Chianti Classico Vintage Edition

Pubblicato in: I vini da non perdere

di Antonio Di Spirito
Memorabile degustazione di vecchie annate di Chianti Classico Gallo Nero, alla quale erano presenti oltre 40 produttori. In una masterclass, piacevolmente condotta da Giuseppe Carrus (co-curatore della guida Vini d’Italia del Gambero Rosso, abbiamo potuto effettuare un viaggio a ritroso dal 2015 al 1974. Abbiamo attraversato periodi con cultura e filosofia enologica diverse, per cui si impongono alcune riflessioni

Con le annate prodotte negli ultimi 15-20 anni riusciamo a vedere quanto abbia influito l’innalzamento termico globale: i vini di Radda erano i più ostici, almeno nel momento dell’immissione sul mercato, perché, essendo posizionati su altitudini mediamente più alte,le uve facevano fatica ad arrivare ad una maturazione completa. Oggi non hanno più quelle spigolature di una volta, pur avendo conservato una verve acida importante e caratterizzante.

Negli anni ’70 era di là da venire la filosofia e la metodica portate dall’enologia moderna; non si parlava di potatura verde, né, tantomeno, di diradamento dei grappoli;

i cataloghi dei vivai di allora, che ti supportavano nell’impiantare vigneti, parlavano di una produzione media, a regime, di 7 chili di uva a pianta; oggi si scende a meno di 2 Kg;

il concetto di qualità era direttamente proporzionale all’annata, alla zona di produzione ed alla tradizione; progettare e concepire vini longevi non era nella cultura del tempo;

le vecchie annate erano ricercate ed ambite anche allora, ma non era un orientamento produttivo;

oggi, in molte zone tradizionalmente consolidate, si producono, spesso dallo stesso vigneto, un vino giovane di facile e pronta beva ed un vino di lunga maturazione e finalizzato all’invecchiamento;

la figura dell’enologo era praticamente inesistente; c’era sì qualche agronomo o qualche enotecnico che lavoravano in pianta stabile presso qualche grande tenuta. Molte pratiche erano frutto di esperienza diretta e tradizione della cantina, detenute dalla figura del cantiniere.

Dopo queste riflessioni, posso affermare che i vini prodotti nel 1900, proposti in questa degustazione, ci hanno regalato emozioni indimenticabili:
pur non essendo stati progettati a resistere così a lungo, sono ancora godibili, hanno ancora profumi floreali e fruttati, tanta freschezza e tannini importanti!

Ed, inoltre, non si può trascurare che il Chianti Classico, con le varie modifiche apportate al disciplinare nel corso degli anni, anzi, dei secoli, ha salvaguardato al contempo tradizione, bevibilità e finezza; caratteristiche che lo identificano come “vino moderno”.

 

Ma veniamo alla degustazione.

 

MAURIZIO ALONGI – Chianti Classico Riserva Vigna Darbischio 2015

I vigneti sono a Gaiole ed il vino è stato prodotto con uve sangiovese per il 94% con l’aggiunta del 4% di malvasia nera e 2% di canaiolo. Ha un bel colore rubino vivo, profuma di ciliegia e prugna, ha qualche nota ematiche ed erbacea, ma anche un’idea affumicata. Al sorso offre sapori fruttati ampi ed asciutti; all’impatto il tannino è un po’ polveroso, ma ha buona freschezza e sapidità, per cui diventa quasi vellutato. Spezie fini in chiusura.

 

 

CAPANNELLE – Chianti Classico Riserva Capannelle 2012

Sangiovese in purezza per questo vino prodotto a Gaiole in Chianti. Seppur tredicenne, sembra molto giovane; dal calice si levano profumi di ciliegia, note iodate ed ematiche; poi mineralità di grafite. L’acidità e la nota iodata, molto vive, caratterizzano l’ingresso in bocca; poi si apprezzano i sapori fruttati e la componente tannica lo rende asciutto; il ritorno dell’acidità fa apprezzare sapidità e speziatura. Persistente.

 

LAMOLE DI LAMOLE – Chianti Classico Gran Selezione Vigneto di Campolungo 2010

Siamo a Lamole, con vigneti in altura; una percentuale minima (5%) di cabernet sauvignoncompleta il tradizionale sangiovese. Nel calice si presenta in una veste abbastanza scura ed offre profumi di frutta rossa, cipria e corteccia. Il sorso è molto equilibrato tra freschezza e frutto con una decisa presenza tannica; è asciutto, speziato, sapido e persistente.

