Planeta, nella storia moderna del vino siciliano

Pubblicato in: Giro di vite

di Enrico Malgi

L’azienda Planeta ha possedimenti ampelografici in tutta la Sicilia vocata: sull’Etna, nel Siracusano, nel Ragusano e, naturalmente, nell’Agrigentino, ove ha la sua sede principale. Per quanto concerne i vitigni impiantati, essi sono abbondanti come i funghi che spuntano dopo una pioggerellina autunnale e i vini altrettanto, visto che Andrea Anastasio, addetto alle pubbliche relazioni, me ne ha fatti assaggiare14, mancando di poco il quindicesimo, il Nerello Mascalese, che uscirà a breve. Quindi, sarebbe stato oltremodo difficile sceglierne uno tra questi, tutti contrassegnati, comunque, dal marchio di qualità.

Le tappe di questo meraviglioso viaggio riguardano le cinque cantine che Planeta ha inserito all’interno dei propri vigneti. Cinque “boutique wineries”, ciascuna pensata per le specifiche esigenze territoriali. A Sambuca di Sicilia, in provincia di Agrigento, i vigneti si estendono per 102 ettari, impiantati a Grecanico, Chardonnay, e Nero D’avola. A Menfi, sempre in provincia di Agrigento, sui 178 ettari sono allevati i vitigni Syrah, Viognier, Fiano, Nero d’Avola, Merlot, Cabernet Franc, Cabernet Sauvignon e Petit Verdot. A Castiglione di Sicilia, in provincia di Catania, 19 ettari impiantati a Carricante, Pinot Nero, Riesling e Nerello Mascalese. A Vittoria, in provincia di Ragusa, 39 ettari di Nero d’Avola e Frappato. A Noto, in provincia di Siracusa, 60 ettari impiantati a Nero d’Avola e Moscato bianco. A questi vanno aggiunti 98 ettari coltivati ad uliveto, per ricavarne quattro tipologie di olio extravergine. Un’estensione terriera, quindi, vasta e largamente produttiva e, comunque, tutta contraddistinta da un filo conduttore: la tutela ed il rispetto del territorio con una sostenibilità ambientale, che avviene attraverso l’utilizzo di pannelli solari, biomasse e il riciclaggio dei materiali residuali.

L’azienda, nata all’inizio degli anni ’90 del secolo scorso, è attualmente retta dai fratelli Santi ed Alessio Planeta, insieme con la loro cugina Francesca. Alessio, dopo la prematura morte di Carlo Corino, è anche l’enologo della Casa. Come abbiamo visto, i vitigni impiantati sono eterogenei: tutti quelli tipici siciliani, uno campano, uno tedesco e poi quelli di estrazione francese, che all’inizio del percorso sembravano suscitare molte perplessità ed invece si sono ambientati talmente bene, tanto da rivelarsi tutti vincenti. Ecco qui, allora, la completa, variegata e premiata produzione: La Segreta rosso, blend di Nero d’Avola, Merlot, Syrah e Cabernet Franc; Cerasuolo di Vittoria, classica unione di Nero d’Avola e Frappato; Plumbago, Nero d’Avola in purezza; Santa Cecilia, anche qui solo Nero d’Avola; Syrah in purezza; Merlot al 95%, con piccole aggiunte di Petit Verdot; Burdese, affastellato da Cabernet Sauvignon al 70% e saldo di Cabernet Franc; Rosé, con solo Syrah; La Segreta bianco, uvaggio di Grecanico al 50% e l’altra metà di Chardonnay, Viognier e Fiano; Alastro, con Grecanico in purezza; Carricante al 100%; Cometa, Fiano in purezza che, vi assicuro, non teme paragoni con le migliori bottiglie irpine, anzi, secondo me in alcune annate, come la 2004 e la 2005, è sicuramente imbattibile. Chardonnay al 100%, il vino che più di tutti all’inizio suscitava qualche dubbio. Com’è possibile, ci si chiedeva, che un simile vitigno, nato dall’incrocio del Pinot Noir con il Gouais Blanc, pur prediligendo zone temperate, potesse attecchire così bene sotto il cocente sole delle lande siciliane? Eppure ci è riuscito appieno, perché il vino ricavato da questo vitigno non teme concorrenza, neanche con quello prodotto nei territori originari della Borgogna. Per finire il Passito di Noto, 100% Moscato bianco.

In tutti questi territori, ovviamente, esistono condizioni climatiche molto disparate e terreni con diverse conformazioni, che vanno dal calcareo, all’argilloso, sabbia, tufo, minerali, ecc. In tutto questo, si inserisce il profondo legame territoriale con la più antica tradizione enologica siciliana e il suo inestimabile patrimonio di varietà autoctone, che vengono coltivate esclusivamente nelle rispettive zone d’elezione. In conclusione, quindi, l’azienda Planeta prosegue imperterrita l’epopea nel mondo del vino con grande determinazione e con impegno totale ed appassionato e che, nonostante la grande resa quantitativa, ne fanno una stella di prima grandezza di tutta l’’enologia italiana, soprattutto sul versante qualitativo. E così è!

Sede a Menfi (AG) – Contrada Dispensa – Tel. +39 0925/80009 – Fax +39 0925/80072 – marketing@planeta.itwww.planeta.it – Ettari: 500. Di cui 400 vitati – Enologo: Alessio Planeta – Bottiglie prodotte: 2.200.000 – Vitigni: Nero d’Avola, Frappato, Nerello Mascalese, Syrah, Merlot, Cabernet Sauvignon, Cabernet Franc, Pinot Nero, Petit Verdot, Grecanico, Carricante, Moscato bianco, Fiano, Chardonnay, Viognier e Riesling.


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