San Sebastiano al Vesuvio e la nuova cantina Poggio Ridente

Pubblicato in: Giro di vite

di Sara Marte

Nei primi del Novecento a San Sebastiano al Vesuvio la popolazione era di un migliaio di persone e poco più. Man mano che gli insediamenti sulle pendici di questa terra nera e fertile aumentarono, le colture tradizionali e la campagna, che avevano dominato fino alla fine degli anni sessanta, diminuirono. Oggi c’è un forte ritorno alla terra ed una rinnovata affezione alle produzioni locali; capofila, di certo, le albicocche o meglio dette “crisommole” e il pomodorino del Vesuvio. Infine il vino.

I vigneti della giovane Azienda Agricola Poggio Ridente sono storicamente qui a San Sebastiano al Vesuvio così come la famiglia De Luca Picione. Col vino hanno da sempre dimestichezza  nel suo approccio, contadino e tradizionale, del consumo personale. La terra poi, come nella più classica delle accezioni agricole, non aveva mai una sola coltura ed era sovente considerata grande alleata per mandare avanti le famiglie attraverso una vera economia di sussistenza. Nel cuore del paese, poco più in alto rispetto alla bella chiesa del XVII secolo dedicata a San Sebastiano Martire con la sua cupola maiolicata che svetta a simbolo distintivo del panorama, sorge poi la cantina.

Tutto comincia tre generazioni fa con Ciro De Luca Picione e la moglie Fiorinda Cautiero. Domenico, il nipote che ci ha accolti in azienda, condivide con noi i racconti tramandati di padre in figlio di quando si preparavano le colazioni “ le marenne”, da portare ai militari sul Vesuvio per arrotondare, nella San Sebastiano dei carretti e degli sfusi. Il papà Sebastiano ha continuato la tradizione familiare della campagna, anche se oggi si occupa con successo di un’impresa edile. Lui si è costruito da solo ed il lavoro è sempre stato il grande valore e punto di orgoglio di questa bella famiglia. A soli dieci anni, quando non andava a scuola, si recava nei cantieri a raddrizzare i chiodi, lavoro delegato ai bambini per recuperare materiali costosi. Oggi Domenico ed il fratello Ciro, con il sostegno di tutta la famiglia, si dedicano da 5 anni alla viticoltura, trasformando quella produzione personale anche in un impegno commerciale.

Un bel lavoro di razionalizzazione delle vigne è stato fatto con nuove piante. Sono circa 2 gli ettari di vigneto posti ad un’altezza fra i 300 e i 400 metri sul livello del mare.

Domenico e Ciro, anche loro impegnati nell’impresa edile di famiglia, ricordano quando ogni sabato correvano su in vigna per rendere possibile questa nuova avventura. Sono tre le bottiglie prodotte e aggiungo io: meglio così! Focalizzarsi sul territorio e fare pochi vini ma buoni è certamente auspicabile rispetto a smanie internazionali o onniproduttive per completare “gamme” di cui nessuno sentiva, in realtà, il bisogno. Resistete e non fatevi abbindolare.

La prima uscita è la produzione del 2010. Dei vini il Vesuvio Rosso, aglianico e piedirosso, barrique di secondo e terzo passaggio per un annetto, è ancora un po’ ruvido non per sostanza ma per concetto. Questi ragazzi, che sanno il fatto loro, ne sono consapevoli e hanno belle prospettive su cui puntiamo a occhi chiusi. E’ comunque un prodotto di pronto approccio e buona beva.

I due bianchi sono certamente superiori e pensati in maniera completa e coinvolgente. Gradevole il Vesuvio Bianco 2011, coda di volpe e falanghina, è un campione da vasca. Molto intenso, ha ritorni agrumati e di erbe mediterranee e un fondo di nespole e mela verde. Ha una buona sapidità e una grande freschezza che rendono il bicchiere agile e gustoso. Nel complesso di facile comprensione è una bottiglia da tenere sempre in casa e che mette tutti daccordo. Provata la 2010, notiamo come la grande freschezza e il nerbo acido tengano testa al soggiorno in bottiglia. La catalanesca colpisce l’attenzione. Prima Pompeiano IGT, oggi Catalanesca del Monte Somma IGT è raccolta almeno nella terza settimana di ottobre. Il mestiere, molto ben tramandato, dà vita a un bicchiere con un tocco di garbo e armonia molto piacevoli per un sorso atipico ma non snaturato. Scelgo anche qui il campione da vasca che si sta assestando, ma parla già la lingua giusta. Fiorellini di campo e la ginestra , tanta frutta turgida e vigorosa del territorio introducono a un palato di grandissima sapidità più che freschezza per una bocca calda e riequilibrata dalle durezze. Sottile e godibile termina con una mineralità vesuviana tipica e appagante che nell’evoluzione in bottiglia sarà sempre più evidente. C’è ancora del lavoro da fare ma questo è solo un pregio poichè, fin quando ci sono margini di miglioramento, si può guardare con fiducia al futuro.
L’Azienda Agricola Poggio Ridente è in via Grandi, San Sebastiano al Vesuvio (NA). Tel.0815745376. Sito:www.poggioridentevesuvio.it email: info@poggioridentevesuvio.it . Uve: catalanesca, coda di volpe, falanghina, piedirosso, aglianico. Ettari vitati: 2.

 


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