Avellino, Il Ritrovo degli Artisti

di Lello Tornatore

E dove potevamo andare se non al Ritrovo degli Artisti, per rifocillare il più grande artista…specializzato nella demolizione de ” I vini del contadino” ( leggi il mio Fiano), al secolo Giancarlo slowine Gariglio??? L’inflessibile piemontese non ha pietà per nessuno, tantomeno per me e per il mio vino “nature”, che devo ammettere, ha si qualche puzzetta incontrollata dovuta al permanere del mosto sulle bucce per qualche ora di troppo, ma in compenso è vero e sincero (della serie…ogni scarrafone è bell’ a’ mamma soia)!!!

Evvabbè, ce ne faremo una ragione…;-)) Dopo la miniverticale organizzataci da Maura Sarno, l’esplosiva presidentessa de “I Diversi Vignaioli“, nonchè titolare della “Tenuta Sarno 1860”, e al ritorno dalla visita nella sua vigna a Candida, ci fermiamo al ristorantino “Il ritrovo degli Artisti“. La sosta strategica, si impone… e sì che ilnoto ottimizzatore Pigna ha pensato bene di riempirci la giornata come e più di un uovo… tanto per cambiare!!!

Ci inoltriamo nella piazza più antica della città, Piazza Castello, in questo momento cantiere aperto. Sarà più bella di prima -era stata la rassicurazione data a inizio lavori dall’ex primocittadino a Diana D’Urso, titolare del ristorante e a tutti i commercianti che si affacciano sulla piazza.

Fatto sta che gli è venuto in sogno Bersani dicendogli che a Roma non si poteva fare a meno di lui, e così si è dimesso anzitempo lasciando tutti i lavori intrapresi in città, in balìa del commissario di governo! Speriamo che la cosa si risolva presto, anche perché ci sono non pochi problemi anche per il funzionamento del teatro comunale al quale è ispirato il nome del locale.

Ci siamo portati “il lavoro da casa”, giusto per non farci mancare nulla e dare un’ altra botta di…ottimizzazione alla giornata: due aglianici e un Taurasi ’08 della piccola cantina di Paternopoli, Antichi Coloni di Raffaele Santoro. Intanto che si incomincia a stappare, ci arriva un piccolo delizioso panino farcito di salsiccia secca e ricotta affumicata, un amuse bouche (letteralmente…divertimento della bocca), come si usa chiamarlo nel paese d’oltralpe, che serve giusto per ingannare l’attesa. Ma si può bere l’aglianico come aperitivo? A noi tutto è permesso, anche perchè non siamo mica qui a delineare i poligoni di abbinamento cibo-vino!!! (direbbe quel signore che ha appena finito di smacchiare il giaguaro) ;-))

Fuori avevamo messo in bella vista il cartello “lavori in corso”e quindi viaggiamo tranquilli a velocità di crociera…Eccola, è lei!!! Arriva la goduriosa genovese che avevamo ordinato, io e Giancarlo!!!

E come si spiega che due persone con culture così diverse abbiano potuto fare la stessa ordinazione? Ve lo spiego io l’arcano…”il piemontese” aveva avuto già modo di assaggiare la ramata e quindi sentite le elevate qualità organolettiche difficilmente dimenticabili, anche a distanza di anni, ordinava con cognizione di causa!!!

 

Per la cronaca, gli altri commensali sono andati di zuppe…faceva freddo!!!

 

Per secondo io prendo l’agnello, tu il baccalà, no tu l’agnello ed io il baccalà, così li proviamo tutt’e due!!! Questo il contorcimento ottimizzante del Pigna che ci porta ad impicciarci in modo tale che…ci arriva l’agnello sia a me che a lui.

 

Ma niente paura, dopo l’agnello, chiedo se per caso fosse rimasto qualche pezzettino di baccalà sperduto in cucina…Ah, vuoi il “merluzzo del fiume Sabato”? Ed io te lo do!!! Sembra dire con gli occhi Diana assumendo un’espressione vagamente sadica, mentre mi porge un piattone enorme di baccalà e cruschi alla pertecaregna…Voi che avreste fatto? Io me lo sò magnato tutto, era un peccato lasciarlo!!!

Efficacissima e molto performante pur nella sua estrema semplicità…questa ricetta. La storia dice che fosse il piatto preparato in concomitanza con l’aratura (l’aratro in dialetto irpino si chiama pertecara), ma per le conferme dovremmo sentire lo storico per eccellenza dell’enogastronomia campana, al secolo Tommasino Esposito.

Archiviato l’ottimo baccalà, si materializza sul tavolo un trittico di formaggi accompagnato da una cocottina di miele di castagno.

 

Si tratta di caciocavallo podolico, pecorino di carmasciano e caciottina semistagionata di podolica. Embè, ci voleva proprio…per capire meglio i rossi che avevamo sul tavolo, attraverso un’inevitabile ripassata!!! ;-))

C’è solo spazio per un dolcetto, pastafrolla ripiena di marmellatine varie fatte in casa, molto buone.

Crostatine

Aspettando il caffè, non disdegno di “sentire” il nocino, ma…non prima di essermi accertato che fosse quello della zia di Diana, e quindi proveniente da Solofra (Av).

Si si, ma…diamoci un taglio, questo leggo negli occhi del Pigna, già da qualche tempo fissi sull’orologio che comanda la nostra tabella di marcia.

Parola d’ordine…ottimizzazione!!! ;-))

 

Ristorante “Il Ritrovo degli Artisti”

via Rampa Tofara, 40 – Piazza Castello – Avellino

Tel 0825 768369  cell 345 2733377

https://www.facebook.com/ilritrovodegliartisti?fref=ts


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