L’Ammaccata Antica Pizza del Cilento
Via Quattroponti – Casal Velino (Sa)
Tel 392 7938827 –
lammaccata@gmail.com
Telefonare per prenotazioni.

di Ornella Buzzone
Arrivare a Casal Velino e ritrovarsi davanti al casale de L’Ammaccata è già un’esperienza. La pietra viva, i dettagli in legno recuperato, le lucine che la sera illuminano la corte esterna con i suoi duecento posti, l’orto che cresce poco distante: tutto parla di autenticità. È un luogo dove il tempo rallenta, dove l’aria fresca profuma di mare e campagna insieme, e dove la lentezza diventa una virtù.
Al centro di questo progetto c’è Cristian Santomauro, nato a Piano Vetrale, borgo noto per i suoi murales, che dopo aver studiato ingegneria ha scelto la strada della passione e delle mani in pasta. La sua ispirazione nasce da un ricordo familiare: la nonna Teresa e le sue pizze ovali, umili e genuine, preparate per testare il forno prima di cuocere il pane. Da lì è partito un viaggio che lo ha portato a recuperare grani antichi cilentani, ad avviare un campo di coltivazione proprio accanto al locale, a reinterpretare con cura e tecnica l’antica ammaccata, oggi riconosciuta come Prodotto Agroalimentare Tradizionale della Campania.
L’Ammaccata di Cristian Santomauro trova casa, anzi, un palazzo del ’700 completamente restaurato a Casal Velino, nel cuore del Cilento. È qui che prende corpo un progetto coerente, sostenibile, che non cede a scorciatoie commerciali, perché in questo luogo si fa solo l’Ammaccata. Questa la scelta precisa e coraggiosa di Cristian, 33 anni, e del suo socio Valerio Alterio, quando hanno deciso di rilevare l’immobile e firmare un contratto di quindici anni. Un impegno forte e lungimirante, che racconta di visione e radici, di amore per la propria terra e di fiducia nel futuro.
Cristian non è solo un pizzaiolo, ma un custode di memoria e innovazione. Insieme a Valerio ha ridato vita a un palazzo che trasuda storia, trasformandolo in una pizzeria che è allo stesso tempo un laboratorio di ricerca e un luogo di ospitalità. Qui nulla è lasciato al caso: dai tavoli costruiti con le travi recuperate, alle tovagliette intrecciate con foglie essiccate, fino ai tovaglioli di cotone che richiamano un’idea di naturalezza.All’esterno la corte accoglie ben duecento posti a sedere, perfetti per vivere la magia delle serate estive sotto le lucine, mentre all’interno la struttura offre due sale dedicate ai mesi più freddi e si sviluppa su 2 piani, garantendo spazi ampi e suggestivi per ogni stagione. Tre forni lavorano in sinergia per garantire qualità e pulizia durante il servizio, mentre l’orto sinergico e i campi di grano forniscono la materia prima per un impasto che sa di territorio.
Sedersi a tavola all’Ammaccata significa vivere un viaggio sensoriale che inizia piano e cresce fino ad esplodere in sapore. Il mio percorso è partito con il salame Tomeo sott’olio, tagliato al momento, fragrante e intenso: un piccolo assaggio che ha aperto le porte al Cilento autentico.
Subito dopo è arrivata una sorpresa giocosa, l’Ammaccata Bon Bon, servita in due varianti: la prima con pomodoro e fonduta di formaggio, avvolgente e rassicurante; la seconda con tartufo, intensa e profumata, capace di donare un tocco aristocratico e selvatico all’impasto contadino. Un inizio che ha subito mostrato quanto tradizione e creatività possano convivere nello stesso piatto.
È seguita poi la strazzata del contadino, farcita con fior di latte, petali di pancetta Tomeo e olive. Un morso ricco, sincero, che profumava di campagna, completato dall’olio extravergine Itran’s, Monocultivar Madonna dell’Olivo, che ne esaltava i contrasti con eleganza.
