Piedirosso dei Campi Flegrei secondo Cantine Astroni

Pubblicato in: Verticali e orizzontali

di Sara Marte

Malazè regala sempre belle sorprese. E’ un incontro da ricordare quello con Gerardo Vernazzaro ed Emanuela Russo presso la loro bella azienda, Cantine Astroni, ed alla presenza del nuovo e giovane enologo Vincenzo Varchetta. Un’atmosfera schietta, semplice ed amichevole ha rallegrato un bel percorso degustativo. Tommaso Luongo e l’Ais Napoli, assieme a Luciano Pignataro e Gerardo Vernazzaro, ci hanno accompagnato attraverso i bicchieri in modo spigliato e informale, regalando un respiro decisamente coinvolgente.

In un’analisi generale del piedirosso, emerge subito il suo ruolo fondamentale di vino estremamente riconoscibile, dai tratti ben delineati e rappresentativo, come pochi, del territorio. Partiamo con i Piedirosso dei Campi Flegrei Colle Rotondella. Questi vini provengono da un’unica vigna dei Camaldoli di circa 3 ettari. Sono dunque cru aziendali .

 

Cominciamo davvero bene con il Piedirosso Colle Rotondella 2012. Splendido esempio di tutto ciò che da un piedirosso si desidera. Naso profumato, composto, tipico, verticale, ottima nitidezza degli aromi. All’assaggio, snello e scorrevole, il vino lascia la bocca pronta ad un altro sorso in una fusione di tannino giusto, sapidità e freschezza. Pulito. Oggi dà grande soddisfazione. Puntiamo su di lui anche in prospettiva. Il preferito.

Piedirosso Colle Rotondella 2011: Bottiglia con ottima coerenza naso-bocca, si sviluppa al palato con grandissima sapidità e buona freschezza. Toni minerali qui e lì, note ematiche, bocca agile e finale composto.

Piedirosso Colle Rotondella 2010: E’ un vino che un po’ si discosta dalle altre bottiglie, ponendo l’accento su una ricchezza maggiore e mostrando un palato di una certa struttura e materia, tannino presente e buona estrazione. Certamente tipico nel complesso gusto-olfattivo.

Per le bottiglie di “Per’e Palummo” delle annate più vecchie, vini non pensati per l’invecchiamento, la degustazione si attesta su un nulla di fatto. Di contro apprezziamo questo salto senza rete di protezione che con generosità e spensieratezza Cantine Astroni ha condiviso con noi presenti.

Bella conclusione, con una nuova bottiglia, che prima di Dicembre non sarà in commercio: il Piedirosso Campi Flegrei Atto a Riserva “Tenuta Camaldoli”2011. Il vino proviene dalla vigna aziendale dei Camaldoli, la stessa dei Colle Rotondella e più precisamente da una selezione mirata delle sue uve. La cura è in ogni singolo dettaglio. I grappoli vengono dai filari più esterni, meglio irradiati dal sole fin sulle radici. I chicchi sono sgranati manualmente. Il vino, così come avveniva tradizionalmente nelle nostre terre, viene a contatto sia con il legno di ciliegio che con quello di castagno. Dunque tino tronco conico di ciliegio per la vinificazione, passa poi in legno di castagno per l’affinamento. Trascorre infine un anno circa in bottiglia. Emanuela Russo mi spiega che, anche l’imbottigliamento, è effettuato in maniera manuale.  Il risultato, chiaramente ancora in divenire, è quello di un bicchiere con naso fortemente complesso. Si arricchisce con sentori di erbe aromatiche, toni minerali, chiodi di garofano ma sempre sviluppandosi con chiarezza attorno ad un tipico piedirosso.  Si passa ad un palato solido e gagliardo, di buona acidità e sapido. Vino che comincia solo ora a scrivere la sua storia.

 


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