 

CASTELLO VICCHIOMAGGIO – Chianti Classico Gran Selezione Prima 2010

I vigneti sono a Greve in Chianti e questo vino viene prodotto con uve di sangiovese,ingentilito da uve merlot. Profuma di ciliegia e prugna con qualche nota ematica ed un’idea di foglia di lauro. Il sorso è
levigato, quasi vellutato, molto fresco e ricco di sapori; è speziato, scorrevole, equilibrato.

 

LE CINCIOLE – Chianti Classico Le Cinciole 2009

Siamo a Panzano in Chianti, una delle zone più calde della denominazione. La tenuta si estende per 30 ettari ed è in conduzione biologica. Da sole uve sangiovese, il colore è intenso e scuro; regala profumi di ciliegia, nespola comune, foglia di lauro e grafite. Al palato è fruttato ed ha un tannino intenso e levigato; è molto asciutto, ma il ritorno di freschezza lo ravviva e fa apprezzare tanti sapori, sapidità e spezie fini
in un lunghissimofinale.

 

CASTELLO Dl BOSSI – Chianti Classico Riserva Berardo 2008

La tenuta si trova a Castelnuovo Berardenga; si estende per oltre 500 ettari, di cui 120vitati ad un’altitudine media di 350 m.s.l.m. Il Berardo è prodotto con uve sangiovese in purezza.
Ha colore intenso e scuro, profuma di ciliegia, marasca, nespola comune, note iodate e di grafite. Il sorso è ricco di frutta rossa, è tannico, ma fresco, sapido e leggermente amaricante; si apprezza qualche spezia in chiusura.

 

CASTELLO DI VOLPAIA – Chianti Classico Riserva Castello di Volpaia 2003

Si sale a Radda, i vigneti sono posti ad un’altitudine fra i 470 ed i 580 m.s.l. m. e sono condotti in regime biologico. Il vino è prodotto con uve sangiovese per il 90%, il restante 10% è composto da merlot, pinot nero e syrah. Dal 2007 il vino viene prodotto con sangiovese in purezza.
Offre profumi di ciliegia, note nocciolate, iodate e di erbe aromatiche. Il sorso è intensamente fruttato, il tannino è levigato; ha buoni sapori, è asciutto, ma molto fresco e sapido; una leggera spezia accompagna la lunga chiusura.

 

 

VIGNETI LA SELVANELLA – MELINI – Chianti Classico Riserva La Selvanella 1990

Altra azienda della tradizione raddese; la tenuta si trova tra i 330 e i 600 metri s.l.m.; si estende per circa 140 ettari, e solo 50 ettari, nelle zone più alte, sono vitate. L’Azienda effettuò, agli inizi degli anni ’60 del 1900, un’attenta selezione massale e selezionò il sangiovese grosso, diffondendolo in tutte le proprie parcelle. Questo vino, infatti, è prodotto con uve sangiovese grosso in purezza.

Ha profumi di ciliegia, grafite e lauro. Il sorso è fruttato, asciutto e tannico; l’acidità è arrotondata; sapidità e speziatura si esaltano nella morbidezza.

 

MONTERAPONI – Chianti Classico Monteraponi 1988

L’azienda conta in totale 200 ettari a Radda in Chianti, ma solo 12 sono vitati. Le uve utilizzate, come da disciplinare dell’epoca, sono:
85% di sangiovese, 5% di canaiolo, 5% di colorIno, 2,5% di trebbiano e 2,5% di malvasia.
Dal colore si direbbe che fosse un vino “stanco”, invece regala ancora profumi di ciliegia, sottobosco, humus e grafite. Il sorso è molto fruttato ed asciutto, il tannino non è evidente e l’acidità mostra qualche debolezza; comunque è sapido e scorrevole; chiude con intensa speziatura.

 

CASTELLO DI MONSANTO – Chianti Classico Riserva Il Poggio 1974

Le uve di sangiovese, accompagnate da un 10% di colorino e canaiolo, provenivano da vecchi vigneti di San Donato in Poggio. Dopo 41 anni ritrova il contatto con l’aria! Ancora vivo nel colore, si concede con profumi di ciliegia surmatura, nespola comune, nota iodata e
grafite. Al palato offre sapori fruttati, il tannino è un po’ polveroso, ma la freschezza agrumata e la sapidità lo rendono piacevole; è sapido e speziato, seppure asciutto; equilibrato. E pensare che all’epoca l’annata fu classifica 4 stelle!

 


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