Paestum, Verticale di Montevetrano 2007-2006-2005-2004

Pubblicato in: Verticali e orizzontali

di Marina Alaimo

Anteprima 2007 al Salone della Mozzarella
Finalmente ho conosciuto di persona Silvia Imparato, la signora del vino, in occasione della verticale di Montevetrano organizzata dall’Ais Cilento, uno degli appuntamenti del Salone della Mozzarella di Bufala nella stupenda cornice del Ristorante Nettuno all’interno delle mura di Paestum. L’antica storia di questi luoghi è fortemente legata al culto del vino, ritenuto bevanda preziosa e nobile in quanto materia viva e riconducibile alla divinità di Dioniso, pertanto non veniva consumato durante i pasti, come testimoniano alcune raffigurazioni su reperti archeologici del luogo, tra i quali la celeberrima Tomba del Tuffatore (simbolo del passaggio dalla vita alla more), bensì durante il Simposio, momento che seguiva il banchetto. Il simposiasta regolamentava il taglio del vino con acqua, spezie ed addirittura formaggio grattugiato, il tutto contornato da momenti culturali legati alla musica ed alla letteratura.
Ben altra cosa è il Montevetrano di Silvia, tra i vini cult italiani, diventato famoso subito, grazie alla grande attenzione dei media e alla direzione di un enologo di grande fama, Riccardo Cotarella. La forte intesa tra i due ha permesso di mantenere nel tempo un successo costante e, straordinariamente, mai messo in discussione da critica e mercato.
La produttrice ci spiega che questa avventura è cominciata quasi per gioco nel 1985 nella tenuta familiare di Montevetrano, in origine di proprietà dei Borbone, nel comune di San Cipriano Picentino, con 27 ettari di terreno di cui 5 a vigneto, ai piedi dei Monti Picentini ed ad un’altitudine che va tra i 100 ed i 150 metri.
Da subito l’idea di puntare su un unico vino di grande spessore, utilizzando vitigni come cabernet sauvignon e merlot, assolutamente sconosciuti sino ad allora nell’area picentina, uniti ad una piccola percentuale di aglianico. La prima uscita del vino sul mercato avviene nel 1992, richiestissimo, tutti lo compravano per rivenderlo o per conservarlo gelosamente in cantina, ancora oggi, momento di grande crisi di mercato, è molto richiesto sia in Italia che all’estero. La strategia della qualità perseguita con ferma convinzione, è stata una solida zattera che ha vinto ogni tempesta.
Fortuna? No, passione, grande sinergia di energie capaci di scegliere coraggiosamente e senza compromessi, interpretando sapientemente il territorio e le diverse annate e decidendo di non uscire sul mercato quando l’annata è negativa, come solo i grandi sanno fare. Molti dei partecipanti alla degustazione hanno chiesto a Silvia se avesse timore per la terribile crisi economica mondiale del momento, con poche incertezze lei ha risposto che i migliori escono quasi indenni e che comunque un produttore di vino nel corso della sua attività è temprato ad affrontare le tantissime difficoltà legate all’agricoltura, al clima ed al mercato.
Silvia racconta con orgoglio il piacere di raccogliere i consensi di coloro che innanzi ad un bicchiere di Montevetrano hanno gioito scegliendolo per celebrare i momenti speciali della loro vita.

A guidare la degustazione sono Silvia Imparato, Luciano Pignataro, Maria Sarnataro delegata AIS Cilento, Clara Barra giornalista della guida Gambero Rosso, le annate sono 2007, 2006, 2005, 2004, dalle caratteristiche piuttosto diverse ma con un filo conduttore che decisamente le accomuna, la proverbiale classe di Silvia Imparato.
Si parte quindi con la 2007, annata che ha fatto temere i produttori per la grande ondata di caldo del mese di agosto, ma che, come spesso accade con i figli più difficili, nel tempo si è rivelata comunque molto interessante, con grande equilibrio gusto-olfattivo. Di colore rosso rubino concentrato, esordisce con intensi aromi di frutta fragrante e non matura come ci si aspetterebbe dal 2007, amarena e ciliegia, leggera speziatura di cioccolato e chiodi di garofano su sottile scia vegetale. L’ingresso in bocca è piacevolissimo, con tannini ben addomesticati e fiera acidità., può crescere in grazia e complessità nel tempo.
La seconda annata degustata è stata la 2004 per scelta della produttrice, accomunandola alla precedente per le difficoltà legate al clima, ma a sua volta rivelatosi un vino di grande spessore e complessità, rubino acceso con bagliori granato, naso profondo con prevalenza dei sentori balsamici ed erbacei, anice stellato, menta secca e foglia di pomodoro, fruttato di ciliegia e prugna su delicate spezie dolci. In bocca esplode in tutta la sua magnificenza con tannini eleganti, morbido, durevole il finale.
Il 2005 rubino luminoso, al primo naso è austero ma di gran classe, con profumi tostati di caffè e cioccolato, emergono lentamente i sentori balsamici di timo tratteggiati da profumi di liquirizia, cannella e frutti del sottobosco. In bocca è estremamente elegante con tannini di rara finezza su una piacevolissima freschezza di fondo, finale lungo e costellato da continui ritorni fruttati.
La 2006 è l’annata preferita dai francesi e dalla produttrice per la timida grazia e la grande eleganza. Rosso rubino luminoso, naso estremamente fine e complesso, dominato da profumi balsamici e cioccolato alla menta, china, frutti di bosco e sottile mineralità. Molto equilibrato al palato, morbido ed avvolgente, di buona struttura, fresco e dai tannini eleganti, con un lungo ricordo fruttato e balsamico.

Come molti sanno, amo abbinare la musica ai vini che mi emozionano particolarmente, scelgo per il Montevetrano il Preludio della Cavalleria Rusticana, di Pietro Mascagni, estremamente elegante e coinvolgente.

Ps: ho solo da aggiungere a questo completo report di Marina che anche io amo molto la 2006, annata di classe di cui avremo fortuna di godere molto a lungo, proprio come è successo per la 1994  (l.p.)


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