Casa Maschito di Antonio Griesi

Pubblicato in: in Basilicata
Antonio in uno dei suoi vigneti blu

di Michele Polignieri

Tutto d’un pezzo Antonio Griesi.

Niente smancerie e luoghi comuni. Solo al comando con famiglia a Milano, e lui che fa?

Torna a Maschito e mette in piedi una produzione di vini occupandosi delle sue vigne. Storia e futuro a portata di mani…le sue. Mani grandi e callose, quelle che non si fermano davanti a nulla. Il mondo edulcorato e mellifluo delle copertine non gli danno sponda. Ma la classe risiede altrove.

Potrei definirlo un  padrone-bracciante che se non trava appoggi nella manovalanza non lesina, quando occorre, di fare tutto da sé. È agricoltore puro e teneramente affascinante nella sua indole operaia.

I suoi vini?

Eleganti, fini, strutturati e polposi mai ciccioni.

Di elevata portata che ben si collocano, e con merito, nel firmamento Aglianico.

A Maschito ci vive da solo e periodicamente  va a trovare la figliolanza  a Milano, la città che lo ha reso adulto e saggio prima di decidere di ritornare al Sud.

La gamma dei vini è piuttosto opulenta ma soffermandoci sui caratteri più indicativi deire che il Bianco della casa, la Malvasia, si presenta con profumi di malva e una preziosa mineralità all’assaggio da renderlo perfetto in qualsiasi occasione oltre che da tutto pasto;

analogamnte il rosato Quandernjan da aglianico in purezza, conferma i tratti aziendali già intravisti nei bianchi con, in più, una nota alcolica significativa (14°);

l’aglianico “in rosso” comincia la sua ascesa con il Basilicata IGT,  di media struttura secco e di bella beva,  il “Portale Adduca” (acciaio e un po di botte grande), ed  il “Bottaia” (acciaio e 12 mesi di barrique),  che ci insegnano a comprendere come  il vitigno regionale per eccellenza debba esprimersi al naso  ed al gusto nelle due versioni possibili.

Esibizione di grande concentrazione, austerità e cura, tanta,  da ridurre la resa a soli 30 quintali per ettaro, li troviamo nel “Terrazza”, vino fitto e croccante, alcolicità di 16° con frutta rossa surmatura al naso,  lo consegnano al calice per una elegante meditazione con formaggio (da semistagionato a stagionato), rigorosamente da pascolo …meglio se un canestrato  a latte crudo o un caciocavallo podolico di 6/8 mesi.

Che dire?……..un bel pezzo zolla lucana nel bicchiere.

Zolla pulita, ovviamente, che ve lo dico a fare……


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