Un viaggio immersivo nel cuore delle Marche, tra silenzi rigeneranti, relax avvolgente, tavole sincere, olio – turismo consapevole e borghi incantati

di Tonia Credendino
Una collina di ulivi, luce e ascolto
Sono arrivata a Collelago nel tardo pomeriggio, quando il cielo si arrende al rosa e le colline marchigiane sembrano respirare più lente. Il casale si trova a Massignano, in Contrada Montecantino, nel cuore del Piceno, a pochi chilometri dalla costa adriatica e al confine con la provincia di Fermo. Lo si raggiunge percorrendo strade dolci e silenziose, tra ulivi ordinati, profumi di lavanda e vigne che riflettono l’oro del sole. Un luogo che già dal primo sguardo racconta una cura antica.
Ad accogliermi, due splendidi ragazzi: Edda e Christian, una coppia affiatata e luminosa, unita da uno sguardo comune ma fatta di due nature diverse che si armonizzano. Lei ha la grazia spontanea di chi ascolta davvero, di chi si prende cura delle cose con naturalezza, con quella precisione che nasce dall’amore per i dettagli. Lui è un uomo riservato, perbene, con una gentilezza profonda che si manifesta nei gesti più che nelle parole, nello sguardo che osserva, capisce e poi agisce con discrezione. Insieme hanno scelto di costruire qualcosa di bello, solido, autentico. E Collelago lo racconta con coerenza, dal primo sguardo alle colline fino all’ultima goccia d’olio sul pane.
Il silenzio che cercavo
Collelago non è solo un agriturismo. È un luogo che ti riconcilia con qualcosa che avevi dimenticato: la possibilità di spegnere il rumore del mondo. Appena varchi il cancello, senti che qualcosa cambia. Gli spazi sono larghi, pensati con intelligenza, senza ostentazione. C’è armonia tra i materiali e i colori, tra le pietre chiare del casale, il verde morbido del prato e la luce che si infila tra le foglie d’ulivo.
La mia stanza era spaziosa e luminosa, affacciata sui filari e sulla piscina. L’aria profumava di lavanda e di pace. La Camera Verde: un nome semplice per un luogo che è stato rifugio e ripartenza. Ho sentito la mente svuotarsi, il corpo rallentare, il tempo mettersi da parte. La piscina, riservata agli ospiti, è una lama d’acqua limpida che si apre tra gli ulivi. Intorno, lettini ampi, ombrelloni in tela, nessun rumore artificiale. Solo natura, luce, quiete. Il servizio massaggi all’aperto, su prenotazione, completa questa idea di benessere e cura.
Collelago offre anche esperienze più attive: passeggiate, escursioni nell’entroterra, degustazioni, tappe enogastronomiche, visite nei borghi del Piceno e del Fermano, fino al mare che dista appena quattro chilometri. È un punto di partenza, ma anche un punto di ritorno.
E in questo contesto, io sono stata accolta senza parole forzate, abbracciata dalla quiete, dalla bellezza discreta della piscina che guarda gli ulivi, dal pensiero che, da lì a poche ore, mi sarei svegliata tra il profumo del caffè e il richiamo dolce di una colazione preparata con amore.
La colazione. Un risveglio gentile, fatto di mani e di cuore
A Collelago la colazione è un rito silenzioso, eppure pieno di presenza. Si consuma sotto il portico, con la piscina lì accanto, ancora immobile, e gli ulivi che si allungano nella luce del mattino. L’aria è sottile, già tiepida, profuma di torta, di caffè, di qualcosa che sa di casa.
La tavola è un piccolo mondo ordinato e accogliente: torte appena sfornate, biscotti friabili all’olio extravergine, crostate con confetture fatte in casa, pane fresco, yogurt biologico, succhi naturali, granola croccante, frutta di stagione tagliata con cura. Tutto è pensato, tutto è vero. Ogni giorno qualcosa cambia, ma il filo conduttore resta lo stesso: cura, attenzione, misura.
C’è spazio anche per chi ha esigenze particolari: preparazioni senza lattosio, senza glutine, alternative vegetali, proposte leggere ma piene di gusto. E nulla è messo lì per caso. Tutto è il risultato di una scelta. Di tempo speso bene.
Edda non serve: accoglie. Ha uno sguardo che ascolta, un’intuizione sottile. Capisce chi ha bisogno di silenzio, chi desidera una parola in più. Ti fa sentire prevista, pensata, come se quella colazione fosse stata fatta per te e per nessun altro perché a Collelago ci si sveglia con dolcezza e ci si ricorda cosa significa sentirsi bene, senza bisogno di spiegare nulla.
L’olio di Collelago. Studio, silenzio e verità sotto la Carboncella
Ci siamo dati appuntamento dopo colazione, sotto un ulivo di varietà Carboncella, per un picnic degustativo, il punto più alto dell’azienda. La luce era chiara, l’aria immobile, e tutto sembrava predisposto al silenzio.
Tra l’ombra dei rami e l’erba appena tagliata, nessuna scena costruita, solo un tavolino, un plaid, due bicchieri, un vassoio di pane, le guide, i manuali, i cataloghi varietali e una verità: l’olio non è un condimento, è cultura. Un piccolo laboratorio all’aperto, tra il canto delle cicale e le pagine da sfogliare.
