Catania – Un nuovo modo d’intendere il pesce, ecco Angiò

Angiò – Macelleria di Mare a Catania
Viale Africa 28h
Orari: 10 – 14.30, 17 – 23.30 (lunedì chiuso)
Telefono: 335 161 3701

Angio'

di Francesco Raguni

Ci sono tanti modi di concepire il pesce, il più diffuso in città è certamente quello “classico”, che vede nel mix di antipasti, la frittura di calamari, l’impepata di cozze e gli spaghetti con le vongole una sorta di iter, quasi sacrale, da seguire. Anche la cultura asiatica, comunque, ha preso piede alle pendici dell’Etna, vedendo nel sushi (fusion e non) la riscossione di un discreto successo.

Di recente, però, c’è un locale che a Catania sta provando a proporre un nuovo modo (almeno per la città) di lavorare e servire una materia prima come il pesce. Si chiama Angiò e si trova in Viale Africa, vicino il Corso Italia, una delle vie più importanti della provincia etnea. “Angiò è un progetto che parte da qui, da casa mia (Catania ndr)” – ci racconta Alberto Angiolucci, proprietario e head chef del locale. “La mia idea è stata quella di provare a portare qui qualcosa di diverso, che ancora non si era visto”. Ed effettivamente in Sicilia quasi nessuno propone un format simile, se non qualche eccezione sull’altro versante dell’isola.

Alla base della sua idea di cucina ci sono alcune lavorazioni quali la frollatura del pesce, sottoposto dunque a trattamenti di solito accostati alla carne rossa, che la preparazione di salumi o preparati di pesce, come il bacon di pescespada o la salsiccia fatta con lo stesso (e della barbabietola aggiunta).

Dunque, tra i vari processi a cui sottopone la materia prima, troviamo anche la salagionatura. “Presto molta attenzione anche al tanto blasonato KM 0, provo a prendere quasi tutti gli ingredienti da produttori locali e sfruttare quanto più possibile la stagionalità della materia prima” ci continua a raccontare Alberto. Di fatti, tra alcuni piatti offerti dal menù, erano presenti ingredienti come la zucca, le castagne e i funghi.

Come proposta vinicola offerta, spicca sicuramente il biologico e il naturale. Pochi vini, ma selezionati secondo un criterio ben definito: ieri abbiamo provato un Fontane Bianche, Alcamo Classico DOC (70% cataratto, 30% zibibbo) e un’Allaria, Terre Siciliane IGP (100% grillo).

Le proposte gastronomiche assaggiate sono state diverse. S’inizia con un burro alle sarde, con un mini-limone candito e della polvere di sedano. Il sapore delle sarde dà una buona sapidità al burro, il limone poi bilancia il tutto alla bocca (anzi, si potrebbe anche osare di più sulla quantità di questo). Successivamente, è stato provato un sashimi di capone, pesce tipico del periodo corrente, a cui è stata abbinata un salsa teriyaki alla carruba e del mizuno. La commistione tra una salsa tipica della cucina orientale e un ingrediente pregnante delle campagne siciliane risulta ben bilanciata, la carruba non copre il gusto del pesce, anzi, lo esalta.

Abbiamo anche provato il bacon di spada, a nostro avviso la preparazione da provare assolutamente. A questo è stato abbinata della salvia e del sommacco. Sapido, fresco, piacevole al palato: questo salume di pesce è stata sicuramente una scelta vincente. Seguivano poi il baccalà mantecato con salsa al fico e castagne. Le castagne davano alla bocca un bel gioco di consistenze: la loro croccantezza si attanagliava bene alla morbidezza del baccalà; la salsa al fico ne esaltava i rispettivi sapori (l’importante era bilanciare il boccone al cucchiaio, onde evitare che la castagna coprisse troppo il pesce). Altra preparazione degna di menzione è stato il Pate en Croute con pancia e teste ricciola, pescespada e tonno alletterato).

Sul fronte dei primi, abbiamo provato un bottone ripieno di zucca e aiola. Nonostante si trattasse di una pasta ripiena, è stata cotta come un gyoza: prima piastrata e poi al vapore. Croccante sotto, morbida dentro e per nulla secco.

A questo veniva accompagnata una salsa realizzata con le bucce della zucca e dei funghi di ferla al bbq. La dolcezza del piatto era nettamente spiccata e veniva bilanciata da un garumalle sarde, di cui non ci sarebbe dispiaciuto qualche goccia in più.

Per quanto riguarda i secondi, invece, abbiamo provato la costata di spada sottoposta a frollatura e cotta alla brace. Tra secondo e prima vi era una buona continuità di sapori, visto che venivano riproposti sia i funghi (al BBQ) che la zucca (la stessa salsa, ma più ristretta, e una sfogliatella fatta con lo stesso ortaggio). A fianco vi erano anche delle radici di cavolo nero fritte: dalla spiccata nota vegetale, molto umami, ma che a volte rischiavano di coprire la carne di spada, altro must del locale. La tagliata era ben rosolata fuori e morbida e succosa dentro, ogni boccone era un piacere per il palato.

Il posto, seppur molto minimalista come stile, ben si attanaglia alla proposta offerta anzi, risulta essere molto confortevole. Proporzionato alla qualità offerta pure il conto. Come ogni nuova proposta, però, la parola finale spetta al cliente per eccellenza: la città, giudice più severo di tutti che, volente o nolente, ha l’onore di promuovere le proposte innovative che gli sono sottoposte.

Angiò – Macelleria di Mare a Catania
Viale Africa 28h
Orari: 10 – 14.30, 17 – 23.30 (lunedì chiuso)
Telefono: 335 161 3701


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