Le “Paposciare”: le donne interprete della Paposcia di Vico del Gargano al 5° Trofeo Pizza Garganica ad Apricena

Pubblicato in: La Pizza e basta

di Antonella Amodio

La Paposcia di Vico del Gargano è una preparazione che richiede l’arte del fornaio, essenziale per ottenere un buon prodotto di qualità, ed è ancora oggi prevalentemente dominio maschile, con poche donne che si fanno strada in questa antica arte. Dalla forma allungata e schiacciata – il nome “paposcia” deriva dal dialettale “paposce”, che significa pantofola – la paposcia vichese affonda le radici nel XVI secolo.

Vico del Gargano, uno dei Borghi più belli d’Italia, è il cuore del Parco Nazionale del Gargano e della riserva naturale Foresta Umbra. Ma è anche il borgo dell’amore, con il patrono San Valentino, il Vicolo del Bacio e con l’usanza di preparare alle giovani spose i dolci chiamati “sospiri”. E qui che nasce la Paposcia di Vico, una specialità autentica che si intreccia con la storia, la tradizione e la passione di un popolo. Un tempo prerogativa dei fornai, serviva come “termometro” per il forno, assicurando la perfetta cottura del pane ed è per questo che è detta anche “pizza a vamp”. Oggi la paposcia è una preparazione De.Co. (Denominazione Comunale) e fa parte dei Prodotti Agroalimentari Tradizionali della Puglia (PAT). L’Associazione Paposcia Fest ha sancito un disciplinare di produzione, ed ha recuperato la festa tradizionale del 26 dicembre, coinvolgendo anche tutto il paese. Questa tipicità contadina e rurale, diffusa sia nella versione tradizionale sia in varianti contemporanee, è diventata un’icona dello “street food” locale, conquistando anche i giovani pizzaioli, che la inseriscono sempre più spesso nei loro menù. In questo panorama, cominciano a distinguersi anche alcune donne.

I riflettori si sono accesi sulla paposcia grazie alla 5ª edizione del Trofeo Pizza Garganica ad Apricena (FG), dove il presidente Vincenzo D’Apote ha dedicato una gara proprio a questa specialità. Tra i 21 concorrenti, hanno gareggiato tre donne, che hanno scelto di dedicarsi completamente alla paposcia, trasformando il percorso della loro vita.

Le storie delle tre paposciare

Maddalena Orlando – paposciara alla Locanda Dauna a San Giovanni Rotondo (FG) – lavorava in reception quando un giorno dovette sostituire all’ultimo minuto il cuoco del ristorante assente. La sua passione per la cucina la spinse tra i fornelli, e da allora non si è più fermata: sono passati 27 anni di lavoro tra cucina e forno, con un amore profondo per i lievitati e per la paposcia che ha iniziato a preparare da 5 anni. La sua specialità è quella farcita con braciola di carne equina, una prelibatezza che racconta la tradizione più autentica del Gargano e che gli è valso il 4° posto nella gara Paposcia Garganica del 5° Trofeo Pizza Garganica.

Cinzia Mastrodonato – titolare e pizzaiola della panetteria, panzarotteria e pizzeria Divina a Trinitapoli (BT) – da ragioniera ha trasformato l’hobby della cucina in una vera professione. Sforna decine di paposce al giorno, con la classica farcitura di pomodoro, mozzarella e prosciutto crudo, che rimane la più amata tanto da far fare la fila ai clienti. Ha anche ricevuto qualche anno fa una targa di merito sull’originalità delle sue farce e sui topping. La sua scelta dimostra come la passione possa diventare lavoro e identità, rompendo gli schemi di un mestiere storicamente maschile.

Erika De Maso – proprietaria della pizzeria Lievitiamo a San Paolo Civitate (FG) – da estetista a pizzaiola: tutto è iniziato con una promessa fatta a un amico in punto di morte di portare avanti il suo lavoro sulla paposcia. Quella promessa è diventata la sua vocazione, e oggi Erika raccoglie risultati straordinari, non solo con la paposcia vicana, ma anche sul disco di pizza tonda, conquistando il primo posto al 5° Campionato dell’Associazione Pizzaioli Garganici, nella competizione “Vino & Pizza (Calici & Spicchi)”.

Tre storie, tre percorsi diversi e tre donne unite dalla stessa passione: quella di un prodotto tipico che racchiude l’anima del Gargano. Un esempio di come, da strade diverse, possono nascere progetti autentici e dare vita a nuove opportunità.


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