Verticale di Sassicaia a Napoli: 1996-2000

Pubblicato in: Verticali e orizzontali
Verticale Sassicaia a Napoli con Daniela Scrobogna

di Adele Elisabetta Granieri

Il purosangue dei vini italiani è arrivato a Napoli grazie alla Fis (Fondazione Italiana Sommelier), in occasione della degustazione organizzata presso l’Hotel Terminus di Piazza Garibaldi.

La verticale delle annate 1996, 1997, 1998, 1999 e 2000 si è svolta sotto la guida sapiente di Daniela Scrobogna, responsabile nazionale per la didattica, accompagnata da Veronica Iannone, presidente della delegazione campana.

La degustazione ha avuto inizio con un interessante excursus sulla storia di questo vino, icona dei grandi vini italiani nel mondo.

Daniela incanta la sala con il suo racconto, partendo dagli studi svolti già nel ‘700 da Leopoldo Incisa della Rocchetta sull’ampelografia del Cabernet Sauvignon e del Cabernet Franc. Studi ripresi, quasi un secolo dopo, da Mario Incisa della Rocchetta che, ricevuti in dote i terreni di Bolgheri grazie al matrimonio con Clarice della Gherardesca, decise di impiantarvi il Cabernet Sauvignon, avendo notato che i terreni sassosi della zona, appunto detta Sassicaia, erano molto somiglianti dal punto di vista morfologico a quelli delle Graves di Bordeaux, che ben conosceva perché amico del Barone Rothschild. È qui che Mario coltivò le sue due più grandi passioni: il vino e per i cavalli, quest’ultima consacrata con la creazione della scuderia Dormello Olgiata, casa madre del mitico Ribot.

Mario iniziò a produrre vino dal 1948, ma è solo dal 1968 che venne messo in commercio. Fino al 1967 il Sassicaia rimase dominio strettamente privato, da bere solo nella Tenuta.

Gli Antinori, cugini degli Incisa della Rocchetta misero a disposizione la grande capacità del loro enologo, Giacomo Tachis, che proprio grazie al Sassicaia arrivò ad essere conosciuto in tutto il mondo ed entrò a pieno titolo nella leggenda del primo Supertuscan.

Oggi Tenuta San Guido conta circa 2500 ettari, di cui 75 destinati al Sassicaia, composto per l’85% da Cabernet Sauvignon e per il restante 15% da Cabernet Franc.

 

La prima annata in degustazione è la 1996. Annata dall’andamento climatico poco favorevole in tutta Italia, ma più clemente nella zona della Costa Toscana ed in particolare a Bolgheri, dove l’uva è riuscita a raggiungere una maturazione ottimale. La vendemmia è iniziata il 16 Settembre.

Il passaggio in legno si è protratto per 22 mesi, con il 50% del vino in barriques di primo passaggio ed il restante 50% in barriques di secondo passaggio. La gradazione alcolica è di 12.5%.

Il vino si presenta di colore granato con unghia aranciata, con al naso sentori di arancia rossa, sottobosco e humus, che si evolvono arricchendosi di una delicata nota di tabacco. In bocca è fresco, di corpo leggero ma presente, con un piacevole finale sapido e tannini quasi impercettibili.

 

Si passa alla 1997, annata caratterizzata da una fine dell’inverno e inizio della primavera temperati e molto secchi e da un’estate calda e soleggiata, che ha consentito di raccogliere le uve con una straordinaria concentrazione zuccherina. La vendemmia ’97 è stata più scarsa del previsto ma è comunque reputata un’annata eccezionale. Il passaggio in legno si è protratto per 22 mesi, con il 50% del vino in barriques di primo passaggio ed il restante 50% in barriques di secondo passaggio. La gradazione alcolica è di 13.5%.

Il colore è un granato carico molto luminoso, al naso si apre con sentori di grafite, seguite da note di frutti di bosco, macchia mediterranea, mirto, bacche di ginepro, cardamomo e, per ultimo, il tabacco. In bocca si avverte la verticalità, il vino è più “consistente”, sostenuto da bella spalla acida e da tannini leggiadri. Estremamente elegante.

 

Segue la 1998, annata il cui andamento stagionale è stato particolarmente favorevole, con una piovosità molto ridotta da metà Maggio all’ultima settimana di Settembre e temperature elevate già a Luglio che si sono protratte anche nel mese seguente. La vendemmia è iniziata nei primi giorni di Settembre. A partire da questa annata annata sono state utilizzate barriques di primo passaggio per il 40% e di secondo passaggio per il 60%, per un affinamento durato 23 mesi. La gradazione alcolica è di 13%.

Il colore è un granato scuro, carico, al naso si presenta con sentori di mirto, frutti di bosco e bacche scure, seguiti da note di sottobosco e tabacco. In bocca è pieno, con un perfetto equilibrio tra note dure e morbide, dai tannini setosi e di grande persistenza.

 

La 1999 è stata un’annata eccezionale, caratterizzata da piogge abbondante a Luglio, che hanno determinato un’ottima crescita vegetativa, e temperature moderate in estate, che non hanno causato stress ai vigneti. La vendemmia è iniziata nei primi giorni di Settembre e si è protratta per circa un mese. Per l’affinamento, durato 23 mesi, sono state utilizzate barriques di primo passaggio per il 40% e di secondo passaggio per il 60%.

Il colore è molto concentrato, con qualche venatura tendente ancora al rubino. Al naso si presenta estremamente complesso, con sentori di china, rabarbaro e sbuffi pepati, seguiti da note di sottobosco, alloro, ginepro, legno di cedro e velati richiami balsamici. In bocca presenta una gran bella struttura, mostra tannini di assoluto pregio, giusta acidità, grande equilibrio, aromi che durano all’infinito in un mescolarsi di sapori mai prevaricanti. Perfetto.

 

La 2000 è stata un’annata caratterizzata da una piovosità quasi assente dai primi mesi di Luglio all’ultima settimana di Settembre. Le temperature si sono mantenute nella media stagionale, favorendo così una maturazione costante con lieve anticipo rispetto alla media. La vendemmia è iniziata durante la prima decade di Settembre e si è protratta per circa tre settimane. Da questa annata l’affinamento, durato 22 mesi, si è svolto per 1/3 in barriques nuove, per 1/3 di secondo passaggio e per 1/3 di quarto passaggio. La gradazione alcolica è di 13.5%.

Il colore è granato carico, con leggera unghia aranciata, al naso si apre con sentori di ribes, bacche di ginepro e mirto, seguiti da note terrose e richiami di spezie dolci. In bocca è più scarno dei precedenti, risulta più morbido perché si ha l’impressione che la freschezza vada scemando, i tannini sono quasi impercettibili. Elegante nei profumi, ma, purtroppo, deludente al sorso.


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