
di Leo Ciomei
Dulcis in fundo veniamo ai locali del sud. Qui la prima impressione è quella dei costi più bassi rispetto al resto d’Italia. Con le sole eccezioni de La Torre del Saracino (ma, si sa, la qualità si paga…) e del Comandante (e qui la location a 5 stelle alza di parecchio la ricevuta fiscale) gli altri veleggiano intorno ai 100-150 euro.
Mancano però i grossi nomi della costiera, in maggioranza chiusi per la stagione invernale. A Napoli un’alternativa low-price potrebbe essere il Veritas mentre nella Sardegna invernale, orfana delle briatorate della Costa Smeralda, Andreini ad Alghero merita i 120 euro richiesti. In Campania comunque un buon investimento sono i cenoni di Sud della chef Marianna Vitale e Taverna Estia dei fratelli Sposito, ambedue a prezzi abbordabili. Caso a parte quello del Reale di Castel di Sangro, regno di Niko Romito: andatevi a leggere quante e quali sono le portate (molto finger-food ok ma… quanto lavoro dietro ?) e cosa si beve… un vero peccato sia così lontano. Non ho testimonianze dirette ma credo che nel sud sia più diffuso passare sia il cenone della vigilia di Natale che quello del 31 a casa in famiglia. Ma per una grande serata di fine anno gli appassionati siciliani non dovrebbero mancare il cenone di Sultano al Duomo: passeggiare nella prima notte del 2013 fra le chiese barocche di Ibla dopo i piatti di Ciccio non ha prezzo.
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