Il caso della trattoria Bertozzi: perché ristoratori e pizzaioli non sopportano più le critiche?

Pubblicato in: Polemiche e punti di vista
Blues Brothers

Una recensione non agiografica della Trattoria Bertozzi di Paolo Trevisani su Repubblica Sapori ha creato una discussione e tante critiche di lesa maestà.

Negli ultimi tempi l’insofferenza di pizzaioli e ristoratori verso qualsivoglia critica rasenta il limite dell’irrealtà. A lamentarsi non sono quelli ignorati o bastonati dalle recensioni, ma quelli che più di tutti hanno beneficiato dei media in una misura tale da rendere impossibile un ipotetico calcolo economico del valore commerciale ricevuto gratuitamente.

Di recente un ristorante pluristellato ha annunciato crudamente che non parteciperà ad una iniziativa pubblica in spiaggia perché l’organizzatore è andato a pranzo con un recensore che, a suo dire,  lo ha trattato male. A rileggere la recensione, che pone questo locale ai vertici della guida non c’è nulla, ma davvero nulla che possa far pensare a uno sgambetto critico. Troppo stress o delirio di onnipotenza? Vabbè è lo stesso da ricovero.

Mi è anche capitato di subire dei video da parte di un ristoratore al quale abbiamo fatto una bella recensione pagando il conto e inserendolo nella Guida del Mattino solo perché non era nella classifica delle migliori genovesi (tra l’altro di Napoli città) o di uno che dopo essere stato inserito al top nella propria città in una guida nazionale e in quella regionale del Mattino ha trovato da ridire perché non era nei 101 posti da non perdere in un post del blog.  Anche qui sempre pagato il conto, tanto per essere chiari. Uno da denuncia, l’altro da cestinare umanamente.

Un famoso tristellato fiorentino ha invece per protesta messo un cappello sulla sedia durante la presentazione della Guida Espresso di cui per anni è stato al vertice. Allora io dico: non è che uno è buono se parla sempre bene di te e cattivo se non ti mette in testa. Ma molti la pensano esattamente così dalla Val d’Aosta alla Sicilia che si affidano a sistemi inventati dagli stranieri, come la Michelin, Tripadvisor, 50 Best restaurant.

Un pizzaiolo dopo avermi bombardato di inviti si è invece risentito perché, nell’ambito di una valutazione positiva, ho scritto che la sua margherita era da migliorare, non che era cattiva.

Un altro stellato invece ha inondato Facebook di insulti perché era stato messo allo stesso livello dello Stuzzichino su una guida nazionale asserendo che l’unica guida è la Michelin. Fino a che non gli toglie la stella ovviamente.

Chat di pizzaioli e di cuochi di cui siamo venuti a conoscenza invece racchiudono odio e rabbia che non hanno giustificazione se non quella di non parlare di loro ogni giorno. Chi sono? Gli stessi che da anni sono protagonisti sui media e al top delle classifiche.

E ci sono uffici stampa che invece di dire al cliente di non essere in grado di portarli sui palchi importanti come le Strade della Mozzarella inventano la menzogna che bisogna pagare 5000 euro per essere invitati. Sebbene nessuno ha mai sborsano un euro per esserci.

Insomma, la domanda è: da dove nasce questa incapacità di misurarsi la palla?

Beh dal fatto che i social hanno democratizzato la critica e dato a tutti la possibilità di esprimersi. Per cui siccome ognuno si crede il migliore, quando non è considerato tale si arrabbia.

C’è poi il fenomeno dei Fuf Blogger e delle Bande della Tartina che entrano, non pagano, fotograno e non fanno che parlare bene per cui quando va un critico o un giornalista sono sempre malvisti.

Infine è un problema culturale: non basta aver fatto la scuola Alma e preparare un risotto o comprare prodotti Longino e Selecta per essere un grande cuoco senza mai essere stati in un grande cucina. Come non basta fare un canotto per essere un pizzaiolo moderno.

Ecco, tutta questa gente dovrebbe pensare ai clienti, capire che le sale non vengono riempite dai critici e dagli articoli sui giornali, accettare che ci siano alcuni migliori di loro e tutto andrebbe un po’ meglio.

Noi continueremo a fare il nostro lavoro perché, per fortuna, da questi signori non dipendiamo neanche per un caffè e siamo al servizio di chi ci legge e dei clienti. La nostra vera forza è nelle migliaia e migliaia di letture e di condivisioni che affogano questi psicopatici. Alè alè alè


Dai un'occhiata anche a:

Exit mobile version