Cantine Aperte 2011. Una giornata sul sentiero del grande Taurasi

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Per i nati nel segno dei Gemelli è molto importante stare all’aria aperta. Ed è altrettanto decisivo avere la possibilità di muoversi fuori dai canoni ordinari, meglio se in senso opposto. Così abbiamo seguito l’istinto e siamo andati a fare un giro nelle…Cantine Chiuse!

Con Marina Alaimo (anche lei Gemelli) siamo andati così da Luigi Tecce: c’era da fare la visita per Slow Wine: la nuova cantina è in costruzione, ascoltando Capossela e mangiando una soppressata abbiamo provato il Poliphemo 2007, i fantastici bianchi 2007 e 2006 da blend, il passito di Aglianico, le prove di Aglianico in anfora secondo il sistema greco e latino.
Una vera jam session imperdibile e fantastica: il rapporto di Luigi con l’uva è sessuale.

Ci siamo poi trasferiti da Laura e Luigi Moio dove abbiamo pranzato in famiglia, visitato la cantina, provato le ultime uscite, discusso di scienza, di luoghi comuni, del nostro amato Mezzogiorno. Abbiamo stabilito che parlare di vini salati non ha alcun senso scientifico:-)
L’opera di Luigi è davvero imponente, la perfezione della vigna e della cantina è la manifestazione di un suo bisogno interiore di spiegare la natura, capirla.

Al termine del pranzo scopriamo una nuova cantina con il bravo Gennaro Reale: si tratta di Antonio Caso, geometra in pensione, che ha iniziato a vinificare la sua vigna a case d’Alto. Appena seimila bottiglie vere e dirette.

Ci avviamo nel centro storico di Taurasi, il Castello inaugurato da Bassolino e da Nappi alla fine del 2009 con gli ultimi fondi della cassa regionale è rigorosamente serrato nel giorno di Cantine Aperte. Per fortuna ci accoglie Raffaele Inglese, l’enologo del paese, con i suoi vini antichi e pazienti.

Ci congediamo da questa giornata con il Taurasi a Taurasi nello spazio di Giacomo, il nostro amico di sempre: vero scout di territorio da cui non si può prescindere se si vuole entrare dentro le cose.
Tante voci a cui noi dobbiamo dar voce, non è nostro compito emettere sentenze o lanciare la fatwa
contro il cattivo di turno. Perché l’unico vino cattivo è quello che ancora non abbiamo bevuto.


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