Bordeaux en Primeur: l’annata 2021 e la riscoperta della finezza perduta

Pubblicato in: I vini da non perdere
Bordeaux en Primeur 2022

di Raffaele Mosca

“La 2021 è stata compromessa dalle gelate che hanno colpito Bordeaux negli ultimi mesi. Di Bordeaux ‘21 sappiamo già che ce ne sarà pochissimo”. Parole di Gabriele Gorelli, il primo master of wine italiano, pronunciate nell’ intervista dell’anno scorso, realizzata a  conclusione della prima edizione italiana di Bordeaux En Primeur.

A distanza di un anno, torno nella stessa villa alle porte di Verona per assaggiare i campioni da botte del millesimo 2021, e quella frase mi torna subito in mente, quasi profetica se si considera tutto ciò che è successo dopo. Intercetto Gabriele tra banchi e lo interpello per sapere come è andata a finire: “ Come si era già immaginato ad inizio stagione– mi spiega – sei notti sotto zero nel mese di Aprile hanno ridotto drasticamente i volumi in partenza. Ma le difficoltà a Bordeaux, nell’annata 2021, non sono finite lì. Dopo le gelate, sono arrivate le piogge primaverili, che hanno causato problemi di muffe. E poi, nei mesi estivi, la siccità è stata da record: già ai primi di settembre le piante di Merlot e Cabernet soffrivano seriamente lo stress idrico. E non è finita qui: per ottobre il meteo aveva previsto piogge (che poi si sono verificate solo in parte, ndr). Ma il paradosso è che tutti questi fenomeni, messi insieme, hanno causato un ritardo nel ciclo della vite, implicando un ritorno ai tempi vendemmiali delle annate classiche del passato. Ero da Figeac ai primi di ottobre e i Cabernet erano ancora in vigna: avevano portato in cantina solo il Merlot”.

Il risultato finale?! Be’, la sensazione è che questa 2021 sia una delle annate più in linea con il gusto “europeo” degli ultimi quarant’anni. La freschezza balsamica e a tratti vegetale, la finezza e la “croccantezza del frutto” – citando il wine killer Luca Gardini, altro ospite d’onore della kermesse – rendono molti vini diametralmente opposti rispetto ai 2020 e 2018 testati l’anno scorso. Il concetto di grande annata è stato stravolto da quando, nei primi anni 80’, è iniziato il processo di modernizzazione del vino di Bordeaux, innescato dagli scritti di Peynaud prima, e poi velocizzato dalle note di degustazione di Robert Parker. Calore, concentrazione, ricchezza di estratti sono diventati i parametri per determinare il millesimo da trofeo. Ma la domanda che sorge spontanea è: siamo davvero sicuri che questi siano i paletti a cui attenersi per il giudizio nel 2022? I dubbi ci sono già da anni, ed emergono a maggior ragione in questa occasione, perché molti Bordeaux 2021 sono deliziosamente agili, saporiti, slanciati: ammiccano i nostri palati abituati agli autoctoni italiani molto più di altri vini bordolesi prodotti in annate più facili e più ricche. E’ ancora presto per dire se acquisteranno la complessità e la profondità necessaria per i lunghi invecchiamenti, ma la piacevolezza è assicurata già da ora. Forse non siamo di fronte alla grande annata, ma di certo la 2021 è un’annata di grande beva.

Dopodiché, come sempre, ci sono zone e varietà che hanno fatto meglio delle altre. E, sul fronte dei vitigni, tutti concordano sul fatto che chi fa forza sui Cabernet è stato avvantaggiato. Gabriele parla di annata eccellente per il Cabernet Sauvignon, che ha beneficiato del periodo lungo di maturazione; Vittorio Frescobaldi, export manager di Grand Chais de France, organizzatore dell’evento, si dice, invece, particolarmente sorpreso dalla qualità del Cabernet Franc. Tutto questo trova conferma negli assaggi dei comuni “classici” del Medoc – Saint Julien, Saint Estephe, Pauillac e Margaux –che propongono una buona quantità di vini fini, con acidità ben lizza, tannini morbidi e alcol moderato.  Più altalenanti, invece, i parterre dei rossi di Pessac-Leognan, così come quello dei  Pomerol e Saint Emilion (fatta eccezione per quelli con percentuale più alta di Franc, come Figeac). Ma la vera sorpresa di questa edizione sono i bianchi bordolesi, dei quali purtroppo non si ha quasi traccia sul mercato italiano. Un vero peccato, perché mettono insieme l’aromaticità di Sauvignon Blanc e Semillon con il garbo, l’impronta aristocratica data da vinificazioni di precisione quasi chirurgica. Non solo: i bianchi di Bordeaux invecchiano anche estremamente bene.

