Abbazia di Novacella guarda al futuro con la linea “Insolitus”

Pubblicato in: I vini da non perdere
Abbazia di Novacella

di Adele Elisabetta Granieri

Un incontro virtuale con Abbazia di Novacella, per conoscere la nuova linea “Insolitus”, raccontata da Werner Waldboth, direttore commerciale e Celestino Lucin, enologo dell’azienda.

«Il nome che abbiamo scelto vuole enfatizzare il nostro desiderio di percorrere strade differenti, appunto insolite, rispetto alla nostra classica produzione» spiega Werner Waldboth. «L’approccio artigianale che da sempre contraddistingue la nostra filosofia, sia qui a Novacella che nella tenuta Maklhof a Cornaiano, pensiamo sia coerente anche con il desiderio di voler innovare, senza mai accontentarsi dei risultati raggiunti. Solo in questo modo è possibile interpretare i cambiamenti in atto che esigono scelte oculate e attente. L’innalzamento delle temperature, il desiderio di perseguire la strada della sostenibilità ambientale, nonché la continua ricerca di vini che uniscano complessità, forte impronta territoriale e bevibilità, ci hanno spinto a voler trovare un nuovo spazio dove poter sperimentare con lungimiranza e coerenza. La lunghissima storia e la tradizione che abbiamo alle spalle, inoltre, ci consente di poter intraprendere questo viaggio all’interno di un percorso saldo e ben strutturato”.

Ohm Bronner 2019 Mitterberg IGT, prodotto in 1350 bottiglie, è ottenuto con il vitigno Bronner, una della varietà più storiche dell’universo PIWI – acronimo di pilzwiderstandfähige, vitigni resistenti alle malattie fungine – nato in Germania nel 1975 presso l’Istituto di Ricerca di Friburgo. “L’abbiamo chiamato Ohm, utilizzando il simbolo che indica l’unità di misura della resistenza elettrica a livello internazionale, perché pensiamo ben identifichi le caratteristiche di questo vitigno” – afferma Celestino Lucin. “È la nostra prima esperienza con un vitigno resistente. L’abbiamo scelto per diversi motivi, a partire dal suo essere una varietà a maturazione tardiva, quindi ideale per i nostri vigneti che si trovano in Oltradige nella tenuta di Maklhof ad Appiano. Qui le temperature medie sono più alte e con questo vitigno riusciamo ad ottenere un vino che mantiene un’ottima acidità, oltre che un grado alcolico contenuto”. Il Bronner viene coltivato ad Appiano ad un’altitudine di circa 400 metri su terreni ricchi di depositi morenici permeabili su una base porfirica e “Ohm” fermenta in vasche di acciaio, dove matura per circa 6 mesi prima dell’imbottigliamento.
È un vino dai profumi di mela renetta, scorza di limone, erbette e fiori di campo, con una sottile nota iodata di sottofondo. Il sorso è di sorprendente nerbo acido, energico e teso, con una chiusura precisa e senza sbavature, che dona grande eleganza gustativa.

Quota Pinot Bianco 2018 Alto Adige Doc, prodotto in 1700 bottiglie, si confronta con un grande vitigno a bacca bianca che in Alto Adige da sempre è riuscito a trovare terroir in grado di valorizzarlo raggiungendo espressioni di grande eccellenza: il Pinot Bianco. “In questo caso il nome Quota identifica la provenienza del vigneto, il più a settentrione dell’Alto Adige, in grado di regalare al vino una grande personalità” – afferma l’enologo Lucin. Le vigne si arrampicano all’interno di un vigneto particolarmente ripido e formato da terrazzamenti che poggiano su suoli composti da depositi morenici permeabili con esposizione Sud-Ovest. Un vino di grande freschezza e al tempo stesso ricchezza e struttura, che fermenta in barrique e qui matura per 12 mesi prima dell’imbottigliamento.
I richiami di cedro e pesca bianca si arricchiscono di accenni di nocciola tostata e tocchi speziati, che si ritrovano al sorso, generoso, cremoso e avvolgente, con un apporto del legno ben calibrato.

Il terzo e ultimo vino della linea prende il nome di Hora Orange Wine vendemmia 2015, è prodotto in 1500 bottiglie ed è ottenuto da uve Sylvaner allevate nel comprensorio di Abbazia di Novacella. “Tempo e pazienza, sono questi i due segreti di questo nuovo vino, caratterizzato da una trama olfattiva di grande complessità e originalità” – continua Lucin. Hora, infatti, dopo una fermentazione sulle bucce di circa 10 giorni, ha sostato per 24 mesi in botti di rovere da 30 ettolitri e per 18 mesi in barrique, prima di riposare ancora per un anno in bottiglia prima della sua commercializzazione. “È nato un orange wine avvolgente, particolarmente ricco sia nei profumi che al palato, pur mantenendo quel tratto di dinamicità e tensione, tipico dei nostri vini e che anche in questo caso abbiamo voluto cercare con costanza”.
Le note di scorza d’arancia e i richiami di radici ed erbe officinali caratterizzano questo vino dal sorso materico e pieno, connotato da da un fin di bocca dalle suggestioni tanniche e dai ricordi salini.

La linea Insolitus, per le caratteristiche dei vini e l’esiguità della produzione, sarà destinata esclusivamente al canale HoReCa.


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