di Ornella Buzzone
Ci sono luoghi che non apronosemplicemente una porta: riportano a galla un’identità, un ricordo collettivo, un’appartenenza. È ciò che accade varcando l’ingresso del Don Giovanni, la nuova steakhouse-braceria che ha riacceso le luci dell’ex Cinema Empire, spazio storico del quartiere rimasto in silenzio per oltre vent’anni prima di essere recuperato e restituito alla città. Oggi, quello che untempo era un punto di ritrovo iconico, torna a vivere con una nuova vocazione: diventare ancora una volta casa per chi cerca sapore, tradizione e quel calore sociale che soltanto alcuni luoghi sanno custodire.
Dietro Don Giovanni c’è una famiglia che parla il linguaggio della carne da generazioni. Non per metafora: la loro storia nasce tra i banchidi una macelleria, in quell’universo dove il taglio non è solo tecnica, ma cultura; dove ogni fibra racconta un’origine, un rispetto, una scelta.
Questo patrimonio li ha accompagnati sempre. Ma il sogno autentico, quello che pulsa sotto pelle, era tornare al lavoro vero della carne, rimetterele mani nella materia, elevarla, raccontarla attraverso un progetto che fosse finalmente all’altezza di quel passato.
Don Giovanni è nato così: non come un ristorante, ma come un ritorno alle radici.
Il “Don Giovanni Steakhouse” prende il nome dal capostipite della famiglia allevatori e macellai da generazioni. Alla guida dellacucina c’è lo chef Enrico Cortese, che ha preso in mano il progetto sin dall’apertura costruendo un’identità gastronomica solida, riconoscibile e coerente.
A lui si affianca uno staff di sala formato da professionisti di altissimo livello: Gianluca Congiu, maître, e Stefano Aprea, sommelier.
Entrambi vantano un passato stellato, portando qui un approccio rigoroso, elegante e preciso al servizio. A coordinare il tutto c’è la direzione di Claudio Beatrice, figura di riferimento capace di garantire fluidità, accoglienza e un ritmo armonioso all’esperienza del locale.
Il ristorante vive secondo due ritmi complementari. A pranzo offre una formula inclusiva, accogliendo chi lavora in zona o chi desidera un pasto rapido ma curato. La sera invece Don Giovanni rivela la sua anima più autentica: quella di una steakhouse contemporanea dove il fuoco è rito, tecnica e narrazione.
La filosofia dellacarne parte da un principio chiaro: il cliente sceglie il taglio, non la razza. La selezione quotidiana varia tra due o tre razze, sempre controllate e selezionate con rigore. Non esistono intermediari: la distribuzione è interna, consentendo un controllo totale della filiera e garantendo qualità costante, freschezza assoluta e un rapporto qualità-prezzo sorprendente.
Il cuore della cucina è il Josper, un forno-griglia a carbone alimentato con quebracho blanco, un legno sudamericano che regala una affumicaturaelegante e mai aggressiva. Il Josper unisce potenza e precisione, sigillando i succhi senza bruciare e creando un equilibrio perfetto tra crosta, profumo e morbidezza.
La nostra cena ha raccontato tutto questo. Abbiamo iniziato con una tartare di filetto di manzo con stracciatella di bufala, tarallo napoletano alle mandorle, rucola e zeste di limone: un piatto che unisce freschezza, identità territoriale ed eleganza contemporanea.
È seguita una vellutata di zucca mantovana mantecata con burro danese salato, semi di zucca croccanti, crostini al guanciale e ceci in tempura, comfort food che sorprende grazie ai contrasti di consistenze.
Poi è arrivata la picanha al churrasco 2.0, aromatizzata e cotta su brace, servita con salsa chimichurri e verdure dal forno Josper: un equilibrio tra modernità e tradizione, tra la forza del fuoco e la delicatezza del taglio. Infine, le beef ribs di scottona, affumicate con carbone di quebracho blanco e glassate con salsa BBQ al whisky, cotte per quattordici ore a bassa temperatura: un piatto che racconta la carne nella sua forma più pura, rispettata nei suoi tempi e valorizzata nella sua essenza.
Per chi desidera un percorso completo, il ristorante propone anche un menù degustazione da cinquanta euro a persona con tre antipasti, un primo e quattrocento grammi di carne selezione Don Giovanni: una formula pensata per scoprire l’intera filosofia del locale in modo armonioso e progressivo.
Recuperare l’ex Cinema Empire significa restituire al quartiere un luogo che mancava da troppo tempo. Il Don Giovanni vuole essere un punto di ritrovo, un abbraccio contemporaneo, un luogo in cui riconoscersi e lasciarsi accogliere. È uno di quei posti in cui si percepisce subito un senso di appartenenza, anche se è la prima volta che si varca la soglia. Ed è proprio lì che una braceria diventa di nuovo casa.
Ristorante Don Giovanni – 1° piano del supermercato Sole 365 in Via Francesco Giordani 20/28 Napoli
Costo medio a persona: 30 € a pranzo e 50 circa € a cena, a seconda dei tagli e delle portate scelte.
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