Il cuore del percorso è stato l’arrivo dell’Ammaccata Originale, la pizza del ricordo, dedicata da Cristian alla nonna Teresa. Pomodoro cotto alla cilentana, cacioricotta di capra presidio Slow Food e origano di montagna si intrecciavano in un equilibrio perfetto, chiuso dall’olio Riserva Coratina-Itrana della Fattoria Ambrosio, premiato come miglior olio d’Europa nel 2025. Una pizza che sa di memoria, di tradizione, ma anche di orgoglio contemporaneo.
Subito dopo, l’Ammaccata Gialla del Cilento ha portato in tavola la freschezza del mare. Il pomodoro giallo e il fior di latte erano la base di un’opera che trovava la sua voce nelle alici di Menaica aggiunte dopo la cottura, insieme a polvere di capperi e alghe, e un tocco agrumato di zest di limone. Un’onda di sapori che evocava il Cilento marinaro, completata dall’inconfondibile impronta dell’olio Itran’s.
Il viaggio ha preso una piega più dolce e vellutata con L’Ammaccata Fichi e Formaggi del Cilento
Fior di latte, Fichi bianchi del Cilento, mozzarella di bufala, ciuffi di ricotte ed erborinato di capra di Tenuta Principe Mazzacane, melassa di fichi Santomiele e pepe di Szechuan
Olio EVO, Crux, Fattoria Ambrosio. Una creazione capace di unire il carattere dei formaggi cilentani con la dolcezza morbida e avvolgente del fico, simbolo della terra.
Il finale non poteva che essere un dolce: il CarosellaMisú, omaggio alla tradizione e all’infanzia. Un tiramisù rivisitato con pane biscottato al posto dei savoiardi, crema di mascarpone con tuorlo pastorizzato, scaglie di cioccolato fondente e caffè. Un dolce che richiama la zuppa di latte di una volta, ma elevato con tecnica e creatività, perfetta conclusione di un percorso che unisce cuore e territorio.
L’esperienza all’Ammaccata non è solo gastronomica, ma culturale. È un invito a rallentare, a riscoprire la lentezza del Cilento, a lasciarsi andare al piacere di un morso che racconta secoli di storia contadina, profumi di mare, aromi di montagna e visioni di futuro. Cristian Santomauro, insieme a Valerio Alterio, ha trasformato una pizza di tradizione in un racconto vivo, un gesto d’amore per la sua terra, che oggi conquista con la stessa semplicità e umiltà con cui nasceva tra le mani di sua nonna.
Prezzo medio €25
Ammaccata Antica Pizza del Cilento
Via Quattroponti – Casal Velino (Sa)
Tel 392 7938827 – lammaccata@gmail.comTelefonare per prenotazioni.
Scheda del 20 agosto 2025
L’Ammaccata Antica Pizza Cilentana di Cristian Santomauro
Cristian Santomauro sta aprendo a un percorso nuovo sul piano gastronomico con il suo modello di pizza. La sua intelligenza è stata quella di legarsi ad un modello arcaico senza pretendere di inventare nulla, ma solo di usare gli strumenti e le conoscenze moderne per produrre il proprio prodotto al meglio. Con l’esperienza e con l’indispensabile e prezioso supporto di Valerio in sala che fa girare la macchina alla grande, venire qui significa entrare nelle tematiche gastronomiche e ambientali più attuali ma senza ideologismi. Con molta praticità il rispetto di protocolli agronomici non invasivi consente di realizzare prodotti di alta qualità non replicabili. L’ossessione per l’impasto, un semplice diretto seguito attentamente in base alle temperature e alla umidità regala un prodotto digeribile a di tantissimo gusto.
Sui 20, 25 euro. Oppure di più se attingete alla carta dei vini che ormai vanta oltre duecento etichette.
