Tra le vigne dei Romani e sul castello medioevale
Guidati dai volontari impegnati negli scavi archeologici, dal direttore del ricchissimo e straordinario museo di Mondragone Luigi Crimaco e dall’assessore Sorvillo, giriamo un pomeriggio di metà settembre tra il monte Massico e il monte Petrino sulle tracce del Falerno. Sono ben visibili ancora i terrazzamenti romani dove veniva coltivato il vino più famoso e importante dell’antichità. Sulla cima del monte Petrino c’è un villaggio medioevale nel quale sono al lavoro i volontari guidati da Luigi. Nella vallata tra i due monti c’è sempre vento e buona escursione termica, una precondizione per la viticoltura di qualità. Finalmente ho capito le basi pedoclimatiche di un successo commerciale senza precedenti e mai più eguagliato se non dallo Champagne.
La lunga salita sulla cima è tosta, sono le 14,30 e siamo almeno a 40 gradi. Fortuna che gambe e cuore reggono ancora bene alla faccia dei giornalisti”a chilometro zero”. Tiè. E poi il maestrale che soffia dal mare aiuta molto
Con l’enologo Nicola Trabucco, vista su Gomorra. Dall’alto è spettacolare e intrigante. Ce la faremo, tutto si può cambiare.
Grazie al vino e alla viticoltura, alla competenza e alla passione degli archeologi, cercheremo di dare una lettura nuova a questo territorio.
Dai un'occhiata anche a:
- Vini Quintodecimo – Nuove annate
- Cantina Cianciulli ad Andretta: fiano e aglianico in altura
- Cantine dell’Angelo a Tufo, passione per il Greco di Tufo
- L’Enoturismo a Cantine Astroni, nel cuore di Napoli
- Masseria Piccirillo: il cuore del Pallagrello, Giovanni da Bordeaux a Caiazzo
- Il Vesuvio, la unica e straordinaria nuova frontiera degli enoturisti
- Masseria Vigne Vecchie a Solopaca: un viaggio nel cuore del Sannio
- Cantina 2 Vite a Taurasi di Vincenzo Mercurio e Giancarlo Moschetti
