Cetara, le Contaminazioni di Pasquale Torrente per i 50 anni del Convento

Pubblicato in: Eventi da raccontare
Contaminazioni

di Francesca Faratro

50 anni del Convento a Cetara. “Contaminazioni” è il nome che Pasquale Torrente ha  voluto dare  agli incontri organizzati al Convento di Cetara per festeggiare i 50 anni dell’attività di famiglia.
A pochi passi dal mare e nel pieno centro della Costa d’Amalfi, a Cetara, Pasquale ha pensato di ospitare una serie di chef conosciuti in Italia e nel resto del mondo per ‘contaminare’ stili e cucina con una serie di cene a quattro mani.

Lista già pronta per i nomi che si susseguiranno, il primo incontro ha visto di scena Wicky Priyan, lo chef che nella città meneghina dirige il proprio  “Wicky’s Wicuisine”.
Entrambi hanno messo insieme tecniche ed ingredienti preferiti allestendo così una degustazione basata su spunti tradizionali e un gioco di equilibri.
Tutte le portate sono state pensate per esaltare la diversità culturale e, allo stesso tempo, far comunicare e – appunto – contaminare ogni sorta di differenza, ogni linguaggio e ogni colore di pelle. A “contaminare” le diverse serate saranno dunque amici ed ospiti che con le loro influenze lasceranno un segno attraverso le emozioni raccontate con il cibo. Chef, appassionati e palati desiderosi di una originale esperienza di gusto.

“Contaminazioni” – siamo umani: la degustazione

50 anni del Convento a Cetara. Lo start  della serata è un crostino burro e alici salate, il benvenuto classico a Cetara, l’abbinamento cetarese per eccellenza che seduce con sapidità e dolcezza, sempre ben bilanciate.

Si continua con la sequenza degli antipasti proposti dallo chef di casa con la montanarina fritta, pomodoro e parmigiano, secondo tradizione, e il fiore di zucca ripieno di ricotta.

Arricchisce gli antipasti l’omaggio al versante opposto della Costiera, il Cilento: mozzarella di bufala e ricotta firmate Barlotti.

Ed ecco che dopo il rigore a porta vuota di Pasquale Torrente, con i fritti che lo hanno fatto conoscere in tutto il mondo, entra in scena l’anima dello chef Wicky con un carpaccio di branzino, in stile giapponese. Salsa dai sentori asiatici, con l’aggiunta di semi di sesamo a stuzzicare senza stravolgere il pesce.

Sempre Wicky presenta poi il suo gambero, che arriva da Mazara del Vallo. Ben bilanciato, con un connubio di spezie ed aromi che insieme, completano l’estrema delicatezza e la qualità del crostaceo.

Risponde Torrente  con la sua minestra di mare. Tradizionale, il richiamo esplicito è alla minestra “maritata” ma qui realizzata con il pesce che sostituisce il nobile maiale.

Ci sono infatti il gambero, il totano, il tonno.
In abbinamento alla sequenza degli antipasti, la bollicina rosè di Feudi di San Gregorio: Dubl.

Il primo piatto, l’unico della serata, non poteva che essere la cartolina di Cetara:lo spaghetto con la colatura d’alici, l’asso della manica dello chef Torrente, quasi un segno di riconoscimento.

Sapidità ben bilanciata, cottura della pasta perfetta. In abbinamento il Fiano Asterìas dell’azienda Tempa di Zoè.

Si prosegue con il salmone canadese scottato e marinato con cime di rapa saltate in padella. Esecuzione certosina di un pesce che sposa i sapori del Sud con la scarola, il pistacchio e l’olio extravergine di oliva. Aromaticità, consistenze e un leggero amarostico dovuto al vegetale che regala piacere.

Torrente risponde con il suo  tonno su scarola ripassata, richiamando il mare del borgo di pescatori che ospita la serata e la tradizione culinaria locale.

Conclude le portate salate il maialino dello chef Wicky  Priyan: tipico della tradizione giapponese, lessato per 16 ore secondo un’antica tecnica con mela caramellata e senape. Sapori asiatici netti, carni cotte alla perfezione e salsa di condimento che esalta la succulenza di un piatto da vero comfort-food.

In abbinamento il Supercampano Diciotto dell’azienda Tempa di Zoè

Il dolce è di Alfonso Pepe, una monoporzione di profumato pasta babà con crema all’arancia, delicato e di carattere allo stesso tempo..

La serata spegne i riflettori con le zeppole di Pasquale, della scuola di mamma Gilda, portate a tavola ancora fumanti e capaci di sprigionare il profumo della cannella.

E poi c’è l’abbraccio degli chef che insieme, oltre la cucina, condividono l’amicizia e contaminano i palati con gusto e conoscenza e che amano girare il mondo per poi rincontrarsi. Meglio se a Cetara :)


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