
di Marco Contursi
Ho conosciuto Emilio Gaeta, grazie a suo nonno, di cui porta la puntella, zi Miliuccio o chianchiere, macellaio di Baonissi, oggi 90enne, che fino ad un paio di anni fa, ancora potevi trovare nella sua bottega, col coltello in mano.
Incontro Emilio e mi racconta che si è fidanzato con una bella ragazza di Gragnano, Chiara Caso, titolare del pastificio Ducato D’Amalfi, e visto che non capita tutti i giorni di trovare una ragazza così giovane alla guida di una azienda, decido andarci, per saperne di più. Il pastificio nasce nel 2019, ad opera di 3 donne, negli anni due decidono di prendere altre strade ma Chiara resta e consolida quello che era il sogno iniziale, fare una ottima pasta artigianale, facendo al contempo conoscere Gragnano e la sua storia.
Si parte dalla semola italiana sottovuoto, un modo di conservazione ottimale che evita il proliferare di eventuali insetti, cosa non difficile da trovare nella farina. La lavorazione è artigianale, pensate che ancora si imbusta a mano la pasta, ma le celle di asciugatura sono moderne ed efficienti. C’è un meraviglioso profumo di semola durante la produzione.
Ma Ducato D’Amalfi non è solo produzione ma anche una realtà votata all’accoglienza, con una sala con visori 3D che ti portano alla scoperta di Gragnano e della sua tradizione pastaia, a partire dal 1600.
E, ovviamente, dopo aver scoperto i segreti di uno dei cibi italiani più conosciuti al mondo, è ora dell’assaggio, nel pasta-restaurant interno, alla cui guida troviamo Michele Molaro, chef giovane ma esperto, bravissimo nella cottura millimetrica del prodotto. Per me, quindi, un buonissimo pacchero ripieno, con una sorprendente ricottina locale (Gragnano fa parte dei Monti Lattari), una gustosissima candela allardata col pomodorino giallo, una buona pasta e patate con chorizo spagnolo, e una saporita puttanesca di mare, col katsuobushi, tonno fermentato ed essiccato che viene ridotto in fiocchi, semoventi nel piatto. Bello da vedersi e buonissimo, con la pasta degna compagna dei sughi di Chef Michele.
Un dolcino, un giro nello shop, in cui troviamo tutti i formati prodotti in azienda ed anche eleganti confezioni regalo, e vado via, contento di aver scoperto una realtà giovane, ma solida, e, soprattutto, una pasta buonissima.
Il ristorante adesso chiude per un po’, fino a marzo, perché ci si concentra sulla produzione in vista del Natale, e per rifornire i tanti locali prestigiosi italiani ed esteri. Infatti la pasta del pastificio Ducato di Amalfi, non la trovate nella grande distribuzione ma solo in locali e gastronomie selezionate. Lo shop aziendale invece è sempre aperto e non vi sarà mai negato di dare uno sguardo al Mastro Pastaio Domenico Somma all’opera, custode di un sapere antico di 400 e passa anni.
p.s. ci sono anche ottimi sughi in barattolo, tra cui quello col ragù di nonna Peppa, che con la loro tagliatella non mi farei sfuggire.
Pastificio Ducato D’Amalfi
Via Ponte Trivione 2 Gragnano (Na)
tel 081 18949688
Scheda del 29 giugno 2021
Con il Pastifico Ducato D’Amalfi apre il ristorante «La Cucina del Ducato»
di Antonino Siniscalchi
«La pasta in salsa rosa» è l’«etichetta d’eccezione» coniata per il pastificio artigianale d’eccellenza «Ducato d’Amalfi» di Gragnano per caratterizzare un’azienda con management tutto al femminile. Ora la proposta enogastronomica si amplia e si rafforza con l’apertura de «La Cucina del Ducato», il ristorante creato all’interno del Pastificio.
Una proposta nuova e accattivante per vivere un’esperienza di gusto unica per assaggiare tutta la qualità della pasta prodotta dall’azienda che si caratterizza per il management tutto al femminile, con le fondatrici dell’azienda, cinque donne: Chiara, Tullia, Anna, Antonella e Daniela, profondamente unite dall’amore per le proprie radici, per Gragnano, la «Città della Pasta».
Chiara Caso è il Ceo della società, una giovane e ambiziosa imprenditrice, appena venticinquenne, laureata in Economia e Commercio all’Università di Salerno. Il pastificio Ducato d’Amalfi, inaugurato nel novembre 2019, è specializzato nella produzione artigianale della pasta di Gragnano Igp con solo grano 100 per cento italiano e acqua che sgorga dalle sorgenti dei Monti Lattari, che ora si arricchisce di una iniziativa virtuosa che unisce tradizione ed innovazione in un connubio perfetto. Il vernissage giovedì prossimo, primo luglio, da venerdì l’apertura agli ospiti.
«Disponiamo di una sala degustazione con ampia cucina a vista – spiega Chiara Caso -. Abbiamo la possibilità di organizzare show-cooking e cooking lesson. Disponiamo anche di una terrazza panoramica, di uno show-room aziendale per gli acquisti al dettaglio». In quest’ottica il Pastificio Ducato d’Amalfi Gragnano ha voluto consolidare il forte legame con il territorio avviando una proficua collaborazione con lo chef Domenico Stile. Giovane e talentuoso di Gragnano, classe 1989, il più giovane chef stellato di Roma. Attualmente chef presso il ristorante «Enoteca La Torre» a Villa Letizia, uno dei ristoranti più belli e suggestivi della Capitale. Esperienze diversificate intraprese prima di arrivare a Roma, tra cui da Alinea a Chicago e nelle cucine dei
più significativi nomi della Penisola, come Gianfranco Vissani, Enrico Crippa, Antonino Cannavacciuolo, Massimo Bottura e Nino di Costanzo.
«Nei suoi piatti – aggiunge Chiara Caso – c’è tutto il gusto della tradizione campana e una continua ricerca di quei gusti tradizionali tipici della propria terra. Proprio per questa ragione abbiamo voluto legare il nostro brand ad uno Chef che ama le proprie origini e che è riuscito ad affermarsi fin da subito nel mondo dell’alta ristorazione. Lo Chef ha studiato e consigliato le ricette ad hoc realizzate con i nostri formati di pasta. Inoltre, sarà possibile degustare le sue proposte nella nostra sala degustazione. Siamo davvero contente ed orgogliose che lo chef Domenico Stile sia il Brand Ambassador del nostro prodotto in Italia e in palcoscenici
internazionali». Le idee di Domenico Stile trovano una importante vetrina nei piatti affidati alla cura dello chef Bruno Alfano, coadiuvato da Catello Pane e… Antonia Fortunato. Tanto per rimanere in tema con… «La pasta in salsa rosa».