Al netto di tutto questo, l’appuntamento con i vini en Primeur rimarca l’impegno che Grand Chais de France, colosso del vino francese che in Italia ha superato i 5 milioni di fatturato annuo, sta profondendo per fare in modo che si rincominci a parlare di Bordeaux in Italia, partendo da stampa e Ho.re.ca per arrivare agli appassionati. Gli operatori in sala si dicono convinti del fatto che ci sia spazio per Bordeaux nell’alta ristorazione italiana, perché, dopo un periodo iconoclasta, incentivato anche dall’ondata naturale, il mercato dei fine wines sta tornando sui “clarets”,  complice anche la salita vertiginosa dei prezzi dei grandi di Borgogna, che, peraltro, nel tempo, riservano spesso delusioni cocenti, mentre una buona bottiglia di Bordeaux è quasi sempre una garanzia d’investimento a lungo termine.

Gli assaggi di Bordeaux En Primeur:

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Haut Medoc e Moulis en Medoc
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Cantemerle

Viola e ibisco, mirtilli e melagrana, sbuffi balsamici. E’ solitamente considerato uno dei vini più verdi dell’Haut Medoc e, invece, in questo caso, esibisce un profilo equilibrato, con una traccia vegetale ben fusa nel corpo longilineo e aggraziato, imperniato sul frutto rosso fragrante e su rimandi balsamici e floreali che definiscono una chiusura di splendida souplesse. Ottimo!

 

Chasse Spleen

Ibisco e inchiostro, grafite e mirtilli aciduli a comporre un naso sobrio. Il sorso è di medio peso, con apporto del rovere ben integrato e tocco vegetale che dà slancio, acidità sferzante da “Bordeaux di una volta” e ritorni di viola e carcadè che completano una progressione accattivante, scorrevole, di splendido dinamismo. Tra i più contemporanei in assoluto.

 

De Cartillon

Mirtilli maturi e cola, china, radici e accenti floreali in crescendo. Sorso agile e pimpante, con traccia verde che rinfresca, acidità intensa e salinità a corredo, finale di media durata su toni vegetali. Rustico, ma di buona scorrevolezza.

 

De Lamarque

Bosco e melagrana, ferro e mirtilli neri, sandalo e carrube a delineare un profilo più maturo della media. Ha polpa ricca e balsamicità a corredo, tannini morbidi e ritorni tostati che profilano un finale robusto e rotondo. Molto moderno, ma di buon equilibrio.

 

La Lagune

Inchiostro ed erba falciata, bacche nere e carrube. Agile e molto verde, con tannino un po’ polveroso e acidità in bella mostra, ritorni di erbe amare nel finale.

 

La Tour Carnet

Espressivo e solare: pesca gialla e susina, mentolo e un refolo floreale. Coerente ed equilibrato anche al palato, con cenno verde ben integrato, frutto carnoso e tannino morbido, qualche traccia di spezia da rovere che non stona nel finale garbato e convincente. Molto buono.

 

Lestage Simon

Melagrana e ribes rosso, talco e cannella. Disteso e carico di frutto, con tannino più vigoroso della media e spezie dolci sul fondo, cenni vegetali che cadenzano un finale appena impreciso. Discreto.

 

Maucaillou

Prugna e marasca, spezie da rovere a volontà. Imponente, masticabile, con tostature e affumicature che prevalgono sul frutto, mentolo e noce moscata nel finale palesemente segnato dai legni d’affinamento. Quasi in stile Nuovo Mondo.

 

Mauvesin Barton

Fragola e lavanda, violetta terrosa e liquirizia. Semplice, con frutto croccante e traccia verde evidente, tannino appena ruvido e finale schietto su toni di china e grafite. Lineare.

