La moda passa, lo stile resta (Coco Chanel). Regola che non vale solo nella moda, forse in tutti gli aspetti della vita, anche nel vino. Siamo passati da mode e dettami sul bere più veloci di quello che riusciva a fare Ayrton Senna su un giro singolo.
Ci sono stati i ’90 del secolo scorso, dove se un vino non faceva legno non si poteva bere, manco fosse tossico. Poi i 2000 e il legno sembrava essere come Al Capone, se il vino ha un passaggio in legno non ne bevo, la mania dell’autoctono a tutti i costi e qualcosa la dimentico sicuro.
I primi anni di questo decennio con l’esplosione dei vini naturali, biologici, delle “aranciate alcoliche”. Il vino è Terroir, stile, carattere, soprattutto deve dare piacere. Questo Château Margaux 2001, Margaux – Premier Grand Cru Classé ha un naso complesso di creme de cassis, dei ricordi floreali che vanno dalla viola alla rosa, ed ancora una marmellata di more e di cedro.
Le note speziate sono accennate con una grazia superba. Il sorso è un concentrato di quello che si può chiedere ad un vino: costruito per dare piacere e solo piacere. Vellutato, con le note principali tutte in un equilibrio disarmante: fraîcheur, minéralité, élégance.
Da bere ascoltando Somewhere Over The Rainbow – What A Wonderful World nella versione del cantante Hawaiano Israel “IZ” Kamakawiwoʻole, una carezza che può cambiare la vita, fatta per durare a lungo.
Israel Kamakawiwo’ole – Over The Rainbow & What A Wonderful
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