
di Marina Alaimo
Proprio così, è stata la bellezza la grande protagonista del Pomigliano Jazz e di Note di Gusto. E’ una virtù della quale i territori del vesuviano e dell’alto nolano sono ricchi e la formula itinerante del festival ha ben evidenziato questo aspetto. Si è partiti domenica 15 con l’escursione al Parco Nazionale del Vesuvio, in ripida salita fino all’incantevole Valle dell’Inferno. L’appuntamento serale con il concerto di Ludovico Einaudi ed i piatti di Antonella Rossi ha aperto le porte dello spettacolare anfiteatro di Avella.
Il ricco programma si è articolato per una settimana seguendo il filo conduttore della bellezza e della cultura vissuto e condiviso in un clima gioioso e di grande comunicazione. Domenica 22 la kermesse chiude con una giornata segnata profondamente dall’emozione di quanti hanno partecipato.
In mattinata escursione al Parco Regionale di Roccarainola e degustazione di piatti tipici preparati dall’hosteria Le Gourmet di Sperone. Nel pomeriggio una serie di visite guidate alle basiliche paleocristiane di Cimitile ha visto la presenza di più di duecento persone. Il sito, ancora poco conosciuto, lascia sempre senza fiato chi vi accede. Rappresenta uno dei complessi paleocristiani più importanti al mondo con i suoi 13 edifici, tra chiese e basiliche. Grande successo per il concerto di Enrico Rava che è riuscito a riempire l’area delle basiliche nonostante il vento freddo e la partita del Napoli. Il calendario del Pomigliano Jazz ha dato spazio non solo ai nomi illustri, ma anche alle giovani leve ed il duo Gianluca Petrella – Giovanni Guidi ha aperto la serata musicale.
Una insolita novità ha dato inizio allo spettacolo, la presenza sul palco di un giovane agricoltore, Marialuisa Squitieri dell’azienda Madrenatura, che ha timidamente raccontato al pubblico la sua scelta di ritorno alla terra, nonostante la laurea in storia medievale. Anche Note di Gusto, con Slow Food Vesuvio, chiude in bellezza con l’oste Mimmo De Gregorio dell’osteria chiocciolata Lo Stuzzichino di Massa Lubrense.
Mimmo ha riportato nel piatto l’orto del Vesuvio con la papaccella ripiena di olive, capperi e acciughe. Con la seconda preparazione ha ricordato un dolce tipico e frugale della propria terra: la melanzana al cioccolato, ripiena di ricotta, amaretti e cedro candito.
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