Scheda del 2 novembre 2024
L’Ammaccata Antica Pizza Cilentana di Cristian Santomauro
L’Ammaccata di Cristian Santomauro trova casa, anzi, un palazzo del ‘700 completamente restaurato a Casal Velino, nel cuore del Cilento. Prende corpo un progetto coerente, sostenibile, che non cede a scorciatoie commerciali perchè qui si fa solo l’Ammaccata. Qusta la decisione di Cristian, 33 anni, e del suo socio Valerio Alterio quando hanno rilevato l’immobile firmando un contratto a 15 anni. Un ambiente connotato di più piani molto ampio e polivalente, che consta di varie stanze comprese due camere per gli ospiti che vogliono soggiornare qui qualche giorno, una cantina ed un orto, dal quale Cristian ricava tutto l’occorrente che serve alla preparazione delle pizze. All’ingresso c’è un vasto parcheggio ed un dehors molto spazioso, mentre all’interno c’è la possibilità di accomodarsi in uno dei locali disponibili con 70 posti.
Scheda del 16 agosto 2024
L’Ammaccata Antica Pizza Cilentana di Cristian Santomauro
L’Ammaccata di Cristian Santomauro trova casa, anzi, un palazzo del ‘700 completamente restaurato a Casal Velino, nel cuore del Cilento. Prende corpo un progetto coerente, sostenibile, che non cede a scorciatoie commerciali perchè qui si fa solo l’Ammaccata. Qusta la decisione di Cristian, 33 anni, e del suo socio Valerio Alterio quando hanno rilevato l’immobile firmando un contratto a 15 anni. Un ambiente connotato di più piani molto ampio e polivalente, che consta di varie stanze comprese due camere per gli ospiti che vogliono soggiornare qui qualche giorno, una cantina ed un orto, dal quale Cristian ricava tutto l’occorrente che serve alla preparazione delle pizze. All’ingresso c’è un vasto parcheggio ed un dehors molto spazioso, mentre all’interno c’è la possibilità di accomodarsi in uno dei locali disponibili con 70 posti.
Ma cosa è l’Ammacata? E’ una pizza che, come in tutta Italia a parte Napoli dove diventa una specializzazione sin dalla fine del’700, viene fatta con lo stesso impasto del pane e viene utilizzata come prova da forno. L’impasto è un diretto con lievito madre, fatto anche con farina di un misto di grani antichi teneri e duri come la carosella, la risciola, il gentilrosso, la saragolla ed il senatore Cappelli. La lavorazione è uguale a quella per il pane che ancora adesso si fa nelle case cilentane ed avviene in una madia di legno, mentre la lievitazione dura dalle 12 alle 24 ore a seconda delle esigenze. Il procedimento di questa pizza ammaccata è frutto di un valido insegnamento che nonna Teresina ha trasmesso al nipote Cristian, ingegnere mancato fulminato dal mondo della pizza, che è riuscito ad ottenere dal 2020 la Pizza Cilentana Ammaccata il riconoscimento di Prodotto Agroalimentare Tradizionale della Regione Campania. Nella versione classica la salsa di pomodoro è cotta in pentola a parte con un soffritto di aglio, cipolla e origano di montagna e dopo la cottura l’ammaccata è ricoperta di cacioricotta stagionato di capra grattugiato al posto del fiordilatte o della mozzarella di bufala. La lavorazione deve essere e rimanere più alta della pizza normale e poi si condisce nei tre modi tradizionali: la classica con sugo di pomodoro cotto di cui abbiamo già detto; la schietta cioè fatta al momento con aglio, olio, origano e alici di Menaica; con le foglie, chiusa a calzone con erbe e verdure di campo (borragine, cardo, cicoria…) a seconda della stagione a cui si aggiungono alici di Menaica, olive Salella ammaccate e cacioricotta di capra, tutti presidi Slow Food.
