Per Albatreti a Montalcino è tempo di Brunello

Pubblicato in: I vini da non perdere
Albatreti a Montalcino

di Monica Bianciardi

Il tempo è ciò che impedisce alle cose di accadere tutte in una volta.
John Archibald Wheeler

La vita spesso implica scelte che obbligano a lasciare in sospeso le vere passioni; queste qualche volta per eventi fortuiti tornano a presentarsi più tardi, come se la vita volendo pareggiare i conti offrisse un’ultima chance. Gaetano Salvioni è un personaggio eclettico che trasuda vena artistica con una formazione al Liceo artistico e all’Accademia delle Belle Arti. In quegli anni vince anche il primo premio ad un concorso di pittura a Verona dove in un quadro riproduce uno scorcio dell’amata campagna di Montalcino e che oggi è riprodotta sull’etichetta dei suoi vini. Nato e vissuto a Montalcino nonché cugino del noto Giulio Salvioni si definisce un vero Ilcinese DOCG. Lunga barba bianca, vivacissimi occhi azzurri che sorridono prima ancora del resto, parlantina veloce e modi spicci, a vederlo risulta molto più facile immaginarlo intento a dipingere piuttosto che a manovrare un trattore per le ripide colline dell’azienda. In realtà Gaetano la passione per la vita di campagna la tiene dentro fin da quando ancora bambino passava le estati nel possedimenti di famiglia nei terreni di podere ‘Canale’ a Montalcino e di castello di Castelmuzio vicino a Trequanda e dove già si produceva un  vino artigianale per uso familiare.

Una volta terminati gli studi deve fare i conti con un particolare periodo storico. La crisi dell’agricoltura ed una prosperità delle industrie lo portano a divenire imprenditore in un negozio di elettrodomestici senza mai accantonare del tutto la sua vera vocazione per la vita agricola. Il tempo passa senza che Gaetano sia mai riuscito a staccarsi completamente dalla sua predilezione originaria che persegue nei momenti liberi arrivando anche a vinificare in casa con mezzi rudimentali l’unica pergola del giardino dietro casa. L’opportunità si presenta attraverso una eredità della moglie quando rileva la proprietà agricola insieme ad un vecchio vigneto di soli 1500 metri chiamata “Vigna fitta”.

La proprietà era raggiungibile solo a piedi attraverso un sentiero ed era composta da un piccolo vigneto insieme ad un buon numero di olivi che quasi subito toglie per far posto a nuovi impianti vitati. “La Vigna fitta” chiamata cosi per l’impraticabilità degli impianti costringeva a lavorazioni soltanto manuali, ripida e scoscesa finiva in basso dritto in un bosco di Albatreti. I vigenti esposti ad Ovest ed a 450 metri slm principalmente composti da galestro e sassi erano molto difficili da lavorare senza poter usufruire di nessun mezzo meccanico, e nei giorni di festivi tutta la famiglia dava una mano per riportare un ordine tra quei filari intricati e fitti; il primo trattore in azienda, un Fiat 435, lo porta lui dopo circa un anno. Nel 2009 inizia a produrre vino nel piazzale dell’azienda elettronica. Nel primo tentativo nonostante i metodi molto artigianali riesce a percepire una potenzialità nel risultato e decide di far assaggiare un campione all’enologo Federico Donnini di Poggibonsi che lo spinge a continuare la produzione dietro la sua guida.

La cantina ha mantenuto un profilo artigianale che Gaetano cura seguendo i suoi ritmi, spesso rincorrendo i vari passaggi sul filo del rasoio, ed arrivando per grazia ricevuta o intercessione divina in tempo per produrre vini caratterizzati da un tratto personale riconoscibile nell’esuberanza del frutto e dallo stile molto tradizionale.

Tasting Notes 

Brunello di Montalcino 2016 (assaggio di botte)

Imbottigliato da appena 20 giorni mostra ragionevolmente dei tasselli da ricomporre in cui tuttavia la carnosità del frutto e le componenti largamente floreali incalzano l’assaggio. Palato energico con tannini giovanili ma diluiti nella pienezza di un frutto rosso maturo e nella sfaccettatura di molte erbe aromatiche che ne lasciano intuire le potenzialità ancora inespresse.

Rosso di Montalcino 2018 

Naso femmineo intriso note di violette e ciclamini, tratti di frutti ed erbe selvatiche con molti agrumi rossi. In bocca sullo stesso registro dell’olfatto succo e freschezza tengono alta la tensione completati da materia e frutto quasi dolce, tannini dolci si distendono sul finale con un ritorno agrumato e dissetante.

Brunello di Montalcino 2018 (assaggio di botte)

Lo stile dell’annata 2018 con le intense espressioni floreali si ripercuote come un’eco in questo assaggio di botte dove la maggior struttura è accarezzata da una parte di frutto rosso succoso ed un maggior rigore tannico che conclude il finale nelle molteplici erbe aromatiche.

Brunello di Montalcino 2015

I profumi si declinano in un bouquet intarsiato in propulsioni di frutto rosso maturo di gelso, mora, ciliegia, arancio rosso, sottobosco e tratto ematico condensando tutti i tatti più tipici del Brunello. Struttura e tannini fitti sono in sinergia con parte avvolgente delle sensazioni fruttate di matrice morbida e dalla lunga persistenza.


Dai un'occhiata anche a:

Exit mobile version