Colazione da Lilith – Il risveglio dei sensi in una masseria salentina del Seicento

Pubblicato in: Le stanze del gusto

Lilith Ristorante, Strada Provinciale Strudà–Vanze km 2, Vernole (LE)
🕰️ Colazione su prenotazione: Sabato e Domenica, ore 9:00–10:30
📞 +39 393 996 2150
🌐 ristorantelilith.it

di Gianfranco Laforgia

Prenotare una colazione?
In Italia suona quasi come un’eresia, in un Paese in cui il caffè si beve in piedi e la brioche si consuma di fretta. Ma c’è un luogo, nel profondo Salento, dove il mattino diventa un rito lento, meditato, poetico. E ha il nome di una donna: Lilith.

Mi sono ritrovato lì, una mattina d’estate, guidato più dalla curiosità che da un’abitudine. Perché la colazione, quando diventa esperienza, è un territorio ancora poco esplorato. E quella che ho vissuto alla Masseria Copertini – dimora rurale del XVII secolo incastonata tra ulivi e silenzio – è stata qualcosa di davvero raro: una colazione d’autore che risveglia tutti i sensi.

Siamo a Vernole, borgo antico che conserva tracce di civiltà messapiche, mura rinascimentali ad Acaya e la luce bianca tipica del Salento più autentico. In questa cornice sorge il Ristorante Lilith, una cucina di memoria, di famiglia e di visione.

Il sabato e la domenica mattina, dalle 9 alle 10:30, Francesco Pellegrino e Martina Tramis – coppia nella vita e nella passione per l’arte bianca – propongono un risveglio che è al tempo stesso gastronomia e carezza. Una colazione da vivere senza fretta, fatta di lievitazioni, tocchi dolci, sapori sapidi e verità contadine.

Il menù è pensato come un viaggio. Si comincia con una carta di caffè specialty firmata Santa Domenica, piccola torrefazione salentina che lavora solo micro-lotti di altissima qualità. La crema è setosa, il sorso lungo, avvolgente. Accanto, il classico latte di mandorla, freddo e sincero, come quello delle estati in campagna. Poi frutta fresca, sistemata con grazia e senza ostentazione, in piatti che sembrano nature morte mediterranee.

Poi inizia lo spettacolo da forno, orchestrato da Francesco e Martina:
• Pane a lievitazione naturale con burro francese e confetture di casa.
• Brioche caramellata con praliné di mandorla tondina e chantilly.
• Danese alle pesche con crema pasticcera alla vaniglia Bourbon.
• Torta al cioccolato fondente.

Fin qui, il dolce. Ma la parte salata mi ha sorpreso ancora di più:
• Un Croque Monsieur reinterpretato: focaccia naturale, prosciutto cotto Santoro, caciocavallo podolico Bramante sciolto con delicatezza.
• Caprino fresco dell’azienda agricola Sciacuddri, pomodorini confit e basilico.
• Frittatina di uova fresche e mentuccia, essenziale, profumata, quasi contadina ma con tecnica da bistrot francese.

E mentre il piatto successivo arrivava, sempre nel momento giusto, senza fretta, ho capito il valore di chi sa costruire l’atmosfera oltre la cucina. In sala c’è Giulia Tramis, sorella di Martina, che accoglie, accompagna, racconta ogni passaggio con garbo, intelligenza e misura. Nulla è lasciato al caso, ma tutto sembra spontaneo.

Mangiare all’aperto, nel cortile della masseria, tra il fruscio delle foglie e il profumo di origano selvatico, è un ritorno alle origini, ma con un’estetica nuova. Il pane scricchiola, la moka gorgoglia, e intorno solo silenzio e luce. È un tempo sospeso, in cui la colazione non è un’abitudine, ma un invito a rallentare, ascoltare, gustare.

Questa non è una colazione.
È un manifesto gastronomico mattutino. È una dichiarazione d’amore per il Salento, per i suoi sapori, per la cura nei dettagli, per la colazione come atto culturale. È il primo capitolo di una giornata che parte con grazia e verità.

E sì, vale ogni chilometro fatto per raggiungerlo.


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