
di Marco Contursi
Il Professor Carmine Coppola, direttore del reparto di epatologia dell’ Ospedale di Gragnano, è persona affabile e cordiale, prima ancora che un medico di altissimo profilo professionale. L’ho conosciuto qualche anno fa e da allora mi pregio di collaborare con lui alla realizzazione di convegni ed eventi sulla dieta mediterranea e la prevenzione delle malattie epatiche, grazie ad una sana alimentazione.
Il pranzo da Giovanna Voria, ambasciatrice della dieta mediterranea e titolare dell’agriturismo Corbella di Cicerale è stata l’occasione per far toccare con mano a medici e ai soci dell’Associazione Astra, che si può mangiare sano e di gusto, in un ambiente realmente bucolico, lontano da tutto ma vicino alla madre terra, al Cilento antico ed autentico, che molti confondono con quello caotico delle spiagge di agosto.
La giornata ha avuto inizio con il laboratorio di Giovanna sulle erbe spontanee e quello di Nerio Baratta, sull’olio extravergine di oliva, vero e proprio elisir di lunga vita, coadiuvato nella organizzazione degli assaggi da Vito D’Amato e Assunta Niglio, rispettivamente fiduciario e militante di lunga data di Slow Food Gelbison. Poi, dopo un momento di riflessione con l’onorevole Tommaso Pellegrino, medico e consigliere regionale, con il sindaco di Cicerale Giorgio Ruggiero e con il pizzaiolo-ambasciatore della dieta mediterranea Cristian Santomauro, che hanno spiegato le ragioni della assoluta importanza di questo stile di vita per il benessere delle persone, è salita in cattedra Giovanna Voria, con una degustazione di piatti antichi, dalle frittelle di erbe selvatiche al pancotto, dalla insalata coi fichi bianchi alla cicciata, senza dimenticare la maracucciata, lo spezzatino di vacca locale, le lagane coi ceci ed i rigatoni di farina di carrube con le alici di menaica.
Sui fermentati, mi fermo io e dico: dovunque mi giro, trovo chef di alto rango che vantano piatti con erbe ed ortaggi fermentati, Giovanna fermenta limoni, cucunci, critimi e te li offre come la cosa più normale del mondo. Perché Giovanna ha fatto della semplicità e del gusto la cifra stilistica di una cucina che parla al cuore, prima ancora che allo stomaco. Ma che è comunque buona, ma buona sul serio, perché sia lo spezzatino che il pancotto di ceci neri, sono due delle cose più piacevoli da me mangiate questa estate.
Vedete, ci vorrebbero più Giovanne, più Nerii, più Cristian, più Dottori Coppola……per divulgare il messaggio che la prevenzione di alcune malattie inizia a tavola, e che gusto e salute vanno a braccetto nella dieta mediterranea.
A patto che sia quella autentica di Giovanna e non fuffe, frutto di proclami altisonanti ma dalle gambe molli… che franano alla prima osservazione critica.
Il Cilento non ha bisogno di slogan pubblicitari e del marketing dell’apparenza, ma ha bisogno di autenticità, di persone vere, di piatti veri.
Come questo spezzatino di vacca locale, che si è nutrita, in vita, del pascolo cilentano e non di insilati, chiusa dentro un box.
Tanto sapore ed anche il vostro fegato vi ringrazierà..