Quando riapriranno ristoranti e pizzerie? Speranza apre una finestra ipotetica a maggio

Pubblicato in: Verticali e orizzontali

Roberto Speranza

Il Covid ha messo alle corde il sistema ristorativo italiano che oggi manifesta a Roma, la pelle del Paese, una delle caratteristiche per cui siamo conosciuti in tutto il mondo. Non è più un problema solo economico, anche se ormai a distanza di 13 mesi pesa moltissimo, ma anche psicologico. Inizio a veder meno l’ottimismo di chi ha sempre buttato il cuore oltre l’ostacolo, anche di chef che sono al top di tutte le classifiche.

Il motivo è semplice: lo Stato ha dimostrato di essere presente con questa categoria solo quando si tratta di fare controlli, magari il sabato sera in orario di apertura, con i suoi mille tentacoli burocratici in base ai quali una struttura può essere visitata almeno una decina di ovlte al’anno da enti diversi e per svariati motivi.
Lo Stato ha dimostrato di non esistere quando è scattata l’emergenza, di non capire che non tutti i locali hanno le stesse caratteristiche.
Così ristoranti e pizzaioli hanno visto gli assembramenti nelle strade delle città, nei supermercati nonostante abbiano investito in sicurezza anti Covid così come gli era stato detto e imposto alcune migiaia di euro. Speso aprire in condizioni impossibili rinunciando dal 30 al 50 per cento dei posti-tavola.

Ora la domanda è

Quando riapriranno ristoranti e pizzerie?

Lo scenario peggiore, da incubo, è il ponte del 2 giugno, che capita di mercoledì, proprio a centro settimana. L’ala dura, ideologica, del governo, quello che deve punire la ristorazione a precindere perchè letta come una categoria di evasori e non di persone che si sacrificano dalla mattina alla sera, punta a raggiungere l’immunità di tutte le fasce a più a rischio, ossia dai 60 in su per poi dare un parziale via libera.

C’è chi invece spinge ad aprire appena possibile, appena i dati saranno da zona gialla, ma sappiamo che il decreto del governo non sarà modificato sino al 30 aprile, in primo luogo perchè si tratta di altri 18 giorni, poi perchè di fatto comprende la festa del 25 (che quest’anno cade di domenica) e il 1 maggio che è sabato. Quindi entro il 30 sarà fatto un altro decreto e solo in quel caso sapremo se quello che ha dichiarato oggi Speranza a Repubblica, preceduto da mille postille prcauzionali, effettivamente si potranno precedere alcune zone gialle a partire da lunedì 3 maggio.

La domanda è dunque: cosa farà il governo in questo mese? Ancora ristori che servono a malapena a pagare alcune spese fisse? Moriranno altre decine di migliaia di aziende? Le speranze dei nostri ragazzi impegnati nella ristorazione saranno definitivamente seppellitte sotto il culo caldo di ci ha uno stipendio fisso o una pensione e che non ha person un solo euro in questi 13 mesi.

Sarebbe infatti interessante vedere la reazione se, oltre a colpire le partite IVa senza alcune pieta, il governo avesse deciso di abbassare gli stpendi non del 90% come è avvenuto per i guadagni dei piccoli imprenditori, ma anche solo del 10%

Il Covid ha dunque evidenziato ancora una volta un paese ingiusto e impreparato ad affrontare l’emergenza: sembra di rileggere l”impreparazione con cui l’Italia è entrata in guerra  nel 1915 e nel 1940: una burocrazia corrota che si misura sulla percentuale delle mazzette incassate e non sui risultati è lo scheletro di uno Stato che se non è capace di tutelare tutti i suoi cittadini, ha davvero poche ragioni d’essere.

 

Ps: mi auguro che prima di condannare la violenza che è qualcosa di scontato e dovuto, i diversi esponenti politici che siedono in Parlamento perchè nominati e non per le proprie capacità di costruire il consenso come avveniva nella Prima Repubblica, esprimano solidarietà alle famiglie impoverite e portate sull’orlo dell’indigenza dalla loro indifferenza al problema.

 


Dai un'occhiata anche a:

Exit mobile version