
Ristorante Dieci sedie a Tuscania
Largo della Neve, 2
Tel. 342 745 8072
Aperto: solo a cena, la domenica a pranzo
Chiuso: domenica sera e lunedì
Prenotazione obbligatoria
Menu fisso (bevande incluse) 45 euro.
di Virginia Di Falco
Dopo una lunga esperienza lavorativa tra Italia ed estero lo chef Pietro Paolo Raspini, ormai quasi dieci anni fa, decide di aprire il suo ristorante a Tuscania, suggestivo borgo della Tuscia viterbese.
Siamo entro le mura, il locale si trova in un grazioso slarghetto che permette nella bella stagione di cenare al fresco.
All’interno, qualche parete è stata lasciata in pietra di tufo, l’arredo è rustico e colorato con tante sedie che in tante fogge, forme e misure sono le vere protagoniste della sala.
Si presenta sin dall’ingresso come un luogo che ha un’anima. D’altro canto è così che lo ha voluto lo chef, pensandolo come un cenacolo accogliente, con l’atmosfera di casa, e una cucina semplice ma pensata.
Qui si viene per mangiare pesce, con un menu fisso – giornaliero a seconda di pescato e mercato – e a prezzo altrettanto fisso, compreso di vino e acqua. Prendere o lasciare.
Diciamo che bisogna essere preparati: fa un certo effetto veder stappare la bottiglia di vermentino al tavolo senza poter aprire becco. Gira una sola etichetta alla volta (per la cronaca, a noi è toccato un IGT Toscana). Anche qui, prendere o lasciare. Per l’acqua, come per il vino, sono previste bottiglie ad libitum, senza limiti: il prezzo finale del pasto resterà invariato.
Il servizio vede un uomo solo al comando (anche se da poco affiancato da Alice, la figlia dello chef): è il vulcanico Augusto che conquista per accoglienza e simpatia. Soprattutto, ha un governo della sala notevole. Nessuno resta senza pane, o senza bere, o con il piatto vuoto davanti per più di un minuto. E questo anche la domenica a pranzo, quando non c’è più neppure una sedia libera, se non quelle di antiquariato appese alle pareti.
Il mestiere c’è, il menu fisso ovviamente agevola, e dunque funziona tutto come un orologio svizzero. Quattro antipasti, un primo piatto, due secondi, dolce e caffè.
Il pesce è trattato con rispetto della materia, e un pizzico di fantasia che non guasta. C’è un utilizzo dell’orto garbato ma convinto (e qui nella Tuscia non potrebbe essere altrimenti); i sapori sono puliti, delicati, si vede che dietro c’è una testa pensante e nessun accenno di ego ipertrofico. Si lavora davvero per una sala felice.
Lo chef si affaccia solo al momento del servizio del risotto di mare, per impiattare e salutare i tanti habituè. E, proprio come nelle domeniche in famiglia, è previsto il bis. Basta chiedere.
Ecco allora, qui di seguito, cosa “è toccato” a noi:
Insomma, questa alle Dieci sedie può rivelarsi una esperienza più che soddisfacente e godibile, da vivere con spensieratezza senza stress. Rapporto qualità prezzo ovviamente imbattibile. La prenotazione è obbligatoria e va fatta con anticipo: qui è sempre pieno.
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