 

Poujeaux

Riservato: lascia intuire viola e china, liquirizia e mentolo. Sorso compassato e vellutato, ricco nel frutto – prugna, composta di more – con tannino assestato e un filo di tostatura che non stona, finale coerente tra cacao e liquirizia. Buono.

 

Sociando Mallet

Sottobosco verde e ibisco, chiodo di garofano e visciola. Sorso morbido e grazioso, scorrevole ed immediato, con tannino levigato e finale relativamente semplice su toni di violetta e frutti rossi. Non profondissimo, ma equilibrato.

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Pessac-Leognan
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Brown

Marasca e prugna, cannella, cacao amaro e qualche accento terroso. Ricco, avvolgente, suadente, con apporto del legno percettibile ma non invadente, fragola e mirtillo a rimpolpare la progressione, mentolo e spezie dolci nel finale convincente per maturità e distensione. Buono.

 

Cantelys

Inchiostro e mirtilli non troppo maturi, grafite e liquirizia. Sorso carnoso, con frutto maturo al centro e tannino abbastanza grintoso, eco mentolata e tostature nel finale un po’ compresso dal legno. Da attendere.

 

Carbonnieux

Viola appassita e mirtilli in composta, balsamicità in crescendo. Sorso polputo, con tannino tosto e salinità discreta, qualche cenno di tostatura e di radici che corruga appena il finale di media profondità. Buono.

 

Couhins

Marasca e mirto, sandalo, eucalipto e cacao amaro. Pieno, avvolgente, con tannino rafforzato dal legno e tostature in bella vista, finale più snello e segnato un cenno vegetale di fondo. Discreto.

 

Clos Roy

Incenso e legni balsamici, grafite e tostature. Sorso con traccia vanigliata importante che copre le altre componenti.

 

De Fieuzal

Mela rossa e cenni vinosi, anice e violetta terrosa. Agile e succoso, con legno perfettamente integrato, mora e susina nera, spinta acida incalzante e tannino equilibrato, inchiostro e rimandi affumicati a dar forza al finale lungo e vellutato. Molto buono.

 

Domaine de Chevalier

Incenso, eucalipto, susina nera e composta di mirtilli, carcadè e un tocco ematico a definire un naso affascinante. E’ ricco, avvolgente e allo stesso tempo raffinato, con legno egregiamente gestito e traccia vegetale garbata, acidità equilibrata e tannini ben estratti, rimandi ferrosi e mentolati che danno spessore al finale lungo e aristocratico. Splendido.

 

Larrivet Haut Brion

Radici e chinotto, cola e mirtilli molto maturi, liquirizia e un accenno di sottobosco. Avvolgente e sfaccettato con tannino incisivo e freschezza vegetale a corredo, salinità discreta e rintocchi balsamici, finale complesso che ripropone tutte le sensazioni in sequenza. Ottimo!

 

Latour Martillac

Melagrana, grafite, violetta e radici, sambuco e sandalo. Delicato e suadente, floreale e balsamico, con rovere ben integrato, acidità intensa e tannino squillante, rimandi mentolati nel finale preciso e accattivante. Molto buono. 

 

Malarctic Graviere

Rosa e ribes rosso, mentolo, liquirizia e un cenno di legni balsamici. Sorso segnato da tracce del legno e ritorni vegetali che in questo momento faticano ad integrarsi. Da riprovare tra qualche tempo.

 

Olivier

Inchiostro e fragola, lavanda e cola a delineare un profilo molto  fresco. Garbato e leggermente vegetale in apertura, più fruttato nello sviluppo agile e succoso, non troppo sfaccettato, ma scorrevole. Discreto.

 

Pape Clement

Cannella, menta e affumicatura, mirtilli neri e caffè. Grasso, avvolgente, con acidità in sordina e tostature importanti, tanta materia compressa dai legni che fatica a distendersi. Da riprovare tra qualche tempo.

Clos Floridene

 

(Grand Cru Classè de Graves)

Ribes nero e violetta, china e te nero. Verde e rustico, con finale amarognolo.

Croix Mouton

 

(Bordeaux Superieur)

 

Semplice, essenziale, con toni di mirtilli e radici, sorso diretto che chiude vegetale e  ammandorlato.

