
di Carmen Autuori
La pasticceria conventuale siciliana – più di qualsiasi altra regione italiana – per ricchezza e varietà non finisce mai di stupire.
Essendo un’appassionata di dolci nati all’ombra dei chiostri, nel mio breve tour nella monumentale e affascinante Valle di Noto, patrimonio mondiale Unesco, non potevo non assaggiare gli ‘mpanatigghi (o impanatigghi).
Si tratta di biscotti a forma di mezzaluna tipici di Modica in provincia di Ragusa, farciti con un ripieno di carne macinata finissima, cioccolato e spezie dal profumo inebriante, la cui origine risale al XVI secolo, ossia al periodo della dominazione spagnola, ad opera delle suore di un monastero modicano.
Dall’etimologia del nome che deriverebbe da Empanada, ovvero una sfoglia ripiena di carne tipica della cultura gastronomica spagnola, si ritiene che siano stati proprio gli spagnoli ad introdurre questo dolce in Sicilia, a rafforzare questa tesi, inoltre, è l’usanza iberica di abbinare la carne con il cioccolato, diffusasi un po’ in tutta la Sicilia.
Maria Oliveri, storica e ricercatrice delle antiche ricette conventuali, nel suo ultimo lavoro Il Trionfo della gola – La pasticceria dei monasteri di Sicilia scrive di pasticciotti di carne tipici di Patti nel messinese, del monastero dell’Origlione a Palermo e di “pasticciotti di carni ca ciucculatti” del convento di Mazzarino in provincia di Caltanissetta: tutti successivi a quelli modicani in quanto diffusisi nell’Ottocento.
Lo stesso Leonardo Sciascia ci parla di ‘mpanatigghi come biscotti da viaggio -una sorta di antesignani degli snack – proprio perché particolarmente nutrienti: “Quei dolci fatta di pasta sottilissima e fragile a contenere un sapiente impasto di carne e cioccolato principalmente: un dolce nutrientissimo e di lunga conservazione, e si potrebbe dire un dolce da viaggio. Da viaggio in Spagna quando fu inventato: che non altrove credo di andasse alla contea di Modica. “
Non mancano le leggende che ruotano intorno a questi dolci che ne rendono ancora più curiosa l’origine. Si racconta, infatti, che le monache, impietosite per le fatiche dei predicatori che si sfinivano durante il periodo quaresimale, decisero di camuffare la carne, proibita in quaresima, mescolandola nell’ impasto di mandorle e cioccolato, per rimettere in forza i poveri padri spirituali. Secondo un’altra leggenda, invece, i dolci erano destinati agli orfanelli denutriti che trovavano rifugio tra le mura del convento.
Ad ogni buon conto si tratta di dolci davvero squisiti e di non difficile realizzazione, basta seguire la ricetta rispettando attentamente le dosi perché il rischio “pasticcio”è dietro l’angolo.
Per chi fosse appassionato di dolci conventuali, consiglio l’acquisto del volume di Maria Oliveri, Il trionfo della gola – La pasticceria dei monasteri di Sicilia al seguente link www.isegretidelchiostro.shop
'Mpanatigghi modicani
Di Maria Oliveri
Ricetta raccolta da Carmen Autuori
Tempo di preparazione: 1 ora
Tempo di cottura: 30 minuti
Ingredienti per 13 persone
- Per la frolla
- 500 g di farina
- 125 g di zucchero
- 100 g di strutto
- 1 uovo
- ½ bicchiere di vino Marsala
- Per il ripieno
- 200 g di polpa di vitello
- 200 g di mandorle
- 100 g di cioccolato fondente
- 100 g di gherigli di noci
- 50 g di zucchero
- 5 g di cannella
- 4 chiodi di garofano
- Zucchero a velo
Preparazione
Tritare finemente noci, mandorle, cioccolato fondente, cannella, chiodi di garofano. Aggiungere la carne tritata finissima e lo zucchero, mescolare con cura e tenere da parte.
Nella farina disposta a fontana porre l’uovo, lo strutto, lo zucchero, il vino e, se necessario, un poco di acqua. Impastare per almeno 10 minuti, fino ad ottenere un composto liscio ed omogeneo. Far riposare per almeno un’ora.
Tirare con il mattarello una sfoglia sottile e ricavare con l’aiuto di un coppapasta dei dischetti. Farcire con un cucchiaio di ripieno, ripiegare a mezzaluna tagliando il margine con una rotella. Praticare una piccola incisione sulla cima e disporre i biscotti in una placca da forno oleata. Cuocere a 180 gradi per circa 30 minuti. Una volta freddi, spolverizzare i biscotti con lo zucchero a velo.
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