di Antonella Amodio
Il vitigno a bacca rossa principe della Campania è sicuramente l’aglianico, diffuso anche in Basilicata, Molise e parte della Calabria. Segue il piedirosso che – a differenza dell’aglianico – è coltivato solo nella regione nativa.
Ma anche altre varietà a bacca rossa marcano il territorio regionale, come il tintore, il casavecchia, il pallagrello nero, la camaiola, il primitivo, giusto per citarne alcune che regalano vini di grande tipicità, e che negli ultimi anni vengono impiegate anche per ottenere vini rosati. Nell’ambito della MasterClass dedicata ai vini rosati e ai vini rossi, che abbraccia le diverse denominazioni, emergono linearità e compattezza di produzione che portano all’eccellenza per i vini rossi, mentre emerge ancora sperimentazione per la versione in rosa.
Ad ogni modo, alcune cantine si esprimono molto bene anche su questa tipologia, tant’è che uno su cinque dei campioni degustati alla cieca merita la menzione. Ugualmente accade per i vini rossi.
Campione N.2 Vini Rosati
Rosato da uve aglianico (Torrecuso)
Rosa salmone, luminoso. Profumi di viola, mirtilli e pesca. Sorso fresco, salino e pieno. Un vino di struttura che si lascia bere con golosità.
Campione n. 4 Vini Rossi
Rosso da uve primitivo (Caserta)
Rosso granato cupo. Note di frutta nera come la prugna e la carruba, poi pepe nero e spezie dolci. Un ricco bouquet improntato su note scure che conclude su nuance fumè. Bocca ampia, salmastra e con una lunga chiusura.
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