
di Raffaele Mosca
La strategia è la stessa per molti produttori: trovare un piccolo fazzoletto di terra da cui tirar fuori poche bottiglie per elevare posizionamento e percezione dell’azienda. In molti cercano di legittimare la scelta con uno storytelling ambizioso, parlando di variazione di studi su terreno, microclima e via dicendo. Leonardo Bellaccini, volto di San Felice dal 1989, ci confessa, invece, che nel caso della nuova selezione della filiale montalcinese del gruppo, Campogiovanni, la scelta è avvenuta in maniera quasi spontanea . “ C’è sempre un po’ di mistero dietro al comportamento alle singole parcelle. Noi ne abbiamo individuata una che chiamiamo Vigna Alta, anche se non è poi tanto più alta del resto della tenuta. Forse per il suolo – ma anche per la selezione clonale – dà sempre un vino diverso”.
L’appezzamento si trova nel cuore della tenuta nel quadrante sud-ovest del comune di Montalcino. Se ne ricava il contenuto per una sola botte grande, che ha dato vita a 6.600 bottiglie di questa prima annata. Se in passato i vini parcellari venivano solitamente scelti tra le masse più ricche e concentrate, qui, invece, si nota uno stacco netto sul fronte dell’eleganza e della definizione aromatica rispetto agli altri vini di Campogiovanni.
Testato sulla cucina neoclassico de Il Convivio Troiani di Roma, il P. 327 2020 si è dimostrato versatile a tavola da subito. Non rinuncia alla tipica espressione calda del sud di Montalcino: il naso è scuro, boschivo, con accenti di erbe mediterranee e liquirizia su fondo di humus e cacao. In bocca, però, ha vitalità tutto meno che scontata, progressione agile e un tannino pettinato che gli permette di sposare ugualmente bene un piccione in due servizi, un maiale panato e accompagnato da verza, spezie e nocino e un’amatriciana – all’ancienne, ovvero con cipolla e aceto – servita a come desert. È molto immediato, ma non per questo meno promettente a lungo raggio, anzi tutto ci fa pensare che evolverà in maniera più composta rispetto ad altri Brunello con le spalle più larghe. Il prezzo a scaffale sarà intorno ai 75 euro.
Gli altri vini di Campogiovanni
Solido, anche se un po’ meno dettagliato e con un tannino più asciutto, il Brunello di Montalcino 2020. Il 2010 servito a fianco, invece, gioca su note evolutive, confermando l’impressione avuta già in altre occasioni e con altre aziende, ovvero che la cosiddetta “annata” del secolo abbia già sparato molte cartucce e potrebbe deludere a lungo raggio. Il Brunello di Montalcino Quercione Riserva 2019, invece, è un’interpretazione “old school”, giocata sulla ricchezza, sulla pienezza e sulla potenza anche tannica: diametralmente opposta al P. 327, che, riassaggiato anche a fine, continua ad intrigarci più di tutto il resto!
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