Walter De Batté, il grande artigiano ligure del bianco Mediterraneo

Pubblicato in: Giro di vite

Sono qui sospeso tra la terra e il mare in un paesaggio verticale a me molto familiare, solo che la Costiera Amalfitana è roccia a strapiombo, qui appena appena la visione è meno drastica. Con Fabrizio Scarpato e il delegato Ais di La Spezia Marco Rezzano calpestiamo le vigne di Walter De Batté, ex marinaio sulle orme del padre.

La cremagliera che ci sbalza di 250 metri in altezza per immergerci in un vecchio vigneto di 80 anni piantata a uve bosco, vermentino e albarola è anche il segno fisico di una vita svoltata nel 1991, basta acqua salata, ora è il momento del vino mediterraneo.
Lo visito poco prima della alluvione delle Cinque Terre, quelle immagini dolorose ricordano sempre il prezzo pagato dalla bellezza, la caducità versata al tempo e l’invidia subita dagli dei, che è poi ubris umana, niente altro anche se basta e avanza.

Walter parte dalla necessità di smarcarsi, ricercare i gesti quotidiani ma estremi per cogliere la purezza dell’Europa del Sud: lì al Nord fanno bianco da bianco e lo hanno imposto, come tante altre cose, anche a noi impegnati da sempre a fare bianco da rosso, ossia non rinunciando al sole, alle bucce, alla materia regalata da condizioni molto più favorevoli

Con Primaterra lui gestisce direttamente sei ettari di vigneti, nelle Cinque Terre, a Zorza Riomaggiore. 80% nuovo, alberello appiattito sul filare, cinque grappoli per pianta. Qui e nella vigna visitata c’è il tema dello spazio e quello della mancanza di acqua: ecco perché queste zolle di terraferma sono isole attaccate al continente, nutrono uve adattate, più forte di altre, tramandate nel corso dei decenni con poco commercio e tanto autoconsumo. Per sopravvivere e restare in contatto con l’anima del Medierraneo occidentale che mi attacca la Liguria alla Provenza e alla Catalogna, magari abbracciando la Sardegna e la Corsica. Un Sud meno spudorato, misurato, introverso.

Sul mare navigato dove tra spiagge e cale si celano infiniti altrove, lo stimolo di Ulisse che, chissà per quale recondito impulso del mio inconscio, da bambino ho sempre pensato prigioniero di Calipso da queste parti.
L’acqua è venuta e ha distrutto gli spazi, una metafora, una espiazione che questa terra magnifica ha dovuto pagare per i venti anni di circo italiano, la Sodoma berlusconiana dove hanno regnato meretrici, ladri, mafiosi, baldracche, lenoni, la forma, leghisti e assassini. Circe e Noriega.

Ora vi regalo due grandi bianchi per i prossimi inverni

Altrove 2009 lo beviamo imbottigliato da appena due mesi. Un blend solare di uve bosco, albarola e rossese bianco, rossano di nizza, marsan. Un bianco tiepico, senti il terreno caldo e arido amato da questi chicchi, poi la macerazione di 4-5 giorni con bucce, affinamento in barique di 4° passaggio, sui lieviti per un anno e mezzo, la decantazione in vasca d’acciaio e l’imbottigliamento finale senza filtro.
Color oro. Bel naso floreale e di miele, canfora, cotognata, mela caramellata. Lungo, intenso, immenso

L’idea di non buttar via la buccia? Perché lì c’è il carattere del territorio, irrinunciabile. Come si faceva prima. Affumicato, sapido. Macchia mediterranea, gioco di contrasti con una chiusura amara che pulisce molto bene.

Molto buono, intenso, masticabile, lungo. Ah, quell’anno parte della vigna andò in fumo.

1200 bevute a 17 euro l’una. Perché così poche? Perché così poco?

Harmogel 2008 nasce in vigne vecchie, 80 anni dove si coltivano le uve Bosco e Alabarola da Cinque Terre a Ponzano Val di Magra. E il vermentino spunta da un vigneto dei colli di Luni
7 giorni di macerazione, si affina in roveri e barrique, sui lieviti un anno e un anno di bottiglia.

Un vino più essenziale, austero, salato, entra secco, molto intenso. Abbinabile al piatto nazionale ligure, il pesto.
1800 bottiglie a 16 euro.

Due capolavori assoluti, capaci di sfidare il tempo. Li immagino così, in riva al mare, spennacchiano i bastimenti, Fassbinder. Dove è andato Walter?

Sede a Riomaggiore, via Trarcantu, 25. Tel0187.900127. Cinque ettari, 13mila bottiglie


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