Parte il Progetto Vigne Storiche dell’Associazione Viticoltori del Tempo

Pubblicato in: Documento

di Lello Tornatore

Per ” Viti Monumentali e/o Vigne Storiche” si intendono soggetti singoli o organizzati in vigneti specializzati, ed impiantati da almeno 50 anni e che hanno elementi peculiari e caratterizzanti della storia, della cultura e del paesaggio locale. Si definiscono invece ” Secolari”, le viti e le vigne che hanno superato il secolo di vita.

Questo è l’incipit della bozza di statuto della nuova associazione in imminenza di costituzione, illustrata nel corso dell’incontro tenutosi il 24 Maggio presso la sede dell’Osservatorio dell’Appennino Meridionale nel Campus Università degli Studi di Salerno. Aderiscono a tale iniziativa i soci produttori, insieme all’ Osservatorio , ai trasformatori singoli o associati di uve provenienti da viti e vigne storiche ed ai comuni che comprendono nel proprio territorio una o più di queste realtà.

L’acronimo che contraddistingue tali produttori, non poteva essere altro che VI . TE . (viticoltori del tempo). Dopo la breve introduzione del presidente del Consorzio Osservatorio Appennino Meridionale, prof.Aurelio Tomasetti, docente di economia aziendale, volta soprattutto a ringraziare i presenti ed il gruppo di lavoro anima del progetto, c’è stata l’appassionata relazione del direttore, dott. Raffaele Beato, che pur avendo smesso la sua attività istituzionale da dirigente della Regione Campania già da ben sei anni, ha fatto percepire a tutta la platea la forte passione con la quale porta avanti il progetto nel suo nuovo ruolo. “Abbiamo inoltrato un’istanza agli organismi dell’ OCM vini affinchè rivedano la loro scellerata posizione di incentivare l’estirpazione dei vigneti storici”, ha detto il direttore, “consentendoci, così, che si possa aprire una fase di identificazione qualitativa di un territorio”.

Dallo statuto e dalle parole dei relatori e degli intervenuti, si risale allo scopo dell’associazione . A cominciare naturalmente dalla salvaguardia, tutela e promozione di un patrimonio ampelografico di straordinario valore storico-culturale, fino ad implementare il valore della bio-diversità.

Ultimamente infatti, grazie al lavoro dello staff tecnico della Regione Campania, sono stati riscoperti altri cinquanta vitigni di cui si erano perse le tracce. “La promozione e la valorizzazione turistica dei territori di ricaduta delle “Vigne Storiche” è un’altra delle finalità che rientrano nel progetto complessivo che prevede”, ha ribadito il dott. Di Lena, altra colonna del gruppo di lavoro, “il coinvolgimento dei comuni interessati, insieme ai quali si farà un grosso lavoro di comunicazione sul “monumento vite” inteso come elemento che fa la storia, e quindi da ammirare, da visitare e da toccare.

In un momento in cui i consumatori sono “in libera uscita”, in quanto in un paese di circa sessanta milioni di abitanti, solo sette milioni sono abituali consumatori di vino, con un consumo pro-capite che è sceso dai 110 lt degli anni settanta agli attuali 40 lt, esiste anche un problema di quotidianità da curare.

E quindi comunicare il vino attraverso la sua memoria storica , portare i consumatori nei territori delle Vigne Storiche, può essere un ulteriore elemento di riavvicinamento”.

La nutrita partecipazione all’iniziativa, e la folta presenza all’incontro testimoniano la sensibilità delle aziende rispetto all’identificazione di cloni “testimoni del tempo” e di un sano ambientalismo, che implicherà sicuramente una maggiore visibilità dei produttori e dei relativi”soggetti secolari”, per i quali sono in corso le procedure per il riconoscimento da parte del Ministero dei beni culturali ed ambientali .

Molti anche gli interventi dei singoli produttori, tutti entusiasti dell’iniziativa, tra cui Giuseppe Apicella e Luigi Reale di Tramonti, che possono vantare vigne storiche di Tintore e Piedirosso, di Gennaro Papa con il suo Falerno del Massico, Luigi Tecce e Daniela De Gruttola con l’aglianico di Taurasi, Serramanco di Tenuta Mainardi di Aquara, Vincenzo Di Meo de La Sibilla con il Piedirosso dei Campi Flegrei ed altri.” Il 75% della produzione agricola d’eccellenza ( doc, docg, dop e igp) viene dalle zone interne collinari e montuose, ed è da lì che partiremo con le nostre iniziative a sostegno del progetto Vigne Storiche”, conclude così Raffaele Beato, …di nome e di fatto, alla luce della grande voglia di partecipazione che si toccava con mano.



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