Verticale cuvée Annamaria Clementi – Ca’ del Bosco annate 2004 -2001-1985

Pubblicato in: Verticali e orizzontali
cuvée Annamaria Clementi Ca’ del Bosco

di Teresa Mincione

Ca’ del Bosco. Il sogno di un bambino diventato realtà. E’ in Franciacorta, regione vitivinicola della Lombardia considerata “la piccola Champagne italiana”, che un ragazzino di nome Maurizio Zanella, diede vita al suo sogno più grande: produrre in Italia un grande vino, così come si faceva oltralpe. Una folgorante intuizione di quale sarebbe potuta essere una vita vissuta alla luce della sua realizzazione. La magia affonda radici nel passato, a quando Annamaria Clementi Zanella acquistò, in collina ad Erbusco, una piccola casa di campagna, soprannominata “Ca’ del bosc“.

L’incontro fra il giovanissimo Maurizio Zanella e la dolcezza della Franciacorta, avvenne con due ettari di proprietà. Il preludio di un amore di una vita. Quella che era una casa immersa in un bosco di castagni, si trasformò, grazie alla maestria di Maurizio, in una delle più moderne e avanzate cantine d’Italia. Un’azienda destinata a scandire la storia della Franciacorta, affiancando ad eccellenti vini fermi, mirabili bollicine. Il 1968, fu l’anno dell’impianto dei primi vigneti ad opera del fattore dell’azienda Antonio Gandossi. Il successivo, con la collaborazione di André Dubois, chef de cave, nasceva il primo Franciacorta Pinot Millesimato. Nel 1980 nascono il Brut di Pinot Nero e il Maurizio Zanella. I tempi corrono e oggi è Stefano Capelli, enologo, a “gestire” i 51+108 (in affitto) ettari vitati. I terreni sono calcarei, morenico glaciali (a sud) caratterizzati da una buona percentuale di scheletro. Ciò contribuisce a denotarli per l’altissimo profilo qualitativo. Un territorio particolarmente vocato per la produzione di vini bianchi e in special modo per le basi spumante. Da una casa nel bosco alla nascita dell’eccellenza in Franciacorta. Nel 1989, il Franciacorta millesimato viene dedicato alla madre e si trasforma nella prestigiosa cuvée Annamaria Clementi. Ereditando le parole di Veronelli: “a quel ragazzo, soprattutto a lui, è dovuto il successo della Franciacorta. Ci buttò dentro la rabbiosa volontà del meglio, dell’esasperata selezione, del qualitativo estremo”.

Cuvée Annamaria Clementi

Solo il meglio delle uve raccolte sono predestinate a questo vino simbolo. E solo nelle annate migliori. Un calice nato dalla meticolosa vinificazione e un lunghissimo affinamento in bottiglia, per oltre sei anni a contatto con i lieviti.

I vitigni

Chardonnay: vitigno a bacca bianca di origine francese, presente in Franciacorta sin dagli anni ’50. C’è chi lega la sua introduzione nel territorio bresciano alla presenza dell’altra varietà di uva a bacca bianca: il Pinot Bianco. Grazie alla nerboluta consistenza, buona struttura, e alla spiccata freschezza, è impiegato sia nella produzione di vini-base che per la produzione di vini fermi in purezza. Capace di esprimere il massimo in terroir diversi, e tenace nel mantenere le caratteristiche che lo rendono riconoscibile. Nel panorama della Franciacorta, le viti di Chardonnay, hanno riportato una grande regolarità produttiva, una buona conformazione del grappolo, un grado zuccherino elevato e un colore dorato degli acini. Sintomo della grande adattabilità di quello che per tutti è il più famoso tra i vitigni internazionali ubiquitari. Vitigno autorizzato per la provincia di Brescia dal 1980, e ad oggi, copre 2.000 ettari di terreni registrati nell’Albo del Franciacorta, ossia circa l’80% della superficie totale della Franciacorta.

