Roma, la cucina di Massimo Riccioli al Majestic

di Virginia Di Falco

Due notizie. La prima è che da qualche mese l’ottima cucina di pesce per la quale Massimo Riccioli è famoso la trovate anche in via Veneto, nelle sale neoclassiche dell’Hotel Majestic. La seconda è che a pranzo funziona una formula bistrot a 30 euro (un antipasto con un primo oppure un secondo) cosa abbastanza difficile se non impossibile da trovare nei ristoranti gourmet della capitale.

Dopo tanti anni a capo della brigata de La Rosetta – fino all’anno scorso una stella Michelin a due passi dal Pantheon – Riccioli ha deciso di lanciarsi in una nuova sfida, forte dell’esperienza e della tradizione familiare.

Sala elegante, si diceva, con un servizio professionale come ci si aspetta in un ristorante d’albergo, ma con in più un tocco di partecipazione che non guasta.
Cestino del pane ricco e vario, con anche focaccine e grissini ma, soprattutto, con un pane nero notevole (lo stesso che viene servito insieme al burro bretone con le ostriche, delle quali Riccioli è una grande conoscitore).


Anche qui, come alla Rosetta, crudi di grande qualità. A pranzo un menu semplificato, rispetto alla sera, con sei o sette  diversi antipasti, così come per i primi e i secondi. E una proposta di bianco e di rosso al bicchiere.
Carta dei vini di spessore; e guarda con curiosità e competenza alle bollicine francesi.

Piatti tutti ben impostati, con chiari richiami alla Sicilia, terra d’origine dello chef. Ricette non inventate, immediate, leggibili, dove l’intento non è quello di stupire con effetti speciali ma di proporre abbinamenti classici con ingredienti e prodotti di qualità. A partire da verdure ed ortaggi.

Ed è infatti un po’ a sorpresa il sapore dei pomodori a colpire subito nella panzanella di calamari molto più che il mollusco: antipasto fresco, profumato, davvero un bel piatto per cominciare. Di buon equilibrio il gioco dolce sapido nell’insalata di baccalà e zucca.

Versione rossa, anche se con un pomodoro appena scottato, il ragu’ di cernia con delle fettuccine molto leggere, callose al punto giusto e senza amido in eccesso.
Si ritorna invece alla romanità con le trofie alla carbonara di zucchine, piatto ricco e di sostanza, nonostante gli ingredienti (una volta) poveri. Notevole la mantecatura, che fa però somigliare il piatto più ad una cacio e pepe che ad una carbonara; con la bella sorpresa delle zucchine che riescono a farsi valere fino all’ultimo boccone.

Anche le verdure grigliate servite come una millefoglie di zucchine e melanzane insieme alla mozzarella di bufala si distinguono per freschezza e sapore; mentre si ripassa dalla Sicilia con il filetto di ricciola all’uva, servito su una caponatina che da sola vale il pranzo.

Chiusura in dolcezza con il tiramisu’ al bicchiere.
Molto mestiere, sia in sala che in cucina, grande attenzione agli ospiti (Riccioli ama girare tra i tavoli per una chiacchiera e un saluto) oltre alla piacevole sensazione che prova chi ama Roma di fronte al recupero qualitativo di un pezzetto di via Veneto.

Per il pranzo spenderete 30 euro per la formula bistrot, alla carta sui 55 (di più, ovviamente, se si scelgono i crudi di pesce o le ostriche).

Massimo Riccioli Ristorante Bistrot
Via Vittorio Veneto, 50
Tel +39 06 421441
Fax +39 06 4880984
Aperto dal lunedi al sabato dalle 12:15 alle 23:00
Chiuso: domenica

www.hotelmajestic.com 


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