
di Loreno Allori
Torna a Palazzo Re Enzo (Bologna), la terza edizione di Cibò, organizzata da Ascom Bologna e il gruppo Atomix.
Nata per affermare l’alta qualità dei prodotti e della cucina bolognese, oggi la manifestazione si apre per far rete con tutte le eccellenti realtà italiane e promuovere lo stile italiano in cucina nel mondo. Cibò (dal 22 al 24 marzo) ospita ottanta espositori e venti chef provenienti da tutta Italia per far conoscere le specialità e i prodotti migliori delle regioni italiane, con un focus su sughi d’Italia, raccolti in un ricettario tascabile che contiene oltre cinquanta preparazioni, che hanno reso la cucina italiana tanto apprezzata nel mondo.
Tante le iniziative, come il minisalone dedicato al mondo del cioccolato, oppure l’area “Vitigni d’Italia con degustazioni dei più importanti vini italiani.
Bella la novità della Gin Lounge per conoscere uno degli spirit più in voga al momento, a cui si accompagna l’iniziativa “Parmigiano Night&Gin”, che offre la possibilità di degustare i vari cocktail con le molteplici stagionature del parmigiano. Viene inoltre presentato il primo libro dedicato interamente al ghiaccio, che come ci spiegano, non deve essere più considerato come semplice refrigerante, ma un vero alimento, di conseguenza va trattato con tutte le norme igieniche e le attenzioni che si prestano per le altre materie prime.
Fra le tante proposte colpisce quella in collaborazione con “Scuole di Gusto- Iscom”, che offre la possibilità di brevi corsi di cucina per bimbi e adulti e che realizza percorsi gustativi con le migliori specialità dello Stivale.
Come spiega l’assessore Matteo Lepore, Cibò è l’occasione per lanciare Bologna dal punto di vista del settore enogastronomico e dell’ospitalità, ma non solo, permette anche di coinvolgere il territorio metropolitano della città in modo che non resti indietro e non si spopoli causa impoverimento.
L’evento, ci dice, permette soprattutto di far squadra con tutta Italia e attraverso il cibo conoscere e abbracciare le diversità, in quanto Bologna si candida a essere una città dell’accoglienza dove le diversità trovano un dialogo partendo dal cibo.
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