In Cilento l’antica pizza cilentana è chiamata in dialetto “pizza re casa” e in passato il suo consumo, ancora calda, era quasi un rito ben augurante per la riuscita della sfornata del pane della settimana. Veniva consumata anche rafferma nei giorni successivi ed era il pasto preferito dei più piccoli. Chi ha vissuto quei momenti ne conserva una memoria olfattiva, profumi e odori impossibili da dimenticare proprio come è accaduto a Cristian Santomauro. L’ammaccata è diversa dalla pizza, è ovale, ha un basso contenuto di glutine, è ricca di fibre e sali minerali . La soddisfazione per Cristian è stata il confronto con Ducasse a Bologna lo scorso anno. Siamo appena all’inizio di un lungo percorso.
Scheda del 3 giugno 2024
di Enrico Malgi
Nuova sede per l’Ammaccata di Cristian Santomauro!
Pizza Cilentana speciale che prepara Cristian Santomauro presso L’Ammaccata Antica Pizza Cilentana marchio registrato, del quale ha appenaa inaugurato la sua nuova a Casal Velino, all’interno di un antico e suggestivo palazzo inpietra antica appena restaurato.
Detto fatto, immaginando che il giorno del vernissage è caratterizzato sempre da una folta affluenza di gente ho giocato d’anticipo, presentandomi in un orario più consono ed ho fatto molto bene, perché Cristian, un giovane talento di questa specialità insignito tra l’altro del titolo di “Ambasciatore della Dieta Mediterranea nel Mondo”, mi ha portato a visitare la location.
Un ambiente connotato di più piani molto ampio e polivalente, che consta di varie stanze comprese due camere per gli ospiti che vogliono soggiornare qui qualche giorno, una fornitissima cantina ed un orto, dal quale Cristian ricava tutto l’occorrente che serve alla preparazione delle pizze. All’ingresso c’è un vasto parcheggio ed un dehors molto spazioso, mentre all’interno c’è la possibilità di accomodarsi in uno dei locali disponibili fino ad occupare settanta posti.
Ed allora eccomi pronto ad ordinare due pizze: una bianca ed una rossa, in formato rettangolare e cotte nel capace forno a legna.
L’impasto, con lievito madre e lavorato a lungo con le nocche delle mani,
è fatto con farina di un misto di grani antichi teneri e duri come la carosella, la risciola, il gentilrosso, la saragolla ed il senatore Cappelli. La lavorazione è uguale a quella per il pane che ancora adesso si fa nelle case cilentane ed avviene in una madia di legno e dura circa un’ora, mentre la lievitazione dura circa dodici ore. Il procedimento di questa pizza ammaccata è frutto di un valido insegnamento che nonna Teresina ha trasmesso al nipote Cristian, il quale da parte sua ha saputo fare buon uso di questi saggi consigli, tanto è vero che dal 2020 la Pizza Cilentana Ammaccata si fregia del riconoscimento di Prodotto Agroalimentare Tradizionale della Regione Campania.
La Pizza Rossa Ammaccata Originale costa 9,00 euro. Ha poco sale, condita con pomodoro rosso quarantino cotto, con origano di montagna dei Monti Alburni di Michele Ferrante, cacioricotta cilentano di capra ed olio evo di Marsicani.
La Pizza Bianca costa 12,00 euro ed è fatta con mozzarella all’inizio ed a fine cottura si mettono le alici di menaica di Donatella Marino, polvere di capperi, polvere di lattuga di mare, concentrato di pomodoro giallo quarantino, zest di limone ed olio evo Itran’s Madonna dell’Olivo di Antonino Mennella.
Pizze entrambe attraenti alla vista, ottime, deliziose, morbide, saporite, scioglievoli in bocca e molto digeribili, tutto questo è frutto di ingredienti di alta qualità.
Pizze che vogliono ricordare e raccontare un pezzo di storia dell’antico Cilento, che sembrava povero, ma che invece racchiude in sé una ricchezza di inestimabili e genuini valori ed in tutto questo il giovane Cristian Santomauro come epigono ne è buon testimone, tanto da dedicare molti anni ad intensi studi per la riscoperta, la conoscenza, la preparazione e la valorizzazione di queste pizze speciali.
E non solo pizze, perché a disposizione c’è uno chef che prepara anche eccellenti piatti della sana tradizione culinaria cilentana.