Il Pinot Nero in Franciacorta? Una continua scoperta! Originario della Borgogna, copre il 15% della superficie totale della Franciacorta. E’ la seconda varietà presente sul territorio. Vitigno pregiato, dalle grandi complessità in vigna quanto in cantina. Dalla variabilità comportamentale indomata e imprevedibile, ma se gestito al meglio in grado di dare ottimi risultati sia vinificato in rosso che spumantizzato. Vitigno che conferisce carattere, struttura, complessità e longevità.

Pinot Bianco: l’outsider dei tre. Terzo vitigno per diffusione in Franciacorta. Esponente della famiglia dei Pinot, occupa all’incirca il 5% della superficie totale vitata. E’ utilizzato nelle cuvée in percentuale massima del 50%:

A seguire, la verticale di Franciacorta Cuvée Annamaria Clementi nelle annate 2004, 2001 e 1985.

Tre calici, tre espressioni di annate diverse (nonostante la stessa vinificazione). Per tutti e tre i campioni, la sboccatura risale ai primi di Aprile 2015.

Franciacorta Cuvée Annamaria Clementi 2004: (denominazione: Franciacorta riserva) Chardonnay 55%, Pinot Bianco 25%, Pinot Nero 20%. Gr. 12,5%. Nasce da un ventaglio di vigneti: 8 vigne di Chardonnay, la cui età media si aggira attorno ai 33 anni, diversamente ubicate nei comuni di Adro, Corte Franca, Erbusco, Iseo e Passirano; 2 vigne di Pinot Bianco, dall’età media di 21 anni, site a Passirano; 6 vigne di Pinot Nero, dall’età media di 27 anni, ubicate ad Erbusco, Iseo e Passirano). L’annata? Figlia della calda 2003, l’avvio di stagione della 2004 è stato ritardato e poco regolare. Giugno e Luglio sono trascorsi in assenza di stress idrico e con temperature nella norma. La vendemmia si è registrata nella prima decade di Settembre 2004 con una meticolosa selezione manuale dei grappoli prima della spremitura. Una raccolta moderatamente tardiva ha consentito di ereditare un profilo di freschezza, mineralità e finezza.

La vinificazione che caratterizza questo calice è il frutto di una minuziosa cura ed attenta ricerca verso lo stile Ca’ del Bosco. I vini base sono ottenuti esclusivamente da mosti di primissima spremitura. Piccole botti di rovere di legni selezionati e stagionati per almeno tre anni, il locus prescelto per la fermentazione alcolica. La malolattica si svolge nei sei mesi nei quali il vino resta sui propri lieviti per (altri) sei mesi. Un calice che nasce come il frutto del solo vino delle migliori botti di proprietà, dei 16 vini base storici. Momento indimenticabile il trasferimento dalle botti al serbatoio di assemblaggio. Serbatoi che attraverso un meccanismo di salita e discesa, attraverso l’ausilio di un unico pistone, lo trasferiscono per gravità. L’affinamento a contatto con i lieviti si protrae per oltre sei anni. Il dégorgemet avviene in assenza di ossigeno per evitare shock ossidativi. Il tiraggio è registrato a Marzo 2005.

Oro brillante arricchito da una carbonica sottile e persistente. Olfatto dolce e goloso nei toni di piccola pasticceria, crem caramel, creme brulee. Vivaci echi di frutta a pasta bianca: mela, pera. Leggera nota di castagna glacee. La nota minerale di potenza fa da sottofondo. L’agrume tarda a farsi annunciare ma con il tempo arricchisce il bouquet. All’assaggio coerenti i ritorni aromatici e di piccola pasticceria, amaretto. Equilibrio, complessità e piacevolezza di bocca. La freschezza mai parca e la setosa traccia sapida rendono il sorso pronto al riassaggio. Persistente. Nonostante gli 84 mesi sui lieviti e i suoi undici anni, ha ancora tanta strada da percorrere.

Cuvée Annamaria Clementi 2001: (denominazione: Franciacorta) Chardonnay 55%, Pinot Bianco 25%, Pinot Nero 20% Gr. 12,5%. Calice che nasce da uve di 10 vigne diverse con età media di 37 anni. Epoca di vendemmia: terza decade di Agosto 2001. La permanenza sui lieviti conta un periodo medio di 6 anni e 6 mesi. Tiraggio registrato a Maggio del 2002.

