Via del Gallo, 22
Tel. 0761.443388 – Fax 0761.443628
Aperto a pranzo e a cena
Chiuso: lunedi
gallotus@tin.it
Dentro le mura di Tuscania, piccolo gioiello del viterbese, prima centro etrusco e poi municipio romano, è aperta dal 1948 la locanda del Gallo, oggi piccolo albergo d’antan, con accogliente salotto e wine bar e un ristorante che, pur rinnovato, difende con onore da più di mezzo secolo i prodotti del territorio.
La sala è stata rimessa a nuovo da poco, galli e galletti di tutte le forme, materie e colori dimorano ovunque. Il servizio è molto professionale, abituato a turisti tranquilli ma curiosi, e la cucina cambia di stagione in stagione, rispettando i tempi del mare e quelli della terra. Il menu si apre con una presentazione delle tipicità della zona, dall’olio dop della Tuscia, ai mieli biologici, ai pecorini del viterbese e propone due percorsi di degustazione: quello “del nostro pescato” e quello “del territorio”, ovviamente a base di carne. Nel primo caso troverete solo pesce fresco, le cotture sono leggere, poco impegnative e il risultato convincente, come nel caso dei ravioli con ripieno di pescatrice. Ma è con la selvaggina e i prodotti che ricordano la transumanza che la cucina del Gallo si esprime al meglio: dal benvenuto con la delicata vellutata di ricotta di pecora erborinata, alle zuppe di legumi e verdure, dalla pasta con farina di castagne al sugo di lepre, ai più decisi medaglioni di capriolo, con rapa rossa e salsa di senape, ai sapori veraci delle verdure nello sformatino al forno, alla sella di agnello con la menta glassata. Ricerca e tradizione si tengono testa senza confondersi – e confondere – ed è anche per questo che forse un arredamento più sobrio ed elegante (senza quadrettoni da finta trattoria, per capirci) avrebbe fatto più onore allo stile della cucina. Il pane e i grissini sono fatti in casa, così come i dolci e la lista dei vini si distingue per proposte interessanti, soprattutto dopo la recente apertura dell’enoteca, a due passi dal ristorante. Conto sui 60 euro.
Virginia Di Falco
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