al 30%, Cabernet Sauvignon al 30%, Barbera al 20% e saldo di vitigni a bacca rossa del Cilento. Raccolta delle uve l’11 ottobre 2019. Fermentazione in tini di rovere francese. Macerazione sulle bucce per venti giorni. Affinamento in tonneaux per il 10% di primo passaggio ed il restante 90% di secondo passaggio per due anni. Sosta in bottiglia minimo otto mesi. Imbottigliamento a marzo 2022.Tenore alcolico di tredici gradi. Prezzo finale in enoteca di 18.00-25 euro.

Alla vista si manifesta un fulgido ed accattivante colore rosso rubino carico. Il piglio aromatico dispensa a profusione convincenti e multiple fragranze, il cui incipit è connotato da reminiscenze fruttate della pianta e del sottobosco in egual misura. In simbiosi subito dopo si accalcano al naso sbuffi floreali di rosso vestiti e punteggiature di erbe aromatiche. Sensitive aggregazioni speziate e respiri terziari di liquirizia, tabacco, cioccolato fondente e goudron vanno poi ad alimentare e completare tutto l’ottimo quadro olfattivo. In
bocca esordisce un
sorso complesso, avvolgente, arrotondato, espansivo, tagliente, glicerico, intrigante e ben calibrato. Impianto strutturale molto classico ed affidabile. Frutto e legno integrati perfettamente. Trama tannica generosamente compiacente. Allure aristocratica. Serbevolezza a lungo raggio. Chiusura persistente ed appagante. Su un piatto di pasta al sugo e grigliata di carne.

Difesa Rosso Paestum Igp 2018. Uvaggio di Aglianico al 35%, Cabernet Sauvignon al 35%, Barbera al 20% e saldo di vitigni a bacca rossa territoriali. Vendemmia ottobre 2018. Vinificazione in legno di rovere francese. Maturazione in tonneaux per il 30% di primo passaggio e per il 70% di secondo e terzo passaggio per un anno e mezzo. Affinamento in vetro per un anno. Imbottigliamento a marzo 2022. Gradazione alcolica di tredici e mezzo. Prezzo finale in enoteca di 35,00 – 38,00 euro.

Veste cromatica focalizzata su una tonalità di rosso bellamente rubineggiante. Al naso salgono oggettivi e pluralistici effluvi di amarena, susina nera, ribes, viola, garofano, macchia mediterranea, noce moscata, zenzero,
mandorla tostata, balsamo, mentolo, china e grafite, insieme a giocosità empireumatiche e goudronesche. Approccio palatale avvolgente, profondo, estensivo, sostanzioso, vibrante, temprato, fiero,
sensuale, sapido e corposo. Tattilità morbida, assuefatta, arrotondata,tagliente, palpitante, ammaliante, reattiva, equilibrata, armonica, dinamica e sospirosa.
Frutto maturo, che infittisce il gusto. Trama tannica ben ricamata, che dona compostezza e compattezza alla beva. Legno ottimamente dosato. Siamo appena all’inizio di un lungo percorso. Retroaroma decisamente edonistico. Da provare su un agnello al forno con patate e caciocavallo semistagionato.

Mèrcori Rosso Paestum Igp 2018. Composito blend di Aglianico al 30%, Cabernet Sauvignon sempre al 30%, 10% di Barbera, 10% di Sangiovese e saldo di altri vitigni a bacca rossa del territorio con preponderanza dell’Aglianicone. Vinificazione in legno di rovere francese, con macerazione sulle bucce per venti giorni. Affinamento in tonneaux di primo e secondo passaggio per due anni. Elevazione in boccia per otto mesi. Imbottigliamento a marzo 2022. Tenore alcolico di quattordici gradi. Prezzo finale in enoteca oscillante tra 55,00 e 68,00 euro.

Livrea tinta da uno scintillante colore rosso rubino, che vira verso il granato. Disegno aromatico di rara precisione, il quale è portatore di innegabili e plurivalenti effusioni, che subito destano tutta l’attenzione possibile da parte di un naso molto curioso ed impertinente. L’incipit sciorina una valida composizione fruttata di ciliegia, prugna, arancia rossa, mela annurca, fichi secchi, mandorla, carruba, fragola, mirtilli e more. In seguito risaltano poi variegati profumi di violetta, iris, peperone verde, sambuco, timo, salvia, chiodi di garofano, pepe nero, balsamo, caffè torrefatto, tabacco e catrame. Accenno tostato, ma non prevaricante da parte di un legno decisamente garbato e collaborativo. In bocca penetra un sorso intenso, austero, contrastato, ferroso, materico, strutturato, polposo, sapido e bene articolato. Nobile allure. Finezza tannica bene evoluta. Pregnanza gustativa stilisticamente perfetta, temperamentale, acida, glicerica, rotonda, sontuosa, fascinosa e
fruttata. Parliamone da qui ad una decina d’anni. Scatto finale epicureo e persistente. Su selvaggina e formaggi stagionati a pasta dura.

