Mauro Uliassi sale in cattedra

di Albert Sapere

Siamo arrivati a Senigallia con 35° e siamo andati via con la pioggia, stranezze di questa pazza estate. I colori del cielo, dalla terrazza del ristorante erano cangianti con tante sfumature, in uno di questi cambi  Mauro ci dice : “Che culo che ho avuto a nascere qui, me lo ripeto ogni mattina dopo che apro la porta per entrare al ristorante.” Una passione seria e carnale per il suo territorio, per il suo lavoro che mattina dopo mattina dura da 23 anni. Questa passione la avvertiamo tutta nei piatti che proviamo.

 

 

due assaggi per entrare in sintonia con il l’Uliassi pensiero.

Il gambero dolcissimo, l’acidità suadente dell’acqua dei limoni, la freschezza dell’anguria, i pomodori e la polvere di semi  sono lo stacco decisivo, il basilico l’allungo vincente del piatto.

 

Resta  uno dei migliori piatti mai provato con la mozzarella di bufala.  Diverse nuance date delle acciughe,  dal basilico, dai pomodori canditi, dai capperi fritti tutte a servizio dell’acidità soffusa della bufala, ogni cucchiaita provoca una sensazione diversa.

Misto di erbe selvatiche, crema di bucce di fave, purea di patate, lumache e coscette di rana. Tutto quello che elegante non è, compreso il nome, in questo piatto si trasforma e diventa di una eleganza quasi imbarazzante. Piatto meraviglioso, tra i primi tre assaggiati quest’anno, geniale.

Hai presente la tradizione Romagnola del pesce impanato sulla griglia: eccolo. Cottura del pesce millimetrica, la salsa alla citronette, passata in azoto, rende il piatto brioso e non banale.

La triglia tra tante sfaccettature, piatto goloso.

Come rivisitare in chiave moderna ed in maniera geniale un piatto classico. Pollo, ostrica, nero di seppia, insalatine, riduzione di sugo d’arrosto e di pollo con vino bianco, prugna salata rum e borsci, rosmarino, pomodoro essiccato e tritato, aglio nero fermentato.  Complesso, intrigante mix tra la terra e il mare, trasmette una sensazione goduriosa.

Piatto che ci mette in evidente difficoltà verso il bon ton, perché per apprezzarlo fino in fondo, una volta mangiato il contenuto, crostacei e molluschi cotti a bagnomaria,  bisogna bere il sugo dal barattolo, una “botta” di mare estrema.

Essenziale, pensato con tre salse in abbinamento una al succo delle teste intensa, una di ristretto di vino bianco profonda, una di bietola delicata e aromatica. Pensieri vincenti

Una concentrazione di iodio in contrasto con la freschezza del litchi. Soluzione alternativa al sorbetto.

Il fusilloro di Verrigni  di per se è un prodotto sopra le righe, in questa preparazione viene esaltato, in un piatto che trova la goduria, quella vera, per gli amanti della pasta secca.

 

Un mix tra l’agrodolce, una leggera nota amara delle melenzane e quella lievemente acidula dei roscani a far da corollario al rombo.

Cottura della carne che meglio non si può, delicato e lungo allo stesso tempo, da rimarcare l’eleganza nella cacciagione, cosa non semplice.

Un pre dessert moderno, senza l’ansia e il peso dello zucchero per un fine pasto.

Degna chiusura di un pranzo straordinario.

Una cucina che ha trovato l’equilibrio tra testa e pancia, tra quelle che sono le tecniche e quello che è la materia prima. Lontano dagli effetti speciali, lontano dalle sovrastrutture nei piatti, lontano da mode momentanee, semmai da queste parti le mode si lanciano. I piatti sono anche belli, ma nella bellezza che solo l’essenzialità riesce ad esaltare,  senza effimero.  Piatti  pensati e ragionati per chi ha voglia di approfondire, golosi e facilmente leggibili per chi non ha voglia di farlo.  Una cucina al top, non solo in Italia a mio avviso.


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