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Saint Emilion
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Bellefont Belcier

Mora e visciola, erba falciata e talco. Sottile, leggermente esuberante nei rimandi vegetali, con finale su toni di china e radici. Scorrevole.

 

Beausejour Becot

Rosa e ribes rosso, lavanda e cola. Polpa ricca e tannino appena polveroso, sviluppo non profondissimo, ma di buona scorrevolezza. Discreto.

 

Cadet Bon

Visciola e rosa, spezie dolci . Ricco e impegnativo, con tocco verde sul fondo e legno un po’ invadente, finale ammandorlato di media persistenza.

 

Canon

Ribes rosso e arancia sanguinella, rosa e lavanda, erbe aromatiche a definire un profilo sussurrato. Sorso vivace e sanguigno, senza legno in eccesso, anzi garbato e verticale, con traccia ematica e ritorni balsamici a profusione, tostature non invadenti che danno spessore al finale tonico e preciso. Ottimo.

 

Cantin

Carrube e liquirizia, ribes nero e cola. Sorso largo e avvolgente, con apporto del legno che imbriglia la progressione in equilibrio tra frutto e ritorni vegetali. Moderno, ma discreto.

 

Clos Fourtet

Rosa e carruba, visciola sotto spirito, erbe officinali. Largo, saporito, con tannino vispo e rimandi salini, acidità ben profilata e tocco verde che snellisce il sorso, tannino scalpitante che allenta la presa nel finale lungo e preciso, Molto buono.

 

Figeac

Ribes rosso e violetta, grafite, accenti mentolati che danno grande finezza. Sottile e sussurrato, longilineo, con tannino vellutato e acidità infiltrante, susina e mora, souplesse straordinaria, ma anche profondità già intuibile nei ritorni floreali e di grafite di lunghissima persistenza. Fuoriclasse.

 

Fleur-Cardinale

Erbe aromatiche e fragola, composta di mirtilli e cioccolato fondente. Ampio e abbondante, ma con buona acidità che stempera le morbidezze, tannini appena polverosi e finale bilanciato da qualche cenno vegetale. Buono.

 

Fombrauge

Incenso e affumicatura, prugna, rosmarino e lavanda a comporre un naso prorompente. Massiccio, con frutto maturo e legno a dare spessore, acidità discreta e tannini molto vellutati. Sicuramente moderno, impegnativo, un po’ fuori dai canoni dell’annata, ma nel complesso abbastanza equilibrato.

 

Haut Brisson

Marasca sotto spirito e vernice, aloe e rosmarino; molto maturo, ma accattivante. Solare e carnoso, con ricchezza fruttata insolita per l’annata, erbe aromatiche e qualche tocco vegetale fine, salinità che bilancia il finale pieno e rotondo. Interessante.

 

La Dominique

Caffè e grafite, more e marasche, cioccolato al latte e legni balsamico. Ampio e avvolgente, con spezie da rovere a iosa e un tocco vegetale che rinfresca appena il finale comunque caloroso e abbondante. Moderno.

 

La Gaffeliere

More e mirtilli maturi, violette e caffè. Slanciato e accattivante, con giusto un tocco di tostature e spezie a fare da cornice, e poi viola e radici, acidità infiltrante, tannino ben estratto che sfuma in un finale dinamico e tridimensionale. Eccellente.

 

Laroque

Lavanda ed elicriso, yogurt ai frutti rossi e cioccolato fondente. Sorso con legno evidente che copre la materia sottile, finale speziato e vanigliato di media persistenza.

 

La Dominique

Caffè e grafite, more e marasche, cioccolato al latte e legni balsamico. Ampio e avvolgente, con spezie da rovere a iosa e un tocco vegetale che rinfresca appena il finale comunque caloroso e abbondante. Moderno.

 

Mangot

Mora e susina, violetta e refoli mentolati. Sorso scorrevole, ma un po’ rustico, con finale  verde e leggermente amarognolo.

 

Tour Saint Christophe

Mora e mirtilli, lavanda e tè nero, soffi floreali. Ricco e avvolgente, con buona acidità a supporto e tannino pimpante, finale balsamico di media persistenza. Discreto.

