Oggi è morto Richard Wright, il tastierista del più grande gruppo di tutti i tempi. Fate un giro su youtube per leggere migliaia di commenti e capire quanto sia profonda questa scomparsa prematura in tutto il mondo. La mia generazione vive da sempre con le suggestioni della loro musica in testa, dal mangianastri all’iPhod, ciascuno di noi ha fatto centinaia di migliaia di chilometri con The Confortable Numb sparata al massimo, rotto le scatole ai genitori che entravano in camera per dirci di abbassare il volume, vissuto i momenti più intimi, viaggiato con la mente senza sentire più il corpo.
Non c’è cosa che io abbia scritto senza di loro.
Così è stato sempre e così sarà. Anche grazie ai Pink abbiamo avuto la grandissima fortuna di essere totalmente liberi e di amarci senza dover rendere conto di niente a nessuno.
Ma soprattutto abbiamo potuto sognare e lottare per un mondo migliore, vivere pensando che la diversità è una ricchezza meravigliosa e non qualcosa di cupo da cui difendersi.
Ciao Richard. Ti saluto con l’Aglianico del Vulture, il mio rosso preferito, e con il tuo Wearing inside out del crepuscolare Division Bell
C’è questo Tribute messo in rete qualche ora fa. E poi questo.
Dai un'occhiata anche a:
- Si riapre la stagione estiva, ecco 10 cose (più una) che non mi piacciono
- Sapere gestire i social. Ecco un parametro nuovo da considerare anche nelle guide: il caso Pazzini
- Sonia Gioia: da giornalista gastronomica a “donna dei cani”
- La Pizza ha perso la Bussola? Non è il caso di Francesco Capece
- Il grande successo di Ischia Safari? Non è un baraccone commerciale
- Quando la comunicazione online tradisce la qualità
- Andrej Godina: Report ha ragione, il caffè italiano è in ritardo su trasparenza e cultura della filiera
- Pizzeria blasonata? A cominciare dal formaggio Ahi ahi ahi….
