Toscana 1990: tre Chianti e il Casanova di Neri

Pubblicato in: Verticali e orizzontali
Vini 1990

Ci si ritrova alla Galleria di Poggibonsi tra Giovani Igp. Qui Carlo Macchi ci trascina per farci mangiare mare in mezzo al Chianti prima di una epocale riunione di Garantito Igp con Stefano Tesi, Angelo Peretti, Andrea Petrini, Lorenzo Colombo e Roberto Giuliani. Da anni uno dei pochi segnali di aggregazione in web. Sarà per non siamo figli della rete ma delle reti. Fatto sta che non c’è niente di più bello che degustare vini in questo modo: Antichi Toscani dala cantina di Macchi raffreddato. Un atto di generosita enologica senza precedenti:-)

Ci troviamo così questi quattro vini e ce li godimo tutti. Incredibile ma vero, a distanza di tanti anni quello che ci è piaciuto più di tutti è il Chianti Classico Riserva Selvapiana, un antico Rufina in perfetta forma, fresco, tonico, meraviglioso sul cino con ancora in serbo tante cose da regalare.

Nonostante appartenga ad un’altra era geologica rispeto alla sua attuale evoluzione, paradossalmente il Casanova di Neri è invece quello che, pur affascinante e buono, è quello che ci ha rilassato di meno il palato. Troppo esuberante e materico per i Giovani Igp.

A metà strada gli altri due, verso il Rufina il Ser Lapo di Castello di Fonterutoli. In dirzione del Casanova di Neri il Monsanto del Poggio.

CONCLUSIONI
Non siamo nei mitici anni ’80, ma sicuramente impressione bere questi rossi a distanza di tanti anni e vedere come hanno tenuto bene nel tempo. Note di frutta, freschezza, legno ben digerito come si diceva qualche anno fa, nessuna esasperazione per stupire inutilmente il palato.
Spesso per godere il vino bisogna aspettarlo nel tempo. Ma la domanda finale è stata un po’ inquietante: quanti rossi del decennio successivo avranno questa capacità di affascinare chi li stappa?
Ne parliamo tra 20 anni:-)


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