 

Villemaurine

Incenso e liquirizia, tostature ed eucalipto, floreale intenso di rosa rossa. Ricco e materico, con rimandi balsamici e qualche esuberanza tostata, finale più fresco e fruttato del resto, che lascia intuire un buon potenziale. Promettente.

 

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Pauillac, Saint Estephe e Saint Julien
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Branaire Ducru

Riservato e austero: mirtilli aciduli e grafite, inchiostro e refoli floreali.  E’ dritto e dinamico, con spinta acida intensa che dà forza e dinamismo alla progressione insieme al tannino travolgente;  qualche traccia tostata rimpolpa senza appesantire il finale accattivante su toni di erbe aromatiche e fiori rossi. Ottimo. 

 

Clos du Marquis

Cioccolato e more, mirtilli neri e sandalo. Sorso diretto e dinamico, giocato sul frutto non troppo maturo e sull’acidità ben in lizza, con tannini fini e un finale floreale e balsamico di bella soavità. Vecchia scuola.

 

Croizet Bages

Incenso e cardamomo, spezie dolci, prugna e mirtilli in confettura. Impegnativo, con rimandi tostati insistenti, acidità discreta che calibra la massa imponente. Moderno.

 

Grand Puy Ducasse

Liquirizia e mora, susina e violetta, cannella ed erbe officinali in crescendo. Ampio e avvolgente, tannico e mordente, con apporto del legno non trascurabile, ma ben incorporato nella struttura robusta. Finale lungo su toni mentolati e di grafite. Molto buono.

 

Lagrange

Mora e bacche rosse, bastoncino di liquirizia e pepe rosa, violette e giuggiole a dare eleganza ad un profilo stratificato. E’ longilineo e garbato, appena verde in apertura e poi più polputo e disteso, con tannino magistralmente estratto, ritorni di viola e di spezie dolci che danno profondità a un allungo di grande raffinatezza. Eccellente.

 

Le Petit Marquis

Mirtilli neri e cedro, liquirizia e carcadè. Godibile e immediato, non troppo sfaccettato, ma con buona freschezza, frutto fragrante, finale sapido e garbatamente vegetale. Centrato.

 

Meyney

Legni aromatici e cola, cacao e caffè. Tannino imponente e note speziate che prendono la scena, bel frutto sul fondo, che, però, è coperto da questo apporto imponente del rovere non proprio in linea con la materia sottile e croccante dell’annata.

 

Saint Pierre

Mentolo ed incenso, marasca e cannella, cola e chinotto. Robusto,, ma con buona acidità di fondo, cenni vegetali e floreali che s’intrecciano con un ritorno di caffè nel finale di discreta distensione. Buono.

 

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Margaux
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Cantenac Brown

Visciola e mirtilli neri, liquirizia, mentolo e cioccolato fondente. Più fine del solito, ma un po’ meno sfaccettato; il frutto soave e goloso occupa il centro, l’acidità fa la sua parte e rinfresca uno sviluppo aggraziato nei rimandi finale alla rosa e all’incenso. Molto buono.

 

Dauzac

Mirtilli rossi e asparago selvatico, inchiostro e china. Sorso sospeso tra toni verdi e tostature da rovere, con finale di media persistenza su toni di cannella e vaniglia.

 

D’Issan

Visciola e melagrana, cacao e viola, liquirizia e qualche cenno mentolato. Longilineo e accattivante, con tannino di media presa ed eco mentolata che dà raffinatezza, finale segnato dalla traccia del rovere che – si spera – andrà ad integrarsi. Molto buono in prospettiva. 

 

Du Tertre

Mora e melagrana, violetta terrosa e accenti vegetali Decisamente verde, ma dinamico, con radici ed erbe officinali, qualche rimando speziato, tannino fitto e appena rugoso che allenta la presa nel finale balsamico e lievemente tostato. Discreto.

 

Kirwan

Fragola e mora, viola e cannella. Soave e smaliziato con floreale in crescendo. L’acidità primeggia al sorso e incalza il frutto croccante, misurato; l’apporto del legno fa da cornice alla progressione agile, scorrevole, snella al centro-bocca, poi lunga nel finale su toni di sandalo e noce moscata, spezie dolci e caffè. Splendido!

