Le 13 pizzerie napoletane ultracentenarie

Pubblicato in: Le pizzerie
Pizzeria Lombardi, una foto storica

di Tommaso Esposito

Correva l’anno di grazia 1916. Sembra l’inizio di un diario trovato in qualche cassetto lassù in soffitta. Invece è quello che si sono detti Salvatore Grasso e Massimo Di Porzio raccontando la storia delle loro famiglie di pizzaioli e ristoratori a Napoli. Pizzeria Gorizia in via Bernini al Vomero e Ristorante Umberto in via Alabardieri giù Piazza dei Martiri celebrano quest’anno i loro primi cento anni di vita e di attività ininterrota. È una bella soddisfazione che fa riflettere sulla tenuta di un’impresa basata soprattutto sui legami di parentela e di sangue. La storia della pizza a Napoli è bella proprio per questo. C’è il mestiere che si tramanda di padre in figlio. Ci sono famiglie che si intrecciano e si allargano, botteghe immutabili, eterne e forni che si spengono in un quartiere per subito riaprirsi in un altro.  È il racconto di un cibo, vero, ma è soprattutto la narrazione della vita dei tanti artigiani, pizzaiuoli e pizzaiole, che le hanno dato forma.

La festa che faranno per questa occasione i Grasso, giunti alla quarta generazione di Gorizia con Salvatore Marco Junior, e i Di Porzio, con Massimo, le sorelle Roberta e Lorella, terza generazione di Umberto, metterà insieme per una giornata celebrativa tutte le Pizzerie Napoletane ultra centenarie. Vediamo quali sono.

I Capasso dall’inizio del 1900 stanno a Porta San Gennaro. Nascono come Cafasso con Giovanni a cui fu cambiato il cognome per errore.

Antica Pizzeria Da Michele a via Sersale. Nel 1870 si hanno le prime notizie della famiglia Condurro.  Di certo si sa che Salvatore, papà di una ventina di figli dei quali è rimasto in vita Raffaele, costruì il forno e il bancone dove oggi sta l’ala nuova dell’Ospedale Ascalesi. Era il 1906.

Pizzeria De’ Figliole in Via Giudecca Vecchia. Il regno della pizza fritta ha origine nel Vasto intorno al 1806 grazie alla mamma di Gennaro Apetino nonno di Giuseppina, Immacolata e Carmela che oggi ancora gestiscono il focone con i nipoti Francesco Ciro e Gennaro.

Lombardi nasce con Enrico sul finire del 1800. Partito per l’America insieme ai parenti che ora hanno Lombardi’s a Little Italy di New York lasciò il figlio Luigi a fare il pizzaiolo ambulante. A questi si affezionò Benedetto Croce che gli fece aprire i locali a Via Santa Chiara. Dal 1947 si spostò a Via Foria dove opera oggi la quinta generazione con Enrico e Carlo Alberto.

L’epopea dei Mattozzi comincia con Luigi nel 1852 ai Banchi Nuovi. Sorgeranno una ventina di pizzerie di famiglia dal 1881 in poi. Nel 1960 a Piazza Carità subentrano i Surace con Lello, mentre gli eredi Mattozzi restano a Via Marchese Campodisola e a Via Filangieri.

 

 

 

 

Pizzeria Port’Alba esiste forse dalla metà del 1700. Prima c’erano i D’Ambrosio, ma dal 1940 Vincenzo Luciano subentra lasciando il timone al figlio Gennaro. Qualcuno dice che qui e non al Gambrinus  Gabriele D’Annunzio scrisse la canzone ‘a Vucchella.

Starita  esiste dal 1901. Si inizia con Antonio nonno di Antonio, appunto. Fu qui che Sophia Loren girò la scena famosa della pizzaiola nel film L’Oro di Napoli.

Brandi nasce come Pizzaria de Palazzo con Pietro Colicchio a inizio ottocento. Passa a Raffaele Esposito, l’inventore della Margherita e a sua moglie Maria Giovanna Brandi. I Pagnani l’acquistano nel 1970.

Da Ciro a Santa Brigida c’è Antonio Pace, quinta generazione di pizzaiuoli prima dal  1850 nel centro storico; poi in via Foria e piazza Cavour con la Pizzeria Partenope, vicino all’omonimo cinema.

Antica Pizzeria da Pasqualino fondata da Pasquale De Lucia nel 1898 sta a Piazza Sannazzaro.

Minicone Silvestro aprì nel 1900 l’Antica Cantina del Gallo nella Sanità come osteria  e il figlio Mariano accese il forno nel 1950.

Carminiello De Lucia nel 1910 inaugura la friggitoria al Corso Secondigliano.

Sarà il figlio Luigi a diventare famoso pizzaiolo.


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