Pizzaiolo dell’anno per 50 Top Pizza 2025

di Antonella D’Avanzo
Al passato illuminato del borgo di San Leucio di Caserta, luogo in cui Re Ferdinando IV di Borbone realizzò una politica sociale ed economica anticipatrice delle più innovative conquiste sociali in tema di famiglia, lavoro, uguaglianza e benessere, si ispira Ciccio Vitiello con il suo progetto “Cambia-Menti”, migliore pizzeria contemporanea d’Italia per “4 Ristoranti” di Alessandro Borghese e nel 2024 ottiene il premio “Green Oven” per la 50 Top Pizza World.
Un nuovo indirizzo con un nuovo nome nato nel 2022 dopo un cambiamento radicale di vita e di pensiero che si basa su quanto creò il Re rivoluzionario, la “Ferdinandopoli”, unitamente alla ricerca e alla sperimentazione, dove la sostenibilità umana cammina di pari passo con quella ambientale, in cui l’intento è “cambiare le menti” per riportare quel benessere di 200 anni fa nell’azione, ma soprattutto nella visione.
Ciccio Vitiello, classe 1992, autodidatta carismatico ed avanguardista, dopo gli studi alberghieri e le prime esperienze come garzone, dove poco più che adolescente andava al mercato a scegliere le verdure e a mettere le mani in pasta, la sua carriera prende forma quando maggiorenne apre la sua prima pizzeria da asporto a Tuoro, piccola frazione ai piedi di Casertavecchia, che diventerà dopo qualche anno “Casa Vitiello”. Da questo momento in poi, parte la sua sperimentazione con impasti e tecniche culinarie non convenzionali, segnando l’inizio di una ricerca ancora in corso della pizza come un principio universale di felicità.
“Ridefinire ed ampliare la comprensione del concetto pizza è la mia filosofia – racconta Ciccio Vitiello di Cambia-Menti – la pizza non deve solo essere buona dal punto di vista tecnico e del gusto, ma deve anche avere un impatto positivo sull’ambiente e sulla società mettendo in evidenza temi come l’uguaglianza sociale con un approccio etico nella gestione del personale, tutti giovani under trenta, ben organizzati in turni di lavoro e con una retribuzione giusta, lo spreco alimentare e la sostenibilità, ma anche attenta al concetto di inclusione gastronomica, dove diamo spazio al vegano, al senza glutine, al senza lattosio e prossimamente anche al diabetico”.
L’orto Cambia-Menti
Nella sua rivoluzione green l’eco-pizzaiolo ha realizzato un sogno: “l’orto Cambia-Menti”, recuperando un appezzamento di terra abbandonato ai piedi del sito UNESCO di San Leucio, per poter produrre ortaggi e vegetali per le sue pizze. Non è un semplice luogo di raccolta, ma un luogo simbolico a ridosso delle antiche case operaie, che si riallaccia idealmente al progetto di utopia sociale di Re Ferdinando IV. E, nel mese di aprile scorso, è nato anche l’orto verticale con impianto idroponico nel giardino mediterraneo della pizzeria, un sistema che consente di coltivare ortaggi a foglia ed erbe aromatiche fresche tutto l’anno. Una coltivazione fuori suolo, in cui le radici delle piante sono immerse in una soluzione nutritiva che fornisce acqua, minerali e ossigeno, garantendo una crescita più rapida, un minor consumo d’acqua e un raccolto sempre disponibile.
“Caserta è un territorio in cui abbiamo dovuto creare un movimento che ci identificasse perché noi pizzaioli di provincia abbiamo sempre vissuto all’ombra del Vesuvio, dove Napoli vince suprema – aggiunge Ciccio Vitiello – questo movimento è quello della pizza contemporanea casertana guidato da una forza trainante che si chiama sperimentazione. E, per me sperimentare, concetto in cui a volte si commettono anche errori, è portare nel presente il bello e il buono del modello ‘Ferdinandopoli’. Inoltre – continua Vitiello – io che partecipo a diversi concorsi di settore, mi piacerebbe vedere nelle diverse categorie anche la pizza casertana, non perché sia la migliore, ma per la sua forte identità che ben si posiziona in Italia e nel mondo”.
E la pizza di Cambia-Menti come guarda al futuro? “Nel futuro immediato si ferma un attimo, ma solo per un assestamento e per rafforzare il cambiamento piantando nel terreno una piccola pianta che svilupperà le sue radici e donerà i suoi frutti perché la terra, con la sua pazienza, ci insegna ad attendere” – conclude Vitiello.
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