 

Lascombes

Caffè e cola, composta di more, eucalipto e talco a definire un profilo piuttosto variegato. Ha ricchezza sopra la media per Margaux e per l’annata, frutto maturo e avvolgente, tannini fitti che scandiscono una progressione appena astringente in chiusura, ma di buona tridimensionalità e potenziale non trascurabile. Moderno, ma molto buono.

Marquis de Terme

Lavanda ed erbe aromatiche, susina nera e melagrana. Piuttosto opulento ed impegnativo, ma con buon grip acido di fondo, tannino polveroso rafforzato dal rovere, tostature che segnano il finale coerente. Discreto.

 

Prieure Lichine

Mirtilli neri e inchiostro, violetta ed erbe officinali, melagrana e un soffio balsamico.  Avvolgente ed equilibrato, con frutto centrato e tannino nerboruto, cenni vegetali fini e di grafite nel finale di profondità non indifferente. Ottimo.

 

Rauzan-Gassies

 

Bacche nere, radici, cenni erbacei in crescendo. Agile, dinamico, ma fin troppo verde, con finale non precisissimo.

 

Siran

Complesso e sfaccettato: eucalipto e liquirizia, visciola sotto spirito e menta. Ha un sorso suadente, aggraziato e godibile, con frutto integro e croccante, tannino cesellato e acidità che snellisce ulteriormente il corpo, rimandi floreali nel finale lungo, vellutato. Ottimo!

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Pomerol
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Beauregard

Mentolo e marmellata di mirtilli, grafite e cacao. Sorso con tannino leggermente poveroso e cenno vegetale di fondo, corpo agile e dinamico che sfuma in un finale floreale e inchiostrato. Discreto.

La Pointe

Fragola e pepe rosa, amarena e violetta, ricordi di china. Ampio, avvolgente, con tostature di fondo e acidità ben profilata che stempera la massa, finale di media persistenza su toni speziati e fumè. Discreto

Clos Beauregard

Liquirizia e prugna, viola, accenti erbacei e di sottobosco verde. Sorso in bilico tra frutto carnoso e ritorni vegetali, con finale penalizzato da qualche ritorno ammandorlato.

Sergant

Grafite, bacche nere ed erba falciata, Sorso semplice, con personalità decisamente vegetale e finale rapido su toni di erbe aromatiche.

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Vini bianchi
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Cantelys

Ananas e banana verde, zenzero candito e lemongrass, erbe aromatiche. Sorso salato e incalzante, dritto e ammiccante, con pesca e albicocca sul fondo, finale non lunghissimo, ma tonico e coerente. Buono.

 

Carbonnieux

Nespola e mela renetta, cannella, fiore d’arancio e finocchietto selvatico. Acidità tagliente e polpa discreta, spezia da legno che fa da cornice allo sviluppo tonico e scattante, con persistenza floreale e balsamica meravigliosa. Eccezionale!

 

Couhins

Sulfureo e bosso, poco definito. Semplice e diretto, con finale agrumato di media persistente.

Clos des Lunes

Agrume verde e pompelmo, zafferano e spezie in stile Sauternes. Dritto, dinamica, con polpa di pera e salinità accattivante, finale lineare su toni di erbe spontanee. Discreto.

 

De Fieuzal

Mela golden e pesca gialla, cannella, pietra focaia e un accento mentolato. Sorso dritto e diretto, snello ma non ossuto, con polpa di frutta estiva e acidità travolgente, cenni vegetali nel finale teso e rinfrescante. Ottimo.

 

Du Tertre

Mango, papaya e mughetto, bosso e camomilla. Sorso con acidità ritmante e ritorni tropicali che danno spessore, finale in bilico tra grassezze fruttate e tensione interessante. Discreto.

Malarctic Graviere

Miele di millefiori e salvia, sambuco e un cenno di spezie da rovere che si fonde con la freschezza quasi mentolata. In bocca conquista con un mix di rimandi salini e cremosità, tostatura che non stona, acidità vibrante che conduce i giochi nel finale avvincente, con ritorno lunghissimo di fiori gialli e pompelmo. Magnifico.

Olivier

Bosso e tiglio, bergamotto e pera williams. Largo e avvolgente all’ingresso, poi più teso e minerale, anche vegetale nel finale non profondissimo, ma di buona pulizia. Valido.

 


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