Una batteria di vini confezionati soltanto in blend ma di grande pregio, particolarmente con i rossi assisi sul piedistallo. Probabilmente sarà merito dello “straniero” Cabernet Sauvignon, che riesce a dare a questi vini quella spinta in più, senza con questo discriminare gli altri vitigni impiegati ed in modo peculiare l’Aglianico, il quale fa sempre la sua bella figura. Ma il Cabernet Sauvignon è pocosfruttato sia nel Cilento e sia nella stessa Campania e questo gli conferisce un alone di mistero (da straniero appunto) ed un peso specifico maggiore.

 

Azienda Agricola Francesca Fiasco

Felitto (Sa) – Località Campanaro Km 32.100

Tel. 089 2964985 – Cell. 338 1563628

fiascofrancesca@pec.it – www.fiascofrancesca.com

Enologo: Emiliano Falsini

Ettari vitati: 6,50 – Bottiglie prodotte: 12.000

Vitigni: Aglianico, Aglianicone, Sangiovese, Barbera, Cabernet Sauvignon, Fiano, Falanghina e Coda di Volpe.

 

Scheda del 2 agosto 2022

di Enrico Malgi

Leggendo le schede tecniche dei tre vini rossi prodotti dalla giovane ed intraprendente viticoltrice cilentana Francesca Fiasco di Felitto, azienda attiva dal 2015, si può restare un poco interdetti. E si, perché essi sono confezionati tutti con il vitigno girondino Cabernet Sauvignon insieme con varietà extraregionali come la Barbera ed il Sangiovese, con quest’ultime che rappresentano un retaggio dell’implosa Cantina Sociale di Castel San Lorenzo in Val Calore che confina con Felitto. Tutto questo desta molta curiosità, perché, come si sa, in Campania sono rare le bottiglie prodotte con siffatte specie. In compenso però è sempre presente l’Aglianico e poi l’unico vino bianco è prodotto soltanto con vitigni campani.

In ogni caso è doveroso sottolineare che le bottiglie assaggiate sono davvero eccellenti come vedremo in appresso.

Lapazio Bianco Paestum Igp 2021. Uvaggio paritario all’80% di Fiano e Falanghina e saldo di Coda di Volpe e di altri vitigni a bacca bianca. Vinificazione in tonneaux. Affinamento ancora in tonneaux per il 30% di primo passaggio ed il restante 70% di secondo passaggio per cinque mesi. Elevazione in vetro minimo di due mesi. Imbottigliamento a marzo 2022. Tasso alcolico di tredici gradi. Prezzo finale in enoteca di 28,00-35,00 euro.

Nel bicchiere risalta un luminoso colore giallo paglierino già carico, nonostante la giovinezza del vino, dovuto principalmente al passaggio in legno. Dall’ampio bouquet si sprigionano performanti e solidi profumi di frutta bella fresca e golosa: melone cantalupo, pesca, albicocca, mela annurca, pera e   clementina, insieme a svolazzi esotici. In seguito si rimarcano gentilizie di fiori bianchi e di vegetali e calibrati impulsi balsamici e speziati. In bocca penetra un sorso espansivo, avviluppante, rinfrescante, elegante, morbido, seducente e raffinato. Verve ben ritmata, equilibrata, vibrante e tonica, che precede una chiusura ottimamente registrata e persistente. Da consumare sui piatti della classica cucina marinara del Cilento, ma anche su qualche preparazione di terra più consistente.

Ersa Rosso Paestum Igp 2018. Mix di Aglianico al 30%, Cabernet Sauvignon al 20%, Barbera al 20%, Sangiovese al 10%, più un 20% di vitigni a bacca rossa del Cilento. Fermentazione in tini di rovere francese. Macerazione sulle bucce per venti giorni. Affinamento in tonneaux per il 10% di primo passaggio ed il restante 90% di secondo passaggio. Sosta in bottiglia minimo otto mesi. Tenore alcolico di tredici gradi. Prezzo in enoteca di 18,00-25,00 euro.