Alle due pizze ho fatto tirare fuori dalla fornitissima cantina, di cui si occupa il bravo sommelier Valerio Alterio, un ottimo Franciacorta Rosé Brut Docg Millesimato 2019 Metodo Classico I Barisei di solo Pinot Nero con contatto sui lieviti per 45 mesi.
Colore rosa corallo, coltre di schiuma vaporosa e bollicine persistenti. Al naso salgono gioiosi profumi fruttati di ciliegia, chinotto, melagrana, ribes e mirtilli, seguiti da aromi di fiori rossi, erbe aromatiche e segmenti speziati. In bocca il sorso è avvolgente, arrotondato, petillant, secco, morbido, elegante, sapido, affusolato, aggraziato, birichino, compiacente e ruffiano. Retroaroma appagante.
Ammaccata Antica Pizza del Cilento
Via Quattroponti – Casal Velino (Sa)
Tel 392 7938827 – lammaccata@gmail.com
Telefonare per prenotazioni.
Scheda del 2 agosto 2020
VILLA MARCHESA, Azienda Agrituristica
Via San Nicola, 25 – Castelnuovo Cilento
Tel. +39 0974 273914 Cell. +39 3463893829
Conto medio sui 30 euro
www.villamarchesa.com
Agosto 2020
Ed eccoli sempre sorridenti, anche in questa estate un po’ difficile, Cristian Santomauro e Daniela Sansone, al loro posto di comando al forno e nella cucina dell’azienda agrituristica Villa Marchesa a Castelnuovo Cilento, dove con passione e orgoglio curano anche un bell’orto.
E’ qui che Daniela continua a proporre la sua cucina cilentana, che affonda le radici nelle ricette di famiglia ma che riesce sempre a vivacizzare e modernizzare. Dal canto suo Cristian ha lavorato in questi due anni a perfezionare l’Ammaccata Cilentana, pizza contadina farcita con salsa di pomodoro cotta in pentola a parte, con un soffritto di aglio, cipolla e origano di montagna e, dopo la cottura, cacioricotta stagionato di capra cilentana. In Cilento l’antica pizza cilentana è chiamata in dialetto “pizza re casa” e in passato il suo consumo, ancora calda, era quasi un rito benaugurante per la riuscita della sfornata del pane della settimana ma anche un pasto completo per tutta la famiglia.
Entrambi due anni fa avevano scommesso sul Cilento, quello delle zone interne, dei prodotti coltivati in proprio o cercati in piccole aziende dei dintorni. Scommesso per non partire e restare.
A Villa Marchesa lavorano tutto l’anno; con una proprietà che ha dato loro fiducia sin dall’inizio.
Una bella terrazza panoramica per cenare a lume di candela, un servizio professionale ma non formale e una piccola carta dei vini di territorio.
Simpatia, piatti genuini, e un conto medio sui 30 euro per un vero e proprio rifugio dal caos da non farsi sfuggire.
Qui la recensione del 14 gennaio 2019.
La nostra prima visita, raccontata il 16 agosto 2018:
Il Cilento più nascosto, quello interno, circondato da una natura forte e selvaggia, dove il mirto selvatico riesce ad avere la meglio persino sulla siccità più severa, sta regalando negli ultimi anni piccoli ma interessanti presidi dedicati alla dieta mediterranea.
E’ il caso della cucina proposta da Villa Marchesa, un bella struttura ricettiva aperta un paio di anni fa a Castelnuovo Cilento, piccolo borgo a pochi chilometri da Vallo della Lucania e dal mare di Casalvelino. Pochi chilometri che possono facilmente triplicarsi se non si conosce bene la zona, giacché – come spesso succede da queste parti – le indicazioni stradali sono a dir poco deficitarie.
Ma armarsi di pazienza vale davvero la pena: una volta arrivati, la distanza dal caos e dal traffico è siderale e si gode del silenzio e del fresco, circondati da ulivi. I quaranta coperti della sala nella bella stagione vengono trasferiti sulla terrazza panoramica, dove il chiarore della luna si accompagna alla luce delle candele. Il tovagliato bianco e i colori chiari scelti anche per la mise en place completano un ambiente nel complesso rilassante e piacevole.
