La Firma in verticale di Cantine del Notaio: 2015-2014-2013-2005-2003 e 2001

Pubblicato in: Verticali e orizzontali

di Monica Bianciardi

’incontro con un grande vino è sempre un evento che merita di essere ricordato proprio per le sue qualità di unicità e gratificazione. Spesso dal momento dell’assaggio sento di dover mettere una distanza temporale in modo da avere il tempo di ripensarlo e ricomporlo nella sua interezza. Un lasciapassare al contrario che invece di permeare respinge anche se in modo momentaneo lo sciame di informazioni, una sorta di reticenza, come quando dalla penombra ci si ritrova improvvisamente immersi in ambiete soleggiato e per un attimo si socchiudono gli occhi per abituarsi alla luce.

 

La prima volta che ho avuto modo di assaggiare con attenzione “La Firma” è stato durante una degustazione errante in diverse cantine della zona del Vulture. Un incontro folgorante all’interno della sala di degustazione di Cantine del Notaio avvenuta dopo averne visitato gli antichi ambienti sotterranei ricolmi di barrique e botti di varie dimensioni. L’etichetta in questione era una raffinatissima 2016 di cui avevo conservato un nitido ricordo. L’occasione per riavvolgere il nastro si è presentata di recente in una bellissima verticale a “Beviamoci Sud”

Cantine del Notaio inizia con Gerardo Giuratrabocchetti, professionista affermato agronomo e professore universitario, con una carriera di studio e pubblicazioni scientifiche, il quale un giorno si trova a camminare tra i terreni di famiglia quando ode la voce del nonno il Notaio Giuratrabocchetti. La voce lo esorta a fare qualcosa con i vigneti ereditati e promette di esserli vicino nel caso in cui avesse deciso di intraprendere quella strada. Il 5 Ottobre 1998 in occasione del 40 esimo compleanno non prima di essersi confrontato con la moglie lascia la completamente la vecchia vita di studioso fondando Cantine del Notatio. Una collaborazione con il professor Luigi Moio dell’Università di Napoli, enologo aziendale della cantina, fornisce la giusta spinta per iniziare la produzione di vini a base di Aglianico. L’obiettivo fin dall’inizio è quello di raggiungere attraverso una gestione attenta dei vigneti un perfetto stato di maturazione fenolica che esalti le caratteristiche di finezza e longevità del vitigno.

I vigneti sono di circa 50 ettari compresi tra i 400-500 metri, in cinque comuni diversi tra i più vocati situati nella parte più alta della DOCG. Qui l’Aglianico si esprime con caratteristiche diverse rispetto alle altre altre zone in cui è prodotto nelle altre regioni del Sud Italia. Corridoi di aria calda si formano dal nord Africa con temperature che arrivano fino a 40/ 45 gradi in estate, stagioni siccitose, ma con aria fredda tra il giorno e la notte ed importanti escursioni termiche. L’Aglianico del Vulture è dotato di una estrema longevità, punta di diamante di un’intero territorio per qualità e produzione.

 

Caratterizzato da un vulcano esplosivo ricco di gas e silicati, con l’eruzione forma una mistura di lapilli cenere e acqua, elmenti che toccando il suolo si compattano formando una roccia spugnosa chiamata correntemente “tufo vulcanico”. Un vulcano pigro e sornione con tempi di posa biblici, che in media erutta una volta ogni 150 mila anni riversando sul terreno cenere e fango magmatico per diverse decine di km. Questa composizione per capillarità assorbe le risorse idriche restituendole nel terreno e dissetando i vigneti anche nelle stagioni più aride. Da queste parti l’irrigazione non serve grazie proprio alle caratteristiche del sottosuolo poichè le viti vengono dissetate dal basso, qui è usanza dire che il “tufo allatta le piante” poichè esso fornisce nutrienti sali minerali e acqua creando le giuste condizioni per permettere ai vigneti di rimanere in equilibrio in territorio altrimenti difficile. Il sottosuolo crea ambienti umidi e freschi adeguati anche alla conservazione dei vini per cui nel Vulture molte cantine sono scavate sottoterra.

 

La firma vino di punta aziendale ed una delle prime etichette con cui la cantina si è affacciata al mercato. A Beviamoci Sud a Roma una travolgente verticale storica dal 2015 al 2001 raccontata da Gerardo Giuratrabocchetti, e Luciano Pignataro .

Tasting Notes 

Raccolte manuali, e passaggio in acciaio con temperature controllate fermentazione alcolica e malolattica, barrique di diverso passaggio per almeno un anno.

La Firma 2015 Frutto nero e rosso maturo succoso, menta, fiori rossi ed erbe mediterranee. Palato avvolgente carnoso ben contrastato da irruente freschezza e sapidità, progressione con tessitura tannica fitta dal finale amaricante tipico del vitigno chiusura scalpitante e giovanile.

La Firma 2014 Annata difficile con piogge e temperature basse. Olfatto con pepe, note piccanti e fumè, fiori freschi, frutto rosso inserito in toni di menta, macchia mediterranea ed erba umida. In bocca l’assaggio mostra un carattere slanciato, nervoso e teso che chiude in agilità con un bel finale fruttato.

La Firma 2013 Frutto nero in composta contornato da un’ampia sfaccettatura di aromi, erbe medicinali, ferro, spezie piccanti, pout-pourri di fiori appassiti, sandalo, liquirizia. Il temperamento deciso del vitigno irrompe con freschezza energia e pienezza avvolgente, nel finale risulta lunghissimo saporito e disidratante.

La Firma 2005 Cioccolato, liquirizia, tabacco da pipa, marmellata di frutto nero, rosa rossa appassita, spezie nere, il palato rimane coerente con l’olfatto composto ed in buon equilibrio tra morbidezza e freschezza, chiusura dai rimandi speziati e sapidità infiltrante.

La Firma 2003 Un annata particolarmente calda e siccitosa che si svela si nelle tonalità scure dei frutti quasi disidratati, cenere, erbe officinali, fiori secchi, carruba, spezie, inchiostro, grafite. Attacco di bocca dato dalla dolcezza del frutto seguita da una progressione serrata che tuttavia rimane frenata sulla lunghezza da un finale austero con chiusura di china.

La Firma 2001 Frutto di un’annata equilibrata si apre con tonalità fresche, balsamiche, il frutto è ben espresso e vivido con sfumature estremamente eleganti; lo sviluppo in bocca è vibrante e ben equilibrato dai rimandi mentolati ed una sequenza di particolari fini ben definiti e da un finale armonioso ed aggraziato.


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