L’annata 2001 ha visto il susseguirsi di due fasi metereologiche diverse: la prima fase (Novembre del 2000 fino a tutto il mese di Maggio) ha visto in sequenza mesi fortemente piovosi; la seconda fase, da Giugno a metà Settembre, ha registrato un’estate tra le più calde e stabili per la Franciacorta. Le prime fasi del ciclo vegetativo sono state irregolari causa piogge eccessive. Maggio e Giugno in pieno sole e caldo fino a tutto il periodo di attesa, hanno avuto come effetto quello di anticipare la maturazione. Nonostante l’annata perfetta, il calice è leggermente ritroso. Più introverso rispetto al precedente. In compenso, regala al degustatore un profilo molto fresco. La 2001 è espressione di un millesimo che ha ancora molto da raccontare. Giallo paglierino tendente al dorato. Luminoso, carbonica sottile. L’olfatto poggia molto sulla mineralità. Evidente la nota fumè in binomio con un’anima agrumata. Gli echi di fiori sono deliziosi: ginestra, camomilla fresca, iris. Una leggera tostatura dolce accompagna il roteare. Sul finale si fanno spazio note di incenso, cenere, e leggere tostature. Al gusto è sapido, fresco. In questo calice si avverte l’apporto del Pinot Nero ( non oltre il 20% ) mai dominante, contenuto proprio per evitare una traccia troppo intensa e marcante.

Cuvée Annamaria Clementi 1985: (denominazione: Franciacorta). Chardonnay 35%, Pinot Bianco 35%, Pinot Nero 30%. Gr. 12,5%. Epoca di vendemmia: prima decade di Settembre 1985. Imbottigliamento: Aprile 1986. Quel che la mente ricorda, è che la 1985 fu un’annata dalla produzione nei canoni della norma, con uve sane. Leggera presenza di precipitazioni solo nella seconda decade di Settembre.

La vinificazione di questo calice ha visto una pressatura soffice delle uve, effettuata attraverso l’ausilio di un torchio tradizionale. La fermentazione alcolica si è svolta in vasche d’acciaio termo condizionate. Successivamente si è realizzato un travaso in piccole botti di rovere per consentire al liquido di terminare la fermentazione alcolica e svolgere la malolattica. Dodici i mesi per la maturazione in piccole botti di rovere. L’affinamento in bottiglie conservate in cantina ad una temperatura di 12°C a contatto con i lieviti per cinque anni prima del degorgement fatto in piccole quantità a richiesta.

Un calice che sfida ogni tempo! Evolve nella sua espressione cromatica con un color oro intenso. Luminoso. Vivo. Una tonalità certamente più stretta dei precedenti. Al naso l’aristocratico bouquet aromatico è intenso. I diversi sentori si alternano ed intrecciano con estrema sinuosità. Tabacco, felce, sottobosco. La nota iodata si accompagna a quella fungina. Si evolvono lentamente sentori di scatola di sigari, cedro. Più si rotea più si esprime. Stuzzica l’olfatto lo zafferano, polvere di caffè, noce moscata. In bocca è maestoso ma sensuale come seta. Freschezza da inebriare. Sapido, intenso e persistente. Grande longevità. Buona chiusura di mandorla nuda. Che dire? Un calice che concede l’onore e il piacere del silenzio. Gustare lo scintillio delle corone di perlage susseguirsi l’una dopo l’altra, l’eco del loro rincorrersi. E’ allo stesso tempo emozionante, impegnativo e di grande fascino. La selezione delle vigne, il terroir, lo spessore del sorso, la sua intensità e raffinatezza, fanno di questo calice un’ indimenticabile esperienza emozionale e gustativa! Le emozioni hanno viaggiato lungo il piacere di ogni assaggio. Perle naturali, bracciali di luce in ogni calice. Leggere come fili di seta tutta italiana. Bollicine che si fanno amare, bollicine che fanno innamorare. Ed io .. m’illumino d’immenso!

 

Ca’ del Bosco è in Via Albano Zanella 13, 25030 – Erbusco (BS) www.cadelbosco.com


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