La cucina, solo da poche settimane, è affidata ad una giovane coppia, Daniela Sansone e Cristian Santomauro. 50 anni in due, stesso sorriso timido e gentile, legati nella vita e nel lavoro, stanno portando avanti con forte determinazione un gran bel progetto culinario che hanno chiamato, mettendo insieme le prime lettere dei loro nomi, OrtoDaCrì. L’idea è quella di recuperare il più possibile dalla memoria orale delle antiche ricette cilentane, seguendo il percorso storico tracciato da Ancel Keys attraverso i principi della dieta mediterranea, a partire dal loro orto di proprietà. Il tutto con una divisione del lavoro che vede Daniela ai fornelli, dopo il diploma all’alberghiero e qualche esperienza in giro per l’Italia e Cristian al forno, dove studia e sperimenta farine e lavorazioni per l’«ammaccata», ossia la pizza cilentana che tradizionalmente si faceva (si ammaccava con le mani) in casa con l’impasto del pane.
Una cucina dunque simbioticamente legata al paesaggio, basata su un’alimentazione molto povera, almeno all’apparenza, diventata oggi ricchezza mondiale (e non a caso patrimonio immateriale Unesco), povera di grassi animali, varia e – soprattutto – sana.
La carta che troverete, allora, è divisa in due sezioni. Una è dedicata alle “ammaccate’’, dalla classica cilentana con pomodoro, origano e cacioricotta di capra, a quelle più fantasiose, con le verdure, gli ortaggi, le alici di menaica e così via. L’altra parte della carta è invece dedicata alla cucina vera e propria.
La lista dei vini, infine, è ancora in costruzione, ma nettamente orientata verso i vini regionali, a partire dai più importanti produttori cilentani.
Da non perdere il ricco antipasto, con salumi e formaggi di piccoli produttori della zona e, sopra ogni cosa, i prodotti dell’orto di Cristian e Daniela: dai peperoncini verdi ai pomodorini secchi e freschi, dalle zucchine alla scapece alle classiche melanzane cilentane, con sugo di pomodoro e farcia di cacioricotta e uova. Squisito il caprino stagionato con le pesche; molto buone le alici “mbuttunate”, ripiene di formaggio e fritte.
Le ‘ammaccate’ di Cristian meritano una cena dedicata, anche perché – per quanto alleggerite da un’accurata e studiata lievitazione e maturazione – saziano come una pizza, a meno di accompagnare l’antipasto con qualche fetta, come abbiamo fatto noi.
I fedeli alla tradizione cilentana troveranno soddisfazione nei fusilli fatti a mano con ragù di braciola; i vegetariani in una bella varietà di ortaggi; e anche i più golosi usciranno soddisfatti: dalle crostatine con crema, frutti di bosco e fondo al caffè, al millefoglie con crema e amarena, fino ai classici cannoli cilentani. Pasta e creme sono perfettamente eseguite, senza eccesso di zuccheri.
Insomma, una cucina che traduce in linguaggio moderno le ricette cilentane di una volta, alleggerite nelle cotture e nei condimenti, seguendo i dettami della dieta mediterranea senza però essere troppo didattica o, peggio, ferma e noiosa. Cristian e Daniela sono infatti sicuramente rispettosi nei confronti dell’immenso patrimonio gastronomico che hanno a disposizione, ma entrambi, l’uno al forno e l’altra ai fornelli con studio e passione cercano di personalizzare tutto quello che fanno.
Certo, sono ancora all’inizio, e soprattutto il servizio deve registrarsi: la sala necessita infatti di un maggiore coordinamento con la cucina e di un personale più attento e partecipato. Siamo sicuri, tuttavia, che l’entusiasmo e la passione che hanno messo in moto questa piccola macchina gastronomica aiuteranno a superare la fase di rodaggio.
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