Veste cromatica segnata da un solare colore rosso rubino scintillante. Spettro aromatico detentore di un solidale e sontuoso arco profumato di copiosi frutti della pianta e del sottobosco, che alimentano una capacità olfattiva riccamente affastellata, insieme con connotazioni floreali e vegetali di ottima presa. Ben registrati poi gli spunti speziati e terziari. Sorso centrato, avvincente, infiltrante, incisivo, materico, strutturato, arrotondato, teso, sapido, glicerico, fruttato ed ottimamente modulato. Tannini gradevoli. Aplomb aristocratico, sensuale, elegante e fine. Buona la serbevolezza. Allungo finale decisamente godibile. Da abbinare ad un piatto di pasta al sugo ed arrosticini di cane alla brace.

Difesa Rosso Paestum Igp 2017. Blend di Aglianico, Cabernet Sauvignon e Barbera in parti uguali al 90% e l’altro 10% riguarda l’impiego di vitigni locali a bacca rossa. Raccolta delle uve ad inizio di ottobre. Maturazione del vino in tonneaux per il 30% di primo passaggio ed il 70% di secondo passaggio per un anno e mezzo. Affinamento in boccia per un anno. Gradazione alcolica di tredici e mezzo. Prezzo in enoteca di 28,00-35,00 euro.

Disciplinata la sfavillante livrea connotata da un rosso rubino carico che occhieggia nel bicchiere. Crogiolo costellato da sontuose e pluralistiche credenziali di amarena, sottobosco, fiori rossi, macchia mediterranea, noce moscata, chiodi di garofano, pepe nero, zenzero, liquirizia, tabacco, cioccolato fondente, caffè e mandorla tostata, insieme ad accenni empireumatici. In bocca penetra un sorso etereo, austero, complesso, terroso, affascinante, integro, polposo, minerale e doviziosamente ricamato. Esaltante la spalla acida. Trama tannica bene evoluta. Legno ottimamente calibrato. Longevità a lunga scadenza. Fraseggio finale sicuramente persistente ed ammaliante. Da provare su un cosciotto di agnello al forno con patate e formaggi stagionati a pasta dura.

Mèrcori Rosso Paestum Igp 2017. Eterogeneo blend di Aglianico al 30%, Cabernet Sauvignon al 20%, Barbera e Sangiovese al 10% ciascuno e saldo del 30% di vitigni locali a bacca rossa. Vendemmia effettuata e metà ottobre. Affinamento in tonneaux al 50% di primo passaggio e l’altra metà di secondo passaggio per due anni complessivi. Elevazione in boccia per almeno otto mesi. Tenore alcolico di quattordici gradi. Prezzo in enoteca di 50,00-65,00 euro. Bottiglie prodotte numero1.287.

Bicchiere tinto da un fulgido colore rosso rubino che vira già verso il granato. Fierezza aromatica depositaria di una nutrita e complessa persistenza olfattiva, che si dipana ordinatamente attraverso impronte fruttate di ciliegia, prugna, ribes e mirtilli, orgogliosi sentori floreali di rosa e di violetta e marcate essenze vegetali di salvia, timo e finocchietto selvatico. Non mancano all’appello poi contrasti speziati e suadenze terziarie di ottimo livello. Impatto del sorso sulla lingua intenso, profondo, carnoso, stimolante, fascinoso, intrigante, rotondo e dinamico. Pregnanza gustativa impreziosita da una folata di freschezza e da un garbato vezzo tannico che vanno a blandire il palato. Portamento fine, raffinato, reattivo, scattante e balsamico. Vino che durerà sicuramente ancora per molti anni. Retroaroma epicureo. Perfetto su cacciagione e provolone del monaco.

Ottima performance di vini davvero straordinari. I tre rossi di primo acchito possono sembrare azzardati nella loro complessa e singolare fusione. Ma se ci riflettiamo bene, essi si integrano vicendevolmente in modo ottimale. L’Aglianico richiama innanzi tutto caratteristici profumi fruttati e floreali di ottima rilevanza ed al gusto presenta sempre una tannicità ben marcata, la quale ben si sposa con la fievolezza dei vari Sangiovese, Barbera e Cabernet Sauvignon. Quest’ultimo vitigno internazionale poi è famoso soprattutto per le sue connotazioni olfattive di peperone e pepe verde, foglia di pomodoro, eucalipto e menta piperita, che alimentano così tutto il tasso aromatico. Insomma ben vengano questi assemblaggi di varie specie, quando sono fatti in modo così perfetto, non vi pare?

 

Azienda Agricola Francesca Fiasco

Felitto (Sa) – Località Campanaro Km 32.100

Tel. 089 2964985 – Cell. 338 1563628

fiascofrancesca@pec.itwww.fiascofrancesca.com

Enologo: Emiliano Falsini

Ettari vitati: 6,50 – Bottiglie prodotte: 12.000

Vitigni: Aglianico, Aglianicone, Sangiovese, Barbera, Cabernet Sauvignon, Fiano, Falanghina e Coda di Volpe.

