
La Pineta di Luciano Zazzeri: avevo voglia di ritornarci e, avendone parlato con qualche amico che condivideva la saudade, abbiamo organizzato un gruppetto per ri-goderci l’esperienza: è un faro luminoso, un caposaldo, solido, della cucina di mare in Toscana e merita ri-sottolinearlo, sulla falsariga di quanto già, oramai quasi 5 anni fa, espresso da Fabrizio Scarpato e Giancarlo Maffi!
Mi radico nella convinzione che sia uno di quei posti di cui ricordi, solo ed esclusivamente, cosa hai mangiato e quanto sei stato bene ma non quanto hai pagato.
Arriviamo all’ora di pranzo di un sabato di fine maggio, giornata atipica, fresca e grigia, pronti a farci rasserenare dalla cucina schietta di Luciano Zazzeri.
Perchè in questo ristorante, che si fregia di una stella Michelin, la cucina è lineare, il pesce è perfettamente riconoscibile in quanto lo chef riesce a coniuga rispetto ed esaltazione dei sapori, complice la selezione rigorosissima della materia prima ittica.
Per il menù optiamo per una formula molto semplice: carta bianca alla cucina !
E quindi: crudo di pesce e millefoglie di baccalà mantecato su vellutata di porri per iniziare.
Un’orata, freschissima, al sale.
Poi io volevo il fritto: i commensali hanno deciso di sacrificarsi, con me.
Ricordavo gli spaghetti al polpo (con capperi e pomodoro) ed ho dovuto riprenderli per capire se erano così buoni come li ricordavo e se insistere per ritornarci, quanto prima, con Albert: il predessert è stato molto gradito da tutti i commensali.
Qualcuno ha preso anche il dessert (millefoglie, semifreddo al pistacchio).
Su tripadvisor “ben” 9 pessimo su 434 recensioni (1/6/2015): il mio consiglio (ora lo scrivo pure su yelp e trip) è di andare, quanto prima, se non ci siete mai stati.
Ho la ragionevole certezza che non vi verrà da valutarlo pessimo ….
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