Le meravigliosa degustazione de Le Braci Severino Garofano 2007-2000 a Radici Wines

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Seconda degustazione a Radici Wines: a Casale Ferrovia di Carovigno in campo il meraviglioso Negroamaro Le Braci, coltivato ad alberello, pensato da Severino Garofano e adesso portato avanti con serietà e dedizione dai figlie Stefano e Renata. Una viticoltura del Sud classica, ossia in uno dei territori più caldi dell’Italia ma per sua fortuna immerso tra due mari e dunque ben ventilato.
In questo vino c’è tutta la sapienza accumulata dal grande enologo che ha regalato al Sud gioielli indimenticabili e mai più eguagliati in seguito se non dal Primitivo Es di Gianfranco Fino.

2007

L’annata è calda, c’è una nota alcolica che subito colpisce il naso, poi seguita dal gran fresco e dalla frutta ben matura ma non cotta. In bocca il rosso attacca senza mediazioni dolcine che pur si potrebbero attendere dal naso favorendo la salivazione con rimandi fruttati e terrosi. Un rosso molto ampio, lungo, di buon corpo, piacevole. Si tratta di un rosso che ha già raggiunto un certo equilibrio, una sorta di velocità di crociera che si presume dovrà mantenere ancora per molto tempo. Voto 89

 

2006

Il naso è meno esuberante del 2006, bisogna cercarlo con pazienza. Anche il corpo è un po’ più esile e l’acidità ha una vetrina più ampia. In bocca è più sottile, ma comunque piena. Rispetto alla 2007, la bocca è un po’ più dolce, percezione che si avverte soprattutto nel finale, meno preciso. Un vino che è alla ricerca ancora di un equilibrio. Voto 88

2004
Ci sono note balsamiche, mentolate, di frutta rosso. In bocca è rifrancante, davvero molto piacevole. E’ un vino di ampie prospettive di elevamento ancora ulteriore perché con il tempo il vino avrà ancora maggiore tonicità.  Grande materia, ricco, lungo, piacevole. Un bicchiere che è completamente nelle mie preferenze perché è al tempo stesso molto potente e agile, rinfrancante.Voto 91

 

2003

Un vino che non ti aspetti: nonostante il caldo asfissiante in una zona calda, il rosso appare completo, piacevole, incredibilmente pimpante. Ha sicuramente un rimando con il 2007 ma è paradossalmente più tonico, più scattante, potente, lunghissimo. Un grande vino,  piacevole, comunque già in equilibrio perché la piacevolezza della frutta sia al naso che al palato è incapsulata dall’acidità.  Voto 90

 

2001

Annata che appare ben registrata, ma con un tannino più asciutto  che non consente al rosso di distendersi sino in fondo. Ancora una volta è l’acidità a salvare tutto l’impianto e a risolvere le soste nel palato di questa massa enorme e piacevole. Voto 87

 

2000
Ancora una volta si conferma la mia idiosincrasia per questo millesimo che appare ovunque irrisolto in Italia. Un campione ben allenato in palestra che poi fallisce tutte le care. La massa enorme si ferma al centro bocca, il vino asciuga il palato e, unico caso in tutti e sei le annate, l’acidità non riesce a capovolgere questa situazione. Un vino che non vale più la pena di aspettare. Ormai si è capito che la 2000 è un’annata da dimenticare. Voto 85

 


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