 

23 gennaio 2022

In venti anni la popolazione di Felitto è passata da 1392 residenti ufficiali a 1163. Da tremila a 2400 la vicino Castel San Lorenzo. Eppure, sbarcando da una astronave in questo territorio purissimo dove la lontra sguazza nelle acque pulite del Calore siamo in un Paradiso dove non manca nulla: acqua, spazio, colline pettinate dagli olivi e dalle viti, gole dove poter praticare canottaggio sportivo, il vicino Cervati che è il tetto della Campania con i suoi 1900 metri.
Siamo nella Valle del Calore, a circa trenta minuti di auto da Paestum e qui Francesca Fiasco ha deciso di restare dopo aver studiato fuori e girato per l’Italia. Un segnale, piccolo ma significativo, che in questi territori puliti e mai sporcati dalla chimica o dall’industria c’è un futuro possibile per giovani che abbiamo voglia di rimboccarsi le maniche. E di esempi nel Cilento ce ne sono davvero tanti ormai.

Nel 2010 Francesca decide di imbottigliare il vino prodotto dalla terra acquistata dal bisnonno nell’immediato dopoguerra e che nonno Luigi, un giovanotto di 90 anni, lavora regolarmente ogni giorno. All’inizio i genitori Giuseppe e Cristina non capiscono perché la loro figlia che ha studiato Chimica a Pisa voglia fare una scelta così controcorrente. In tutta la valle brucia ancora il fallimento della Cantina Sociale, implosa per scelte produttive non adeguate ai tempi che cambiavano anche se uno degli ultimi direttori scrisse orgogliosamente che da queste parti la Barbera sapevano farla meglio dei piemontesi.

Molte piccole aziende, spesso ex conferitori della cantina, cercano una strada alternativa e alcuni la trovano nell’Aglianicone, una varietà non facile da affrontare ma che regala ottimi risultati. Francesca invece sceglie un’altra strada, vuoi per istinto, vuoi per visione, vuoi perché l’ultima parola in campagna ce l’ha nonno Luigi. Così, realizzata la cantina ecofriendly decide di far esprimere il territorio così come lo ha trovato, dando valore al vigneto in cui convivono più uve, dal merlot al cabernet, dal barbera all’aglianico e all’aglianicone. Poco più di sei ettari di cui la metà nel corpo aziendale attorno alla cantina, due nella vicina Castel San Lorenzo e uno a Roccadaspide.

 

Così facendo prende tutti i vantaggi della cultura promiscua tipica del vigneto italiano prima della crisi del metanolo e dell’avvento della cultura monovitigno in molte regioni. Quali? Soprattutto, come ben sanno in Champagne e a Bordeaux, ma anche in Chianti e a Bolgheri, la possibilità di giocare con le diverse uve a seconda dell’annata. Presa la decisione, Francesca contatta via internet l’enologo toscano Emiliano Falsini e nel 2016 esce la prima batteria di vini.

Fare meno di 20mila bottiglie con sei ettari a disposizione che ne potrebbero regalare il triplo vuol dire giocare con la qualità assoluta. Ersa, Difesa e Mercori sono i tre vini rossi, rispettivamente 8mila, 7mila e 1500 bottiglie straordinariamente freschi e puliti, fruttati, lunghi e complessi, in perfetto equilibrio con il legno grazie al sapiente uso dei tini di fermentazione e delle botti grandi. Il miracolo, coniugare una agricoltura ancestrale, biologica ovviamente, con quelle che sono le tendenze del momento che puntano a rossi non eccessivamente strutturati, bevibili, semplici da leggere anche se non banali ovviamente. Rossi che si distinguono in quanto tali, con le indicazione delle uve fatta in modo generico, informativo e non ingegneristico con improbabili percentuali da rispettare da una vendemmia all’altra.
Francesca ha le idee molto chiare: «Non farò mai il vino più buono del mondo, ma voglio che sia gradevole e soprattutto riconoscibile. Voglio che chiunque lo beva pensi alla mia piccola azienda familiare e alla terra dove viene prodotto».
Facile fare la battuta: nel tuo cognome è il tuo destino, del resto di Fiasco non poteva scrivere altro che chi ha Pigna nel cognome.

I vini di Francesca Fiasco

 

 

Francesca Fiasco a Felitto
località Campanaro snc Km.32

Telefono: 338 156 3628
www.francescafiasco.com


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