Vini naturali: Camerlengo, nascita di una cantina nel Vulture

Pubblicato in: Eventi da raccontare, Giro di vite

di Iranna De Meo

Vino di qualità, biologico e di nicchia, identificativo del terroir. Inaugurata a Rapolla la cantina dell’azienda agricola Camerlengo. Dopo un intervento di restauro, la struttura è stata aperta ai visitatori, tra appassionati, intenditori e curiosi.

Dopo quarant’anni, Antonio Cascarano, di professione architetto, ha deciso di investire su una passione, quella del vino, ereditata dal nonno Giovanni Falaguerra che dal 1800 produceva in quest’area vino e olio. Cascarano, nonostante svolge la sua attività a Roma, ha voluto investire sulla vecchia vigna e la cantina lasciatagli dal nonno. “Abbiamo utilizzato per la ristrutturazione il coccio pesto, un materiale utilizzato dai romani – ha spiegato mentre teneva a bada il suo cucciolo di bull-dog, un giocherellone di 13 mesi”. Nella parte anteriore avvengono le fasi di lavorazione, fermentazione in legno e l’imbottigliamento; in grotta, invece, al piano sovra elevato con una volta di colore azzurrognolo, c’è la saletta dedicata alla degustazione e al piano terra, una bottaia dove si affina il vino in casse di legno.

Un momento di incontro e una chiacchierata tra amici: così è stata concepita la mattinata dove gli ospiti hanno potuto assaggiare le due etichette dell’azienda (Antelio e Camerlengo), oltre ai prodotti tipici della zona. E poi tutti in vigna, a contrada Piano di croce, per una grigliata di carne sotto i filari e una vasta scelta di formaggi. E non poteva mancare un buon bicchiere di Aglianico doc. E lui, amante del gentil sesso definisce le due etichette paragonandole a delle donne. “Antelio – ha detto Cascarano – è come una donna giovane, mentre Camerlengo è una donna matura che esprime al massimo la sua potenza”.

La prossima etichetta, come ha annunciato, si chiamerà “Accamilla”, dedicata al suo bull dog, Camilla, scomparsa poco tempo fa. Sarà una Malvasia di Rapolla. Come mai l’idea di fare impresa? “E’ stata una passione nata un po’ per scherzo e un po’ per gioco. Così ho deciso di ritornare a investire nella mia terra”. “In futuro – ha aggiunto l’enologo Antonio Di Gruttola – commercializzeremo un cru di Piano del conte e abbiamo impiantato una malvasia di Rapolla, un bianco con macerazione di bucce per 10 giorni. Questa è l’unica azienda in Basilicata che fa un discorso di vini naturali. In ogni bottiglia c’è la filosofia dell’azienda”.

Territorio, vitigno e uomo sono per Di Gruttola gli elementi essenziali e identificativi del prodotto. Su 5 ettari di vigna, l’azienda conta su una produzione di poco più di 12 mila bottiglie. Sull’allevamento e sulle caratteristiche in vigna si è soffermato l’agronomo Pasquale Francabandiera. “Si tratta di un vigneto con le caratteristiche tipiche dell’allevamento a controspalliera. La gestione è biologica e il monitoraggio quasi giornaliero. Per mantenere il vigneto salubre è importante una buona gestione della pianta che viene potata sia l bruno sia al verde in modo da garantire l’ombreggiamento naturale. Questo comporta un lavoro quasi giornaliero di monitoraggio con trappole e la verifica della situazione patologica. Tutto questo comporta un sistema di lotta preventiva. La media di resa si abbassa del 30%, ma si eleva l’indice qualitativo”.
Un brindisi per un’altra piccola realtà che ha intrapreso la strada della qualità.

Articolo pubblicato sul Quotidiano della Basilicata


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