
di Carmen Autuori
Come da tradizione la festa dell’Immacolata Concezione segna l’inizio delle festività natalizie. Nel Cammino dell’Avvento che porta al Natale, le usanze di questo giorno erano (e sono) molto sentite nel Cilento, dove ci si preparava a celebrare la solennità in onore della Madonna.
La tradizione culinaria cilentana prevedeva cibi poveri e veloci che consentivano, soprattutto alla vigilia, di recarsi a Messa per la novena. Quando si rientrava a casa si era soliti preparare le “zippule fritte”, un dolce tipico di Montano Antilia.
Si tratta di zeppole simili nella forma agli Scauratielli, ma diverse negli ingredienti e nel procedimento. Una preparazione molto semplice, che si realizzava con solo tre ingredienti: patate lesse, farina e un pizzico di sale fino. Bastava impastare il tutto per pochi minuti e, dopo aver dato la classica forma ad alpha a significare l’inizio di un nuovo “tempo”, venivano fritte in olio caldo e mangiate immediatamente con un po’ di miele di castagno per addolcirle. In sostanza si trattava del classico dolce “frijenn, magnann”. Il segreto della loro bontà era tutto racchiuso nella rapidità con cui venivano consumate, accompagnate sempre da un buon bicchiere di lambiccato, il vino delle feste, quello che veniva fatto assaggiare anche ai bambini.
In genere le zippule di patate venivano consumate accanto al focolare. La colonna sonora di questo rito erano i racconti dei più anziani e il suono delle ciaramelle e delle zampogne, a cui facevano eco i passi felpati degli zampognari che percorrevano i vicoli del paese.
A regalarci il ritratto di un Natale antico (e vero), oltre alla ricetta delle zippule, è Lucia Giannattasio dell’agriturismo Ai Monaci, di Montano Antilia.
<<Mia madre Michelina – dice Lucia Giannattasio – ha mantenuto fino alla fine della sua vita tutte le tradizioni culinarie del suo paese, tra cui le zippule, pur vivendo a Salerno. Aveva imparato, però, anche quelle salernitane e picentine, in quanto papà era di Giffoni Sei Casali, per cui il periodo natalizio, per noi figli, era un tripudio di leccornìe, dolciarie e non, perché era tutto triplicato: piatti salernitani, cilentani e picentini
Oggi, questa ricetta continua ad essere realizzata da zia Maria, sorella di mamma, che a 93 anni le prepara per i figli e i nipoti, rigorosamente davanti al focolare. La “sartania”, una padella in ferro dal manico lungo, resta lo strumento indispensabile per la frittura delle zippule di patate insieme al “tripiti”, il treppiede, su cui veniva poggiata per evitare il contatto diretto con la fiamma>>.
Zippule di Montano Antilia
Di Lucia Giannattasio - Agriturismo ai Monaci
Ricetta raccolta da Carmen Autuori
Tempo di preparazione: 10 minuti
Tempo di cottura: 5 minuti
Ingredienti per 10 persone
- 250 g di farina
- 500 g di patate preferibilmente a pasta bianca
- Sale fino
- Olio evo
- Miele di castagno
- Zeste di arancia e limone
Preparazione
Lessare le patate, pelarle e schiacciarle con uno schiacciapatate.
Metterle in una ciotola molto ampia e unire la farina setacciata, il sale e impastare il tutto fino ad ottenere un composto elastico.
Intanto che l’olio giunga alla giusta temperatura, prendere un po’ dell’impasto, e su una spianatoia, ricavare dei bastoncini.
Incrociarli a mo’ di alpha e friggere stando attenti a girare spesso le zippule per farle dorare in modo uniforme.
Trasferirle sulla carta assorbente e servire calde cosparse di miele di castagno.
Volendo si possono aggiungere delle zeste di arancia e limone.
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