Accanto a me, Edda Scalzitti e Christian Castellano. Non semplici produttori, ma studiosi appassionati del mondo dell’olio, formatisi sul campo e attraverso un lavoro quotidiano di confronto, lettura, mappatura, osservazione. Lui ha scelto di dedicarsi all’agricoltura con rigore e competenza tecnica. Lei ne cura la dimensione ospitale, narrativa, educativa. Insieme, hanno dato vita a un progetto che ha radici profonde e un’identità chiara: rispettare la pianta, il tempo, il paesaggio.
“Abbiamo imparato che ogni oliva ha una voce. Noi vogliamo ascoltarla senza forzarla.”
Il loro uliveto si estende per sei ettari collinari, in conduzione biologica certificata, con circa 1.200 piante. La distanza tra una pianta e l’altra – circa sei metri – consente a ogni albero di crescere in piena salute, con il giusto respiro, assorbendo luce dal mattino al tramonto.
Coltivano dodici varietà locali, fra cui Carboncella, Raggia, Piantone di Mogliano, Leccino, Nebbia, Ascolana Tenera. Ogni pianta è stata mappata, riconosciuta, seguita nella sua evoluzione. Nulla è lasciato al caso: l’osservazione costante e l’esperienza sul campo sono parte integrante del lavoro quotidiano.
In degustazione c’erano due extravergini biologici: un blend di varietà autoctone coltivate nei sei ettari aziendali e un monovarietale di Raggia, segnalato nella guida Slow Food per la sua coerenza aromatica e la nitidezza del profilo sensoriale. Il primo era morbido, elegante, con sentori erbacei, mandorla e carciofo. Il secondo, deciso, diretto, con note di pomodoro, un amaro netto, una bocca compatta e pulita.
Collelago lavora con metodo di raccolta manuale effettuata già nella fase di invaiatura per garantire un equilibrio ottimale tra profilo sensoriale e contenuto fenolico. La lavorazione avviene immediatamente in frantoio, con un sistema a ciclo continuo in due fasi, senza centrifuga finale: una scelta che consente di limitare l’uso di acqua, proteggere la struttura dell’olio ed esaltarne le caratteristiche nutrizionali e aromatiche. Il risultato è un extravergine intenso ma misurato, profondo, integro, che riflette la biodiversità del luogo e la volontà di rispettare la pianta in ogni fase. La gestione del suolo segue la stessa filosofia: il manto erboso non viene rimosso, ma trinciato e lasciato a terra, per proteggere il terreno dalla siccità, nutrire le radici e restituire profumi che la pianta assorbe e trasforma.
“Un ulivo ha bisogno di spazio e di tempo. Come le persone.” Qui, l’olio non è semplicemente buono. È pensato, coltivato, voluto. È sapere. È scelta. È rispetto.
Degustare davvero. L’olio come verità liquida
La degustazione non è un dettaglio. È il momento in cui l’olio smette di essere un ingrediente e diventa testimone del territorio. Non si tratta solo di assaggiare: si tratta di capire, ascoltare, aspettare.
Mi hanno accompagnata passo dopo passo, con cura e precisione, attraverso ogni fase. Si scalda il bicchiere tra le mani, si avvicina al naso per coglierne i profumi. Poi si assaggia, si fa passare tra i denti, si aspira l’aria: il fruttato, l’amaro e il piccante si fanno strada, in equilibrio. E tutto ha un senso.
Mi hanno insegnato che un olio, per essere davvero extravergine e memorabile, deve avere tre qualità essenziali: un profumo nitido e pulito, un amaro percepibile ma armonico, un piccante persistente, segno di freschezza e ricchezza fenolica.
Fondamentali per Collelago le quattro “S”. Una specie di poesia agricola che non dimenticherò:
Sole, sasso, sale, spazio. Sono questi gli elementi che costruiscono un olio vivo. Sole: luce e calore costanti. Sasso: suolo drenante e minerale. Sale: traccia della vicinanza al mare. Spazio: libertà vitale tra un ulivo e l’altro. Questa non è solo una tecnica. È una forma di rispetto. È un modo per riconoscere ciò che merita. E da Collelago, si impara a farlo in silenzio, con attenzione, con amore.
Luoghi che restano
Ho lasciato l’Agriturismo Collelago con una sensazione chiara: quella di aver incontrato qualcosa che sta crescendo nel modo giusto. Una visione condivisa, due persone che hanno scelto di unire le proprie vite e le proprie passioni per dare forma a una creatura viva: un’agricoltura consapevole, un’ospitalità sincera, un olio che racconta la terra senza filtri.
Collelago è, a tutti gli effetti, un figlio che Edda e Christian stanno allevando con amore, rigore e dedizione. Hanno ancora tanta strada davanti, e la percorrono con il passo giusto: studio, ascolto, lentezza. I loro progetti sono ambiziosi, il lavoro sulle varietà autoctone si fa sempre più preciso, e sono certa che ne vedremo delle belle.
Tornerò. Perché ci sono luoghi che non si attraversano soltanto: ti restano addosso, come un olio buono che sa di verità.
Agriturismo Collelago
Contrada Montecantino 3, 63061 Massignano (AP)
Telefono: +39 347 5214355 | +39 334 3485707
Email: info@collelago.it